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Scuola, da Palermo a Pordenone
Si allarga la protesta dei precari

A Pordenone, una precaria è pronta a seguire lo stesso esempio dei colleghi di Palermo. Un altro caso che vede come protagonista Salvo Maria Carmela che fino allo scorso anno scolastico ha lavorato come precaria
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Disperazione, fino allo sciopero della fame. Si allarga la protesta dei precari della scuola che dopo anni di insegnamento non avranno più il posto. In sciopero della fame da più di una settimana di tre operatori scolastici a Palermo (uno di questi ieri ha dovuto farsi ricoverare in ospedale, ma appena dimesso ha ripreso la sua protesta), adesso anche dall’altro capo d’Italia, a Pordenone, una precaria è pronta a seguire lo stesso esempio. Un altro caso drammatico che vede come protagonista Salvo Maria Carmela, una donna di 55 anni che fino allo scorso anno scolastico ha lavorato, ogni anno assunta e licenziata, ma che quest’anno sa già che per lei non ci sarà un altro incarico, sia pur precario.

“Il 31 Agosto – racconta – a Pordenone saranno nominati i supplenti annuali e, nonostante io sia certa che quest’anno non rientrerò nell’esiguo numero dei fortunati, andrò ugualmente. Chi non è mai andato non sa, non può capire in che stato di angoscia tutto questo viene vissuto da ognuno di noi. Mano a mano che si scorre la graduatoria i posti diminuiscono quasi a dismisura, ma in cuor tuo continui a sperare che qualcuno rinunci, che non sia presente, inizia a guardare i part-time, anche i più piccoli spezzoni o le scuole arroccate in sperduti paesini di montagna, dove speri che nessuno voglia andare. Ma il precario andrebbe anche all’inferno, non ha scelta. Poi arriva il momento in cui i posti son finiti. Chi è rimasto fuori si guarda smarrito e quasi incredulo come me scoppia a piangere”. Nonostante la partita sia persa, la precaria di Pordenone non vuole rassegnarsi. “Io ho 55 anni – dice – Abilitata all’insegnamento nella scuola materna ed elementare, ho vinto due concorsi e, sinceramente, non ne posso più di questa annuale agonia!  Se già l’anno precedente sono riuscita ad insegnare, ma solo dai primi di ottobre? Cioé per il rotto della cuffia? Sono certa che resterò fuori, io come tante. Ma io vado lo stesso alle convocazioni, perché dopo le assegnazioni, attaccherò nell’aula magna un bel cartello in cui comunico ai colleghi e ai sindacati presenti che dal primo settembre io inizio lo sciopero della fame fino a quando non riceverò l’incarico”. Maria Carmela Salvo è disperata, tanto più che il suo compagno è da poco disoccupato. E presto la stessa sorte toccherà anche a lei.

di Augusto Pozzoli

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