Il ministro Tremonti ha firmato il decreto per il commissariamento del Credito Cooperativo Fiorentino di Verdini su cui Banca d’Italia aveva avviato la procedura per l’amministrazione straordinaria. A comunicarlo è una nota del Tesoro.
Sul credito cooperativo Fiorentino di Denis Verdini si era concentrata l’attenzione di Bankitalia che aveva avviato la procedura per l’amministrazione straordinaria con la proposta inviata al ministro dell’Economia per la scelta uno o più commissari, oltre che alla designazione di un comitato di sorveglianza. Il procedimento è stato avviato lo scorso 20 giugno, un mese prima delle dimissioni del presidente e dell’intero Cda consegnate ieri e protocollata mercoledì 21 luglio presso la segreteria del Ministero Economia e Finanze. E oggi firmata dal ministro.
La notizia ufficiale è arrivata oggi. Motivata dalle “gravi irregolarità nell’amministrazione e da gravi violazioni normative”. La proposta porta la data del 20 giugno. La nota di via Nazionale chiarisce gli esiti degli accertamenti ispettivi di vigilanza condotti nel marzo scorso presso la banca di Campi Bisenzio, dalla cui presidenza si è dimesso venerdì scorso Denis Verdini. Già alcune indiscrezioni dei giornali di oggi parlavano di “rilevanti irregolarità” nella gestione, finita nell’occhio del ciclone soprattutto per il rapporto con la Btp di Riccardo Fusi. Aspetti confermati nella nota dell’Istituto centrale che non fa cenno a perdite patrimoniali (una delle cause previste dal testo Unico Bancario per disporre l’amministrazione straordinaria). Messaggi rassicuranti sulla salute del Ccf sono giunti oggi dalla Federazione toscana delle Bcc, e dallo stesso collegio sindacale dell’istituto di Campi Bisenzio che hanno ricordato come, in tempi di grande attenzione ai ratios patrimoniali, la banca possa vantare un confortante Tier 1 del 12,54%. La Federazione, in particolare, ha sottolineato che “sulla base dei dati del bilancio 2009 e di evidenze relative all’esercizio in corso, può ragionevolmente ritenere che gli assetti patrimoniali dell’istituto siano tali da tranquillizzare soci e clienti”.
Da Roma aveva insistito per il commissariamento Elio Lannutti, presidente fondatore dell’Adusbef ora capogruppo in commissione finanze per l’Idv al Senato: “L’ufficio di vigilanza di Bankitalia – ha scritto in una interrogazione – ha l’obbligo di verificare gli eventuali rapporti incestuosi che in questo caso erano evidenti tra ‘parti correlate’, in una banca apparentemente gestita da un padre padrone che utilizzava lo sportello come una sorta di cassa continua, al di fuori delle regole e delle normative vigenti, per alimentare gli affari della cricca”.