Mi segnala l’amico Giuseppe una questione molto interessante relativa alla musica Metal. Nonostante questo sia un genere con molti fan al seguito, in Italia – in particolar modo – è molto osteggiato. Cosa si celerà mai dietro? Quest’articolo cerca di gettare un po’ di luce prendendo spunto da una storia di periferia dell’Italia. Naturalmente, chiunque avesse segnalazioni da farmi, o promuovere la propria band rinnovo l’invito a scrivermi all’indirizzo email prinaldis@gmail.com e come sempre Vive le Rock!
di Giuseppe Pipitone
Alcamo (Tp). Ci sono casi in cui il contesto è più importante di tutto il resto. Ci sono casi in cui il diavolo ci mette la coda, c’è ne sono altri in cui la coda la mette l’acqua santa, anche se magari non ce l’ha. Simone Vesco, Manfredi Pellitteri e Federico Gatto sono tre ragazzi palermitani. Da alcuni anni alternano l’università con l’organizzazione di concerti. Hanno pure fondato una cooperativa, la Officine Musica e quest’estate avevano deciso di organizzare un grande festival di musica metal, con gruppi di livello mondiale: “Ci siamo accorti che la musica metal ha grande seguito in tutta Italia, ma per qualche motivo non si è mai pensato di intercettare questo gran numero di fan, organizzando dei grossi concerti”.
Per chi non avesse dimestichezza con il genere, il metal è quella musica fatta di gracchianti chitarre elettriche, pesanti colpi di grancassa, e cantanti ornati di borchie che cantano in maniera cupa e incomprensibile. “ Spesso il genere e le band traggono in inganno, ho conosciuto tantissimi metallari e spesso si tratta di gente semplicissima e anche molto timida” ci spiegano gli organizzatori. Il contesto prescelto dove fare esibire i portatori di borchie è Alcamo, in provincia di Trapani: il mare a due passi, diversi alberghi, perfino alcuni campeggi. Una città adatta soprattutto perché fornita di uno stadio di buone dimensioni. Tra l’altro l’amministrazione locale, che da anni dice di voler rilanciare l’immagine della cittadina trapanese, aveva avallato l’iniziativa, come sottolineano gli organizzatori “sembravano d’accordo su tutto, avevamo anche scritto dei preliminari di concessione dello stadio”.
Su tutti i muri della Sicilia erano già appese le locandine del Sikelian Hell (il nome del festival), e le prime prevendite avevano iniziato ad andare a ruba. Poi però qualcosa nel contesto è mutato. “Sono arrivato ad Alcamo per prendere le autorizzazioni protocollate e iniziare i preparativi, ma quando ho cercato di mettermi in contatto con l’assessore competente, ho capito che c’era qualcosa che non andava” racconta Simone Vesco. L’assessore competente, ovvero Gianluca Abbinanti del Pd, ex rappresentante dei giovani del PPI, ad una settimana dall’inizio del festival gela con un sms gli organizzatori: “Ci sono problemi e non si tratta di Prefettura”. Quando poi Simone chiede d’incontrarlo capisce che il contesto è mutato: “Il problema principale era che il vescovo aveva promosso una raccolta firme contro il concerto metal, ed aveva minacciato una manifestazione davanti lo stadio per i giorni della festival.” Che il vescovo di Trapani, Monsignor Francesco Miccichè, si scagli contro un concerto metal, genere non proprio gradito all’interno del Vaticano, è più che comprensibile. Lo è meno il fatto che le assicurazioni e la disponibilità dell’amministrazione si siano sciolte immediatamente dopo i moniti clericali. Ovviamente il sindaco di Alcamo Giacomo Scala, anche lui democratico ed ex popolare, si è subito appellato alla burocrazia: “ non è vero che ho ritirato l’autorizzazione dopo il monito del Vescovo, semplicemente l’autorizzazione non c’è mai stata”.Tutto vero, ma come dice Simone Vesco “le autorizzazioni c’ erano state tutte accordate verbalmente, abbiamo commesso l’errore di fidarci.”
Le chitarre gracchianti e le borchie hanno rischiato di procurare un piccolo incidente diplomatico tra apparato Statale e Chiesa Cattolica, un incidente che rischiava di costare caro in tempi d’elezioni. L’annullamento del festival non è stato preso molto bene da chi magari aveva già acquistato il biglietto ed aveva prenotato l’albergo. In certi casi a protestare sono anche i gestori di hotel che hanno visto annullate un gran numero di prenotazioni. Una situazione del genere non poteva che rivelarsi un boomerang per gli amministratori, tra l’altro di centro- sinistra (soprattutto centro). Infatti tra diavolo e acqua santa il sindaco ha deciso di fare il Ponzio Pilato, lavarsi le mani e passare la palla alla Prefettura, che, come dicono gli organizzatori, aveva già concesso l’autorizzazione. Tutto questo prima che il vescovo minacciasse di protestare davanti il palco con accoliti al seguito, rischiando di turbare l’ordine pubblico. Un piccolo caso di Cesaropapismo degli anni Duemila, dove il diavolo si mischia dannosamente con l’acqua santa, ed alla fine a metterci la coda non si sa più chi è stato.