I toni si scaldano in aula con l’intervento di Antonio Di Pietro, che accusa Berlusconi di essere uno “stupratore della democrazia”. Duro anche Pierferdinando Casini che definisce il premier “Alice nel paese delle meraviglie”, e del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che si scaglia anche contro la Lega: “Avete votato leggi a favore della cricca”.
“Stupratore della democrazia”, membro di “massoneria deviata”, “inventore di una corruzione di nuovo conio”, “spregiudicato illusionista”. Il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, scalda così gli animi durante il suo intervento in risposta alla replica del presidente del Consiglio. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è costretto a richiamare Di Pietro due volte e ha ripetutamente invitato i deputati della maggioranza, che per protesta hanno poi abbandonato l’aula, a mantenere la calma. Durante l’intervento dell’ex pm, persino il premier è andato a lamentarsi con Fini. E’ stato l’unico scambio tra i due. Un intervento duro, quello di Di Pietro.
“Bando alle ipocrisie – ha esordito il leader Idv, rivolgendosi al premier- lei ha chiesto la fiducia perche’ una parte della sua coalizione ha lanciato la questione morale che riguarda la sua persona. Quella di oggi è una fiducia alla sua persona, se di lei ci si può fidare o meno. Lei è uno spregiudicato illusionista, anzi pregiudicato. Anche oggi ha raccontato un sacco di frottole agli italiani”.
“L’unica cosa che ha saputo fare -ha incalzato Di Pietro– è una miriade di leggi per risolvere affari e processi suoi e della sua cricca”. Il leader Idv ha attaccato il Cavaliere accusandolo di compravendita di parlamentari: “Lei è l’inventore di una corruzione di nuovo conio più moderna e spregiudicata. Lei non è un presidente del Consiglio ma uno stupratore della democrazia”. Ed ancora: “A lei non interessa nulla del bene comune, ma e’ entrato in politica per sfuggire” alla giustizia e “noi ci stiamo battendo per liberare Paese da un soggetto come lei che usa le istituzioni solo per farsi gli affari suoi”. Il leader dell’Idv ha poi riconfermato, in Transatlantico, le sue dichiarazioni: “Ho detto solo cose vere”. Di Pietro è intervenuto nello spazio riservato alle dichiarazioni di voto, dopo la replica del premier.
Duro anche l’intervento di Bersani. “Questa è una fiducia messa per debolezza, nessuno vuole il cerino in mano, è la fiducia del cerino. Ma ci vuole un passaggio elettorale, con più civili regole elettorali, perché il paese non può più aspettare”. Bersani ha così chiesto le dimissioni del governo. “Le elezioni ve le siete rimesse in tasca voi – ha affermato Bersani – oggi non si apre una pagina nuova, si chiude una pagina vecchia”.
“Lei arrivò con un sogno, poi il sogno è diventato favola e la favola si e’ dispersa in mille bolle di sapone. Lei fa dire ai suoi telegiornali che è l’uomo del fare e non del teatrino politica, ma lei è l’impresario di questo teatrino. Sono 15 anni che la politica fa il girotondo attorno ai suoi affari”, ha aggiunto Bersani. E poi si è rivolto al Carroccio: “Cara Lega, quando vi siete stancati di osannare i vostri ministri, volete spiegarmi perché avete votato tutte le leggi che aiutano la cricca?”.
“I deputati vanno e vengono, viviamo nei paradisi fiscali della politica, le carriere sono al portatore, le leggi sono al portatore”, ha proseguito. Il leader del Pd ha definito Berlusconi “l’impresario” della maggioranza che per 15 anni “ha fatto girare l’Italia intorno ai suoi problemi” e “se indica, come è successo questa estate, con un dito un malcapitato, lui va alla gogna”.
E ancora: “Parlate del governo del fare, ma del fare che cosa? E’ 10 anni che governate con la Lega. Sette degli ultimi nove. Volete farci un riassunto, non in cinque punti di ribollita ma in due o uno, in cosa è migliorata l’Italia? E se non succede niente di concreto non può essere solo colpa del nemico, dei magistrati, dei comunisti, dei rom, della Corte costituzionale. Ma quanto volete governare perché sia colpa vostra: 80 anni?”.
Anche il leader dell’Udc ha tenuto un intervento aspro nei toni. Silvio Berlusconi come “Alice nel Paese delle meraviglie”, ha “seguito la scorciatoia del pallottoliere ed ha fatto un discorso di buone intenzioni. Ma sa già di non poterle realizzare con questa maggioranza. Si prepara a tirare a campare nel teatrino della politica come tutti gli altri prima”, ha detto Pier Ferdinando Casini annunciando il no dell’Udc alla fiducia.
“I 316 voti non ci saranno, siete distanti”, ha sentenziato il leader dell’Udc. “Noi prendiamo atto di questa realtà, siamo soddisfatti? No. Siamo tristi. Se il Paese non cambia strada andremo nel baratro. Cambiamo strada, facciamolo assieme e subito”. Casini ha premesso: “Questa giornata è l’epilogo di una stagione caratterizzata da odio, ricatti, dossier, troppi rancori verso le istituzioni e verso uomini colpiti anche nei loro affetti più intimi. Una stagione triste, che speriamo si chiuda oggi perché ha disgustato gli italiani, alle prese con problemi più seri”. Casini ha proseguito: “Noi continuiamo per la nostra strada, l’opposizione repubblicana, che coincide con la responsabilità e nulla ha a che fare con il trasformismo, cancro della vita democratica. Noi rispettiamo lei, speriamo lei rispetti noi”. Casini ha accusato Berlusconi di aver “presentato un elenco di buone intenzioni: realizzi questi punti, noi li voteremo questi provvedimenti”. Ma “questo non è il primo giorno di scuola, sono gli stessi buoni propositi dal ’94, se non li ha realzizati la colpa non puo’ essere sempre e solo degli altri. E’ lei che ne deve rispondere”.