Hanno rilasciato false certificazioni sanitarie sui rischi in attività di lavoro e hanno indotto anche con minacce gli imprenditori a rivolgersi a consulenti di lavoro “loro amici”. Per questo tre ispettori dell’Asl Caserta 2 e tre consulenti del lavoro sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, nel casertano. Oltre a cantieri edili, l’organizzazione si è “occupata” anche dell’azienda farmaceutica “Dsm” di Capua, dove l’11 settembre scorso sono morti tre operai asfissiati mentre lavoravano in un silos che avrebbe dovuto essere vuoto e bonificato.
In manette Aldo Nuzzo, Pasquale D’Amore, Donato Faraone (i tre ispettori del lavoro), Antimo Marcello, Luigi Marcello e Francesco D’Angiolella (i tre consulenti del lavoro). Le accuse sono a vario titolo associazione a delinquere, falsità ideologica, corruzione, concussione, rifiuto d’atti d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico. L’indagine ha mostrato che gli ispettori del lavoro compivano verifiche in cantieri e con la minaccia di bloccarne l’attività e di fare multe elevate imponevano di rivolgersi a consulenti del lavoro amici per la predisposizione dei documenti e delle certificazioni previste dalla normativa per la sicurezza sui luoghi di lavoro, in particolare del Dvr (Documenti di valutazione rischi).
Nel corso delle indagini, sono stati effettuati accertamenti su cantieri edili a Santa Maria Capua Vetere ed in alcuni comuni vicini, per verificare l’effettiva esistenza presso quelle imprese della presunta falsa documentazione. In totale, a seguito di tali controlli, sono stati sequestrati sette cantieri edili.
Gli accertamenti svolti dai carabinieri hanno inoltre dato la possibilità di accertare l’esistenza di un rilevante fenomeno di assenteismo, di cui sono risultati presunti responsabili gran parte dei dipendenti del dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Santa Maria Capua Vetere, che effettuavano una vidimazione collettiva dei cartellini, affidati a poche persone. Le indagini, il 29 aprile scorso, avevano già consentito ai carabinieri di arrestare in flagranza quattro dipendenti, mentre altri nove erano stati denunciati, in stato di libertà, con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato.