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Fumogeno Torino, Gasparri: “Non arrestata la ragazza che lo ha lanciato perché figlia di pm”

Il capogruppo Pdl al Senato rilancia la polemica del ministro Sacconi e aggiunge il sospetto di "favori" grazie al ruolo del padre della giovane. In realtà per Rubina Affronte non sono scattate le manette semplicemente perché la legge non lo prevede
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“E’ una vergogna che quella ragazza non sia stata arrestata. Non vorrei che fosse così perché suo padre è un pm”. Alla scuola del Pdl di Gubbio Maurizio Gasparri torna polemicamente sul lancio di un fumogeno contro il segretario Cisl Raffaele Bonanni, avvenuto mercoledì alla festa democatica di Torino. Il capogruppo al Senato del Pdl si dice d’accordo con il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che aveva chiesto provvedimenti restrittivi contro la ragazza che ha lanciato il bengala”. Gasparri va oltre e insinua il dubbio che la 24enne Rubina Affronte, figlia di un pm della procura di Prato, non sia in galera grazie allo status del padre: “Sicuramente non è così – ha aggiunto sarcastico il senatore Pdl -ma non si può scherzare con il fuoco e con il fumo, perchè dovec’è il fumo c’è anche il fuoco”. E ha poi tirato in ballo i vertici dell’associazione nazionale magistrati: “Chiedo a Palamara, che parla su tutto, perchè non hanno arrestato quella ragazza?”

Senza scomodare Palamara e le presunte parentele illustri, al senatore Gasparri sarebbe bastato leggere uno dei giornali più vicini al suo partito, che oggi spiega perché la legge non preveda l’arresto per un gesto come quello di mercoledì. Libero, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, spiega che “Rubina Affronte è stata denunciata per “accensione e lancio di oggetti pericolosi”, reato che prevede l’identificazione ma non l’arresto”. Stupisce che Gasparri non lo sappia. Anche perché gli basterebbe chiedere al fratello Clemente, generale dei Carabinieri, per scoprire i meccanismi della legge. Oppure, più semplicemente, il senatore potrebbe ripesacare dai suoi archivi il dibattito parlamentare del 2001, proprio su questo tema. Scrive oggi Libero: “Nel 2001 si è discusso a lungo di una legge che consentisse l’arresto obbligatorio per lancio di oggetti pericolosi. Una mossa a sostegno di chi dovrebbe mantenere l’ordine pubblico negli stadi. Eppure nessuno approvò quella norma. Nemmeno ristretta agli stadi. Non era forse il caso di pensarci a suo tempo più che invocare le manette adesso? Chi oggi dice arrestate Rubina, cosa immagina? Che magari un poliziotto faccia una forzatura al codice di procedura, per poi ritrovarsi a dibattimento di fronte a un pm che ribalta le parti e condanna l’uomo in divisa?”. Insomma, si può essere d’accordo o meno, ma Rubina non è stata arrestata semplicemente perché la legge attuale non lo prevede.

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