È ormai iniziata nel paese, è indubitabile, una fase pre-elettorale. Il presidente del Consiglio non perde occasione di annunciare – o minacciare – elezioni anticipate, nel caso i dissidenti finiani non tornino all’obbedienza cieca al capo. E certamente in primavera si terranno le elezioni comunali in molte città italiane, tra cui Milano, Torino, Napoli, Varese, Cagliari, Siena… In questa situazione, l’opposizione a Berlusconi non può perdere tempo. Deve pensare una strategia comune. E proporre al più presto nomi credibili, che si candidino a guidare il governo e le città.
Come sceglierli? Oggi sul Fatto il politologo Gianfranco Pasquino ripropone le primarie. E chiede al Pd di mandare “in spiaggia, e non al largo in barca”, i suoi dirigenti e i suoi attivisti, “a spiegare le origini e lo svolgimento della crisi”. Invece di “offrire, come se fosse nella sua disponibilità, la carica di presidente del Consiglio un po’ a Tremonti e un po’ a Casini”. Le primarie, argomenta Pasquino, “sono lo strumento attraverso il quale un partito serio (sic) e rappresentativo (ri-sic) comunica con i suoi iscritti, i suoi ostinati elettori, i suoi potenziali elettori e, udite udite, i suoi oppositori nella leggendaria società, quand’anche non troppo civile. Nella campagna per le primarie, ovviamente aperte, che non significa ‘sregolate’ e neppure ‘orientabili’, non soltanto i candidati formulano idee e proposte, ma si fanno vedere in carne e ossa dai cittadini, interagiscono con loro, magari li ascoltano, si confrontano esibendo le loro personalità e le loro qualità”.
Che cosa ne pensano i lettori del Fatto? Sono d’accordo con l’idea di cominciare subito a preparare le primarie di coalizione, per scegliere il candidato premier (alcuni nomi sono già stati fatti, da Pierluigi Bersani a Nichi Vendola, fino a Luigi De Magistris…) e i candidati sindaci nelle città? Lanciamo questo sondaggio aspettando le vostre risposte, cari lettori, ma anche e soprattutto i vostri commenti, suggerimenti e considerazioni.
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