Il prossimo primo febbraio potrebbe essere uno degli ultimi respiri del processo Telecom, in udienza preliminare a Milano, davanti al giudice Mariolina Panasiti.
È uno dei più grossi scandali degli ultimi anni: tra il 1997 e il 2004, durante l’era della Security targata Giuliano Tavaroli, sono state spiate illegalmente 4287 persone e 132 società. Prodotti una montagna di dossier illeciti, costati oltre 34 milioni di euro.
Molti riguardano dipendenti Pirelli e Telecom, ma anche giornalisti, come Massimo Mucchetti del Corriere della Sera.
I pm Napoleone, Piacente e Civardi hanno chiesto il rinvio a giudizio per gli imputati, tra i quali Tavaroli, l’ex numero due del Sismi, Mancini e l’investigatore privato, Cipriani, il 24 novembre del 2008.
Quindi, se il processo breve salva-Berlusconi, diventerà legge dello Stato, a novembre Telecom sarà estinto perché saranno passati 2 anni dalla richiesta di rinvio a giudizio, termine ultimo, in base alla norma transitoria, per emettere una sentenza di primo grado per reati commessi fino a maggio 2006 e che prevedono una pena inferiore ai 10 anni.
Una legge "disastrosa, una bastonata alle vittime" per il professore Mario Zanchetti, avvocato di due parti civili al processo Telecom: "Tutti vorremmo processi più celeri, ma senza risorse è impossibile".
Sulla norma transitoria è lapidario: "È una trasformazione dell’indulto in amnistia, è incostituzionale". Una beffa per chi, come Tavaroli, ha chiesto il patteggiamento: "Se passerà il processo breve, sarebbe come dire: peggio per te, se non l’avessi chiesto, l’avresti fatta franca".
Processo breve o meno, va malissimo comunque alle parti civili, ci spiega ancora il professor Zanchetti: "Le parti lese non possono rivalersi nei confronti degli imputati che hanno patteggiato, se non in sede civile. Nel caso Telecom è quasi inutile perché non ci saranno soldi per risarcire le vittime. Agli spioni, in cambio del patteggiamento, sono stati confiscati tutti i soldi trovati e andranno nelle casse dello Stato. Le vittime possono rivalersi solo su quei pochi imputati che rimangono nel processo, sempre che non siano graziati dal processo breve se diventerà, Dio non voglia, legge".
Non possono rivalersi neppure sulle società Telecom e Pirelli, accusate di corruzione, perché il giudice ha ritenuto che per quel reato si può costituire parte civile solo la Pubblica amministrazione.
E come se non bastasse per questo processo agonizzante, c’è un altro grosso problema: la distruzione dei dossier illeciti, che deve essere eseguita in base a una legge bipartisan del 2006. Se non fosse intervenuta la Consulta, nell’aprile scorso, erano già al macero. Invece la Corte ha stabilito che devono essere distrutti dopo un’udienza davanti al giudice per documentare la modalità di raccolta degli atti illeciti.
Un pronunciamento che non ha soddisfatto le parti e la Consulta, investita nuovamente, si è pronunciata – come risulta a Il Fatto – il 15 gennaio scorso. Nell’ordinanza ricorda al giudice di Milano che la normativa del 2006 è cambiata dopo il suo pronunciamento e che quindi, un eventuale ricorso alla Consulta, deve esserci sollevando eccezioni sulle nuove modalità di distruzione del materiale illegale.
Secondo Zanchetti al momento "le vittime non sono protette in maniera adeguata. La soluzione corretta sarebbe quella di lasciare alle persone spiate, la possibilità di avere i fascicoli se vogliono far prevalere, rispetto alla privacy, il loro diritto di rivalersi".
Da il Fatto Quotidiano del 22 gennaio
Politica
Telecom: “Una bastonata a chi ha già subito”
Il prossimo primo febbraio potrebbe essere uno degli ultimi respiri del processo Telecom, in udienza preliminare a Milano, davanti al giudice Mariolina Panasiti.
È uno dei più grossi scandali degli ultimi anni: tra il 1997 e il 2004, durante l’era della Security targata Giuliano Tavaroli, sono state spiate illegalmente 4287 persone e 132 società. Prodotti una montagna di dossier illeciti, costati oltre 34 milioni di euro.
Molti riguardano dipendenti Pirelli e Telecom, ma anche giornalisti, come Massimo Mucchetti del Corriere della Sera.
I pm Napoleone, Piacente e Civardi hanno chiesto il rinvio a giudizio per gli imputati, tra i quali Tavaroli, l’ex numero due del Sismi, Mancini e l’investigatore privato, Cipriani, il 24 novembre del 2008.
Quindi, se il processo breve salva-Berlusconi, diventerà legge dello Stato, a novembre Telecom sarà estinto perché saranno passati 2 anni dalla richiesta di rinvio a giudizio, termine ultimo, in base alla norma transitoria, per emettere una sentenza di primo grado per reati commessi fino a maggio 2006 e che prevedono una pena inferiore ai 10 anni.
Una legge "disastrosa, una bastonata alle vittime" per il professore Mario Zanchetti, avvocato di due parti civili al processo Telecom: "Tutti vorremmo processi più celeri, ma senza risorse è impossibile".
Sulla norma transitoria è lapidario: "È una trasformazione dell’indulto in amnistia, è incostituzionale". Una beffa per chi, come Tavaroli, ha chiesto il patteggiamento: "Se passerà il processo breve, sarebbe come dire: peggio per te, se non l’avessi chiesto, l’avresti fatta franca".
Processo breve o meno, va malissimo comunque alle parti civili, ci spiega ancora il professor Zanchetti: "Le parti lese non possono rivalersi nei confronti degli imputati che hanno patteggiato, se non in sede civile. Nel caso Telecom è quasi inutile perché non ci saranno soldi per risarcire le vittime. Agli spioni, in cambio del patteggiamento, sono stati confiscati tutti i soldi trovati e andranno nelle casse dello Stato. Le vittime possono rivalersi solo su quei pochi imputati che rimangono nel processo, sempre che non siano graziati dal processo breve se diventerà, Dio non voglia, legge".
Non possono rivalersi neppure sulle società Telecom e Pirelli, accusate di corruzione, perché il giudice ha ritenuto che per quel reato si può costituire parte civile solo la Pubblica amministrazione.
E come se non bastasse per questo processo agonizzante, c’è un altro grosso problema: la distruzione dei dossier illeciti, che deve essere eseguita in base a una legge bipartisan del 2006. Se non fosse intervenuta la Consulta, nell’aprile scorso, erano già al macero. Invece la Corte ha stabilito che devono essere distrutti dopo un’udienza davanti al giudice per documentare la modalità di raccolta degli atti illeciti.
Un pronunciamento che non ha soddisfatto le parti e la Consulta, investita nuovamente, si è pronunciata – come risulta a Il Fatto – il 15 gennaio scorso. Nell’ordinanza ricorda al giudice di Milano che la normativa del 2006 è cambiata dopo il suo pronunciamento e che quindi, un eventuale ricorso alla Consulta, deve esserci sollevando eccezioni sulle nuove modalità di distruzione del materiale illegale.
Secondo Zanchetti al momento "le vittime non sono protette in maniera adeguata. La soluzione corretta sarebbe quella di lasciare alle persone spiate, la possibilità di avere i fascicoli se vogliono far prevalere, rispetto alla privacy, il loro diritto di rivalersi".
Da il Fatto Quotidiano del 22 gennaio
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Dagli oggi la sua legge (ad personam) E lui, poi, ne vorrà ancora tre
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Roma, 21 feb. (Adnkronos) - In collaborazione con TgPoste.it
Nel 2025 focus su pacchi, risparmio postale, assicurazioni e offerta luce e gas. Sono le priorità di Poste Italiane, messe in fila dall’amministratore delegato, Matteo del Fante, intervistato da Tg Poste all’alba dei conti del gruppo, che ha chiusto il 2024 con numeri record e obiettivi futuri in rialzo. Ora, “rimaniamo focalizzati sulla logistica, in particolare sui pacchi” ma “resteranno importanti i prodotti di risparmio: quest’anno ricorre il 150° anniversario del libretto postale e il centenario del buono fruttifero. Stiamo studiando con Cassa Depositi e Prestiti delle emissioni per celebrare le soluzioni di risparmio più apprezzate dagli italiani, per un valore di 340 miliardi”; per quanto riguarda la protezione “sarà un anno molto positivo” e per “la nostra offerta di luce e gas il 2025 sarà storico perché ci siamo dati l’obiettivo di raggiungere il milione di contratti. Al momento Poste Energia conta 700mila clienti, abbiamo ancora lavoro da fare”, ha riferito l’Ad. (Video)
“Questa azienda non produce beni fisici ma offre servizi. Se i nostri colleghi operativi e l’azienda tutta non collaborassero non si raggiungerebbero questi numeri. Quando si ottiene più di quello che ci si aspettava, significa che tutti i colleghi ci hanno messo passione ed è la cosa per noi più importante. Un grazie sulla base di risultati concreti”, ha aggiunto poi Del Fante, riferendosi ai 120mila dipendenti di Poste.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - “Rispetto al sistema geopolitico non riteniamo che sia assolutamente ragionevole togliere dal patto di stabilità la spesa per le armi. Noi pensiamo a una geopolitica che rimetta al centro l'uomo, rimetta al centro il welfare, rimetta al centro la salute. Questi sono temi che dovrebbero essere tolti dal patto di stabilità”. Lo ha detto Andrea Quartini, deputato M5S, nel suo intervento oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni tutte e i cittadini.
“L'Italia è l'incrocio di tantissime culture, di tantissime lingue, di tantissimi soggetti - argomenta Quartini - Questo rende l'Italia un paese assolutamente particolare. Noi siamo stati i migliori diplomatici del mondo, non a caso. Noi siamo un po' spagnoli, un po' greci, un po' africani, un po' arabi. Questa miscela è straordinaria. Ci può far comprendere quanto è importante il dialogo, quanto si può essere efficaci nella capacità di impostare dei negoziati di pace. Credo che questa forza che l'Italia può esprimere può anche riuscire a far ritornare molti giovani ad occuparsi di politica. E credo che questo sia un tema che ci riguarda nel senso anche di avvicinarsi alle strategie di Meritocrazia Italia. Credo che Movimento 5 Stelle e Meritocrazia Italia su questa linea abbiano molte cose da condividere”.
“Credo fermamente nell'idea di un'Europa che riesce a governare una transizione ecologica - aggiunge Quartini - Quindi, da questo punto di vista, credo ci siano degli aspetti che ci assimilano, che ci possono consentire un dialogo forte. Allo stesso tempo, credo che il tema della pace sia un tema assolutamente importante, rilevante. Sono tre anni che, diciamo, che dobbiamo arrivare a un momento di negoziazione e che probabilmente siamo davvero in ritardo e il prezzo pagato da tanti uomini in Ucraina sia un prezzo troppo alto e poteva essere evitato. Allo stesso tempo riteniamo che si debba farlo in un'ottica di credibilità”, conclude.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "L'attualità internazionale impone una riflessione. Con determinazione dobbiamo rilanciare quello spirito europeo che l'Italia ha contribuito come Paese fondatore a creare. Dal 1957 i passi in avanti fatti sono stati straordinari, eccezionali, però ora è necessario uno scatto ulteriore. È centrale il tema della difesa, ma in questo ambito le posizioni sono ancora piuttosto articolate all'interno dell'Unione e non è un bene". Lo ha detto Alessandro Battilocchio, deputato Fi, partecipando oggi al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze.
"L'Italia fu uno dei Paesi che prima ancora dei trattati di Roma nel 1954 con De Gasperi lanciò l'idea di una difesa comune - continua Battilocchio - Poi, proprio dalla Francia ci fu una grande frenata. Dopo il trattato di Lisbona sembrava che questo percorso si fosse riavviato con una serie di step previsti che dovranno portare ad una difesa comune, però anche in questo caso, pur in una contingenza difficile, legata alla pandemia, i passi in avanti sono stati assolutamente troppo flebili. Ora il tema è tornato prepotentemente d'attualità e io ritengo che sia importante che si sia aperto un dibattito. Le parole che arrivano da Oltreoceano rappresentano, in questo contesto, una spinta ad accelerare questa discussione".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - “Credo che, sotto il profilo geo culturale un'enfasi forte sul consesso europeo sia strettamente necessario perché ritengo che si stia perdendo culturalmente un ruolo che il nostro contesto geografico politico ha sempre avuto. Con il linguaggio dei numeri, il valore delle nostre imprese in relazione al totale delle imprese del mondo non è sceso, è crollato in modo ingiustificato. Se confrontate il 2005 con il 2024, vi accorgete che il prodotto interno lordo dell'Europa è passato dal 35% del totale del mondo al 20%. Siamo scesi come peso e come significatività. Se poi andiamo a vedere il peso delle società quotate, nel 2005 e oggi, troviamo che è passato dal 35% del totale a meno del 15%”. Così Maurizio Dallocchio, professore ordinario università Bocconi, intervenendo oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni e i cittadini.
Nel mondo, “le banche europee, sono irrilevanti - aggiunge Dallocchio - La prima banca europea per dimensione di capitalizzazione è dopo il numero 20. Nelle prime 10 ce ne sono 4 americane, 4 cinesi, una della Gran Bretagna e una giapponese. Non ce n'è una europea. Le banche europee, per finanziare le imprese europee, sono fortissime, sono importantissime - evidenzia il professore - Se consideriamo 100 il debito delle imprese europee, 75 è debito bancario e solo 25% è legato ai mercati e all'emissione di titoli obbligazionari. Credo che se partiamo da questi numeri ci rendiamo contro che stiamo diventando, in qualche modo, preda, sotto il profilo economico. Ma - avverte il professore - l'economia influisce sulla politica e sulla società ed evidentemente dà un impulso numerico alla cultura prevalente”.
C’è una concentrazione geopolitica delle maggiori imprese del mondo. “Tra le prime otto per capitalizzazione di borsa, sette sono statunitensi, l'altra è saudita e fa petrolio - illustra l’esperto - Quella che capitalizza di più in borsa, che vale 3.600 miliardi di dollari, molto di più del debito pubblico italiano per intenderci, quasi il doppio del Pil italiano, è una società che appartiene al settore tecnologico. Le sette americane sono tutte imprese tecnologiche. Per cui il secondo elemento di concentrazione, il settoriale, è potentissimo. Le prime otto società per capitalizzazione di borsa, nel 2005, l'anno di riferimento che ho preso insieme al 2024, erano presenti in sei settori diversi: il farmaceutico, diversificato, la grande distribuzione, il bancario, l'oil and gas e le tecnologie. Oggi i settori presenti sono, praticamente, uno”.
Inoltre, “la capitalizzazione di borsa delle prime cinque società al mondo per capitalizzazione - rimarca il professore - valgono il 30% del mercato di tutto il mondo. La sola, Nvidia, che è legata al mondo dell'intelligenza artificiale, da sola pesa una 1,6 tutta la borsa tedesca: una concentrazione dimensionale incredibile, mai esistita in passato. Altamente preoccupante è che si tratta di realtà proprietarie. Nel 2005, delle grandi imprese che connotavano il mondo, la concentrazione della proprietà era altamente diffusa. Nessuno possedeva più del 7 - 8 - 9%. Oggi, le prime otto società per capitalizzazione, si rifanno al nome di un padrone. Sotto il profilo evidentemente economico, finanziario, ma anche sociale e culturale, ha un impatto sul mondo che è straordinario”.
Come Europa, “se vogliamo tornare ad avere il ruolo sotto il profilo culturale in primo luogo sotto il profilo economico e sociale - suggerisce Dallocchio - è necessario accettare che ci sia un debito comune, è necessario provvedere a una difesa comune, al rilancio dei mercati e della finanza, intesa nel senso buono, dei soldi che finiscono alle aziende proveniendo dalle famiglie. È necessaria una fiscalità omogenea ed è necessario prendere consapevolezza del fatto che se vuoi essere competitivo devi investire in tecnologie e in intelligenza, che poi naturale o artificiale, con una visione di lungo periodo che porti a credibilità, a sostenibilità, a visibilità, a credito, che si trasformi anche in credito culturale della nostra Europa”. In questo contesto, l’Italia “è un Paese che paga una valanga di tasse. Partiamo da un livello di tassazione che, rispetto ad altri Paesi è mostruosamente superiore”. Va bene la rottamazione delle cartelle esattoriali? “Si, ma cum grano salis”, conclude.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sulportale Eurofocus.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "La politica deve essere capace di guidare la narrazione, le trasformazioni, non deve essere esecutrice di decisioni raggiunte in altri ambiti. Meritocrazia Italia chiede un rinascimento della politica, per questo siamo a Firenze. La politica non è solo nei palazzi, parte dal basso e abbiamo ambizioni grandi, anche oltre confine". Lo ha detto Zenaide Crispino, ministro MI Turismo, Cultura, Impresa e Territorio, nel suo intervento al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia in corso a Firenze.
"La geopolitica e la geo cultura si muovono in un gioco di specchi - spiega Crispino - perché si condizionano reciprocamente e il momento storico che viviamo ci pone di fronte a degli scontri asimmetrici. C'è un occidente che si dibatte per mantenere la geocultura, anche al cospetto di un sistema che manifesta delle crepe e delle fragilità. Ci sono Paesi come quelli del Golfo, l'India, la Cina che vogliono riscrivere le regole proprio della geopolitica, si muovono tra capitalismo e autoritarismo, tra egemonia e soft power. Le guerre vogliono riscrivere le frontiere del diritto internazionale. Poi c'è l'Europa, che sembra un po' dispersa tra questi giganti”. A livello internazionale, “sicuramente l'elezione di Trump vede degli Stati Uniti che accelerano sull'indipendenza energetica - illustra - ma che, nello stesso tempo, si svincolano da trattati internazionali che sono stati stilati proprio per una visione coesa internazionale contro il cambiamento climatico. C'è la Cina che, pur essendo uno dei paesi più inquinanti al mondo, ha il monopolio nella produzione delle tecnologie green. C'è l'Europa che insegue, una transizione ecologica giusta, ma tante volte anche ideologica. Ci siamo persi, a volte, perché scollati dalle esigenze delle economie reali".
Ma "l'ambiente non è solo un problema climatico, è anche un problema di sicurezza - sottolinea Crispino - perché dove ci sono delle crisi climatiche si evidenziano anche spesso delle crisi umanitarie e migratorie. Anche in questo caso la politica e la cultura non possono discostarsi l'una dall'altro. Tante volte meritocrazia ha chiesto l'integrazione reale che si basa sull'incontro di quelle culture che vengono in contatto, che restituiscano la tolleranza a chi deve ospitare e la dignità a chi viene ospitato. Questo, a dispetto di un'accoglienza indiscriminata, che invece crea quelle bolle di subcultura che genere illegalità e quindi intolleranza. Anche la giustizia è un elemento essenziale nell'immaginario collettivo. La giustizia deve essere percepita come equa, certa, svincolata dalla burocrazia, deve restituire sicurezza, certezza del diritto, ma anche della pena". Rimarcando l’importanza della politica, Crispino conclude mettendo in guarda sull’affacciarsi di "protagonisti, che sono soggetti privati, che perché dispongono di un potere finanziario tale, hanno la possibilità di gestire asset strategici, la comunicazione, la sicurezza, l'intelligenza artificiale, le energie rinnovabili, fino alla conquista dello spazio. Il mio riferimento non è velato, sto parlando Musk, ovviamente".
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - "Stiamo assistendo a dei profondi cambiamenti. Non so se la geopolitica salverà il mondo, credo che la diplomazia lo possa fare, con tutte le dovute cautele. Il lavoro delle diplomazie di tutto il mondo" è "sempre stato fondamentale per evitare guerre o farle finire e questo è un momento in cui, nel quadrante dove lavoro io, cioè nel Golfo ma anche nel resto del Medio Oriente, stiamo assistendo, dopo oltre un anno, a qualche buona notizia. Cessate il fuoco a Gaza, cessate il fuoco in Libano. Ci sono stati dialoghi interregionali che sicuramente fanno sperare in una nuova fase. Tutto è ancora molto fragile e quindi dovremmo lavorarci con enorme forza". Lo ha detto Luigi Di Maio, rappresentante speciale dell’Ue per la regione del Golfo, intervenendo oggi a Firenze al focus dedicato alla Geo cultura in occasione della Direzione nazionale di Meritocrazia Italia, la due giorni interamente dedicata al confronto tra le parti politiche, le Istituzioni tutte e i cittadini.
"Sicuramente questo è un momento in cui a livello internazionale è meglio non lavorare da soli - aggiunge Di Maio - Più si può stare insieme e si può lavorare insieme ai nostri alleati, ai nostri partner, meglio è. L'illusione che si possa fare, si possa affrontare le dinamiche geopolitiche da soli è qualcosa che appartiene a un passato, neanche di grande successo, e questo è pienamente in linea anche con lo spirito con cui il governo italiano sta affrontando questo momento. Molti si meravigliano che l'incontro tra Trump e Putin possa avvenire in Arabia Saudita, ma l’Arabia Saudita ha costruito una politica estera, soprattutto nei momenti di grande polarizzazione del mondo. Dopo il Covid sui vaccini o dopo l'aggressione russa all'Ucraina, è chiaro ed evidente che questi Paesi" del Golfo “hanno investito in una politica multipolare, come la chiamano, e oggi riescono a dialogare con tutti, anche con gli europei, da una posizione molto credibile, evidentemente".
Tale situazione "non riguarda soltanto i sauditi - conclude Di Maio - Gli emiratini nell'ultimo anno hanno negoziato il rilascio di prigionieri sia russi che ucraini, per oltre 2000 persone, i catarini hanno fatto rientrare i bambini ucraini in Ucraina dalla Russia, grazie ad una mediazione tra Russia e Ucraina e così via. Assistiamo a un Golfo, il paese e la regione in cui lavoro, che diventa sempre più un hub per mediazioni diplomatiche e facilitazioni diplomatiche. La buona notizia è che noi", come italiani "abbiamo ottimi rapporti con loro e siamo partner strategici di questi paesi. Lo dico senza nessun interesse, e come una persona che sicuramente ha avuto anche diverse discussioni, con gli attuali leader politici: credo che siamo in un momento europeo in cui l'Italia si sta dimostrando uno dei paesi più stabili politicamente e questa non è una cosa da poco. Dobbiamo cercare di ricostruire sempre più una politica che tenga al centro l'interesse europeo, abbiamo bisogno adesso di mettere al centro l'interesse europeo".