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Un fantaFatto per iniziare

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Care amiche e cari amici, sono felicissima di questo spazio che mi permetterà di entrare in contatto diretto con voi. Stiamo attraversando un momento che passerà alla storia come un’incredibile epidemia di demenza nazionale. Sembra che in troppi abbiano smarrito l’equilibrio mentale.

E connettersi con persone che pensano altrimenti è salutare. Quotidianamente assistiamo a episodi che se negli anni ‘80 li avessimo rappresentati in teatro la gente ci avrebbe detto che avevamo esagerato con la fantapolitica. In effetti la situazione è talmente abnorme che ne uscirebbe una farsa esilarante. Immaginiamo di essere nel 1988 e di ricevere una copia del Fatto Quotidiano del 2010.

E chi troviamo in questa copia del Fatto? Bersani. Che ha ancora tutti i capelli. Anzi se li è fatti crescere perché è in una fase rock & roll. Bersani lo fa Dario, con la parrucca. Io sono un’operaia della Breda che è lì per caso nell’ufficio di Bersani, è venuta per litigare perché il partito non si impegna a diffondere il sistema degli asili nido di Reggio Emilia. C’è ancora il Partito Comunista Italiano e lei è un’operaia che studia pedagogia.

C’è un botto e viene fuori da una nuvoletta una copia del Fatto. Bersani e l’operaia leggono il giornale…  Che faccia farebbero a scoprire, nel 1988, che Berlusconi poi diventa capo del governo e si fa più di 40 leggi per favorire i propri interessi finanziari e giudiziari? Cosa direbbero sapendo che un’intera nazione cattolica non fa una piega scoprendo che il premier è un assatanato di giovinette che poi nomina ministro?

E che il capo del Kgb partecipa alle sue festicciole e gli ha perfino regalato un lettone enorme dove si incontra con le sue conquiste? Un lettone léttone. Potremmo fare deliziosi giochi di parole. Cose da fantapolitica, oscena però. Ma non disperiamoci. L’italiano è così. Ogni tanto impazzisce e ha voglia di un ventennio di lacrime e sangue. Poi però rinsavisce. Noi siamo un popolo paziente, sappiamo aspettare.

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