Dal consiglio dei ministri di stamani doveva uscire il nome del nuovo ministro dello sviluppo economico, come promesso dal premier. Invece si è parlato di altro. Dei numeri della maggioranza. E Silvio Berlusconi ha garantito che “non è in corso nessuna compravendita di parlamentari” perché i “voti in più che avrò verranno per la maggior parte da chi è stato eletto nel centrodestra”. E’ uno dei passaggi del ragionamento fatto dal cavaliere parlando del discorso programmatico che terrà a Montecitorio e in Senato. Il nodo rimangono i numeri. Anche perché l’opposizione intende presentare una mozione di sfiducia a Berlusconi come ministro dello sviluppo economico ad interim. Servono 316 uomini.
Il gruppo di responsabilità nazionale lanciato da Francesco Nucara è miseramente fallito. In appena 24 ore si è svuotato come un sufflè tra le smentite dei presunti aderenti e l’epitaffio scritto di suo pugno: “Non si è iscritto nessuno”. I finiani continuano a garantire la fiducia al Governo ma ovviamente il premier non si fida. E così cerca ancora di avvicinare e far avvicinare possibili. Ma non di compravendita si tratta, dice Berlusconi. Eppure il deputato dell’Italia dei Valori, Antonio Razzi, racconta di aver ricevuto una vera e propria offerta in cambio del suo voto: “Si è parlato di pagarmi il muto e darmi un posto nel Governo, ma la proposta più concreta è stata la rielezione sicura”. Razzi è uno dei quattro eletti con l’Idv indicati come possibili stampelle all’attuale esecutivo.
Incassato un diniego, stamani Berlusconi ha ricevuto l’aperto sostegno del movimento di Raffaele Lombardo che, in un’intervista al Corriere della Sera, ha chiarito la posizione del suo gruppo garantendo la piena fiducia al Governo. “La mia è una fiducia molto esigente, non gratuita. Non faccio parte dell’area della responsabilità e non darò nessuna fiducia cieca”, ha detto. “Voglio leggere il programma, vedere cosa succede sulla giustizia ed accertarmi che, per il Sud, non ci siano solo miraggi e un po’ di fumo. Farò di tutto per scongiurare che Berlusconi vada in crisi. Ma se succede sono pronto ad aderire a qualunque governo che riformi la legge elettorale. Con gli uomini di Fini abbiamo avviato un leale percorso di condivisione”. I contatti sono dunque ancora in corso. Ma dal Pdl negano categoricamente che siano in corso compravendite.
La dichiarazione ufficiale è stata affidata al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. “Diversamente da quanto riportato da alcuni organi di informazione, non esiste alcuna campagna acquisti in atto da parte di Berlusconi e degli esponenti del centrodestra”, ha assicurato. “Esiste invece – spiega – un confronto con alcuni parlamentari che non si riconoscono più in una opposizione estremista e che, per senso di responsabilità, sono disposti al dialogo. Spiace rilevare – osserva – il solito strabismo di chi plaude al passaggio di parlamentari dalla destra alla sinistra (considerandoli eroi della libertà di pensiero) e critica invece qualsiasi ipotesi di collaborazione tra eletti nelle file dell’opposizione e la maggioranza che sostiene il governo. E’ il solito gioco dei due pesi e due misure a cui una certa stampa e certi intellettuali – conclude il ministro – ci hanno abituato dal 1994”.