La fecondazione assistita non è etica, per questo il premio Nobel per la medicina a Robert Edwards non è giusto. Sono le dure critiche che giungono dal Vaticano e dagli ambienti cattolici italiani alla scelta del Karolinska Institutet. Se nella mattinata, dopo la diffusione della notizia, i ricercatori italiani impegnati in questo campo avevano espresso la loro soddisfazione e la conseguente necessità di rivedere in Italia la legge 40 che regola le tecniche di riproduzione assistita, poche ore dopo, i movimenti etici cristiani e i docenti degli atenei cattolici hanno espresso il loro sdegno.
Il presidente della Pontificia Accademia della Vita, monsignor Ignacio Carrasco, ha accusato il neo-premio Nobel di essere la causa del“mercato degli ovociti”, della morte degli embrioni abbandonati e anche dello “stato confusionale della procreazione assistita”. “Senza Edwards – ha aggiunto – non ci sarebbero in tutto il mondo un gran numero di congelatori pieni di embrioni che nel migliore dei casi sono in attesa di essere trasferiti negli uteri, ma che più probabilmente finiranno per essere abbandonati o per morire e questo è un problema la cui responsabilità è neo-premio Nobel”. Infine, ha sottolineato che “senza Edwards non ci sarebbe l’attuale stato confusionale della procreazione assistita con situazioni incomprensibili come figli nati da nonne o mamme in affitto”. Edwards, stando all’opinione del monsignore, non ha risolto “il problema dell’infertilità, che è un problema serio, né dal punto di vista patologico né epidemiologico”.
Molti i dubbi lasciati aperti “dallo spreco di vite umane che si realizza con gli embrioni, spesso prodotti già in partenza con lo scopo di non far nascere” bambini, ha detto padre Gonzalo Miranda, docente di bioetica all’università Pontificia “Regina Apostolorum” a Roma. Per lui questo spreco “equivale a una vera e propria uccisione” e quindi – sempre secondo il religioso – se ci fosse un Nobel per l’etica, Edwards non lo meriterebbe di certo. “È una nomina che ci sorprende – ha affermato il monsignor Jacques Suaudeau della “Pontificia accademia per la vita” -. In questo caso Edwards non ha fatto altro che applicare una tecnica che già esisteva all’uomo, e così facendo ha superato un limite etico”. Anche se è vero che ”con la fecondazione in vitro sono nati circa 3 milioni di bambini, si può tutelare la vita anche adottando figli. Bisogna poi considerare che ci sono l’80% degli embrioni che vengono distrutti, questo è il prezzo che si paga”. Sempre un membro della “Pontificia accademia per la vita”, monsignor Roberto Colombo, docente della Cattolica di Milano e appartanente al Comitato nazionale di bioetica, sostiene che “la fecondazione in vitro suscita gravi interrogativi morali quanto al rispetto della vita umana nascente e alla dignità della procreazione umana”.
Il problema principale per l’associazione “Scienza & Vita”, vicina alla Conferenza episcopale italiana, è la “visione riduzionistica della vita insita nelle procedure di fecondazione artificiale, nelle quali l’essere umano si traduce da soggetto a oggetto, vale a dire a mero ‘prodotto del concepimento’”. “Il progresso delle biotecnologie non significa sempre progresso etico”, aggiungono.
I PRO – Per molti ricercatori laici questo premio Nobel è meritato e spinge a riformare la legge 40 per concedere più libertà alla scienza. A Edwards “dobbiamo gratitudine per le intuizioni brillanti non solo di ordine biologico ma anche genetico ed etico”, ha dichiarato Carlo Flamigni, uno dei massimi esperti sulle tecniche nate dagli studi dello scienziato inglese . Per lui resta un obiettivo, il miglioramento delle gravidanze fra le donne over-40, “quelle che hanno maggiori problemi”. Per Severino Antinori, presidente dell’Associazione mondiale della medicina riproduttiva, la notizia è positiva, anche se “è una grande ingiustizia. Edwards meritava il Nobel 30 anni fa”, al momento della prima nascita in vitro. “In ogni caso è una vittoria contro tutti i pregiudizi etici e morali”, afferma Antinori che ricorda quando Edwards gli “fece molti complimenti” al suo lavoro “e in generale sul lavoro degli italiani, purtroppo frenato dalla legge 40”: “Anche io, come lui, ho avuto contro parte del mondo accademico e i cosiddetti ‘difensori dell’etica’, che considerano illecite le nostre sperimentazioni. Lo stesso Edwards ha fatto più di 50 cause contro i giornali che lo attaccavano, considerandolo una sorta di ‘Frankenstein’ della fecondazione. Oggi questo premio è una rivincita per gli scienziati laici, anche se con grande, colpevole ritardo”.
Per Claudio Giorladino, presidente della Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno fetale, questo riconoscimento “colma una grande lacuna” che “in Italia dovrebbe promuovere una riflessione libera da ideologie” sulla legge 40. Questa materia “deve essere lasciata al buon senso comune e soprattutto alla libertà dei ricercatori, che comunque la pensino hanno un loro codice etico ben preciso”. In Italia, “per fortuna la Cassazione ha rimediato alle grandi ingiustizie presenti nella legge 40 nei confronti della madre, e ha ridato all’embrione la possibilità di essere rispettato”.
“Occorre infatti rivedere in senso liberale la nostra legge in materia di fecondazione assistita”, fa sapere il presidente della Consulta di Bioetica, Maurizio Mori, che definisce questo premio come un vittoria sull’oscurantismo: “Questo prestigioso riconoscimento allo scienziato di Cambridge certifica non solo l’alto valore scientifico del suo lavoro, ma anche l’alto valore etico delle sue scoperte, che rendendo possibile il trattamento dei problemi della sterilità hanno ampliato la libertà di scelta delle persone in materia riproduttiva. Il valore simbolico del riconoscimento è ancora più grande se si pensa a quanto ancora oggi, soprattutto nel nostro Paese, sulle tecniche di fecondazione assistita pendano le condanne morali degli ambienti legati a visioni tradizionaliste della vita e della riproduzione”.
Altre dichiarazioni a sostegno di Edwards arrivano dall’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica: “Per fortuna Robert Edwards non ha mai vissuto in Italia, poiché nel nostro tempo senza sperimentazione – in Italia vietata indirettamente dalla legge 40 – Edwards non avrebbe mai raggiunto questi risultati”, afferma Filomena Gallo, presidente dell’associazione Amica Cicogna e vice segretario dell’associazione Coscioni. “In Italia la legge 40/2004, senza alcuna motivazione scientifica e giuridica, vieta di utilizzare tutte le possibilità introdotte da Edwards – spiega -. Solo gli interventi dei tribunali italiani e della Corte Costituzionale hanno consentito di avere un minimo di garanzie e di rispetto dei diritti individuali”.
Per lei questo riconoscimento è “una lezione per il Governo italiano che dimentica il rispetto dei diritti dei cittadini italiani in violazione del diritto alla migliore cura, del principio di uguaglianza, del rispetto della vita familiare e delle scelte individuali di ognuno di essi”.
Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale, sottolinea che per “i fondamentalismi religiosi, ideologici e politici”,“chi vuole figli e non li può avere secondo natura, deve annegare in un mare di tristezza”, mentre “chi vuol morire secondo natura deve prolungare la propria esistenza in un mare di sofferenza perché non è un più un abuso utilizzare i progressi della scienza per allungare il tempo della morte”.
Società
Esperti cattolici contro il Nobel a Edwards
Per i cattolici le scoperte di Edwards hanno favorito mercato degli ovuli e lo spreco di embrioni. Per i laici il premio rimette in discussione la legge 40 sulla fecondazione assistita.
La fecondazione assistita non è etica, per questo il premio Nobel per la medicina a Robert Edwards non è giusto. Sono le dure critiche che giungono dal Vaticano e dagli ambienti cattolici italiani alla scelta del Karolinska Institutet. Se nella mattinata, dopo la diffusione della notizia, i ricercatori italiani impegnati in questo campo avevano espresso la loro soddisfazione e la conseguente necessità di rivedere in Italia la legge 40 che regola le tecniche di riproduzione assistita, poche ore dopo, i movimenti etici cristiani e i docenti degli atenei cattolici hanno espresso il loro sdegno.
Il presidente della Pontificia Accademia della Vita, monsignor Ignacio Carrasco, ha accusato il neo-premio Nobel di essere la causa del“mercato degli ovociti”, della morte degli embrioni abbandonati e anche dello “stato confusionale della procreazione assistita”. “Senza Edwards – ha aggiunto – non ci sarebbero in tutto il mondo un gran numero di congelatori pieni di embrioni che nel migliore dei casi sono in attesa di essere trasferiti negli uteri, ma che più probabilmente finiranno per essere abbandonati o per morire e questo è un problema la cui responsabilità è neo-premio Nobel”. Infine, ha sottolineato che “senza Edwards non ci sarebbe l’attuale stato confusionale della procreazione assistita con situazioni incomprensibili come figli nati da nonne o mamme in affitto”. Edwards, stando all’opinione del monsignore, non ha risolto “il problema dell’infertilità, che è un problema serio, né dal punto di vista patologico né epidemiologico”.
Molti i dubbi lasciati aperti “dallo spreco di vite umane che si realizza con gli embrioni, spesso prodotti già in partenza con lo scopo di non far nascere” bambini, ha detto padre Gonzalo Miranda, docente di bioetica all’università Pontificia “Regina Apostolorum” a Roma. Per lui questo spreco “equivale a una vera e propria uccisione” e quindi – sempre secondo il religioso – se ci fosse un Nobel per l’etica, Edwards non lo meriterebbe di certo. “È una nomina che ci sorprende – ha affermato il monsignor Jacques Suaudeau della “Pontificia accademia per la vita” -. In questo caso Edwards non ha fatto altro che applicare una tecnica che già esisteva all’uomo, e così facendo ha superato un limite etico”. Anche se è vero che ”con la fecondazione in vitro sono nati circa 3 milioni di bambini, si può tutelare la vita anche adottando figli. Bisogna poi considerare che ci sono l’80% degli embrioni che vengono distrutti, questo è il prezzo che si paga”. Sempre un membro della “Pontificia accademia per la vita”, monsignor Roberto Colombo, docente della Cattolica di Milano e appartanente al Comitato nazionale di bioetica, sostiene che “la fecondazione in vitro suscita gravi interrogativi morali quanto al rispetto della vita umana nascente e alla dignità della procreazione umana”.
Il problema principale per l’associazione “Scienza & Vita”, vicina alla Conferenza episcopale italiana, è la “visione riduzionistica della vita insita nelle procedure di fecondazione artificiale, nelle quali l’essere umano si traduce da soggetto a oggetto, vale a dire a mero ‘prodotto del concepimento’”. “Il progresso delle biotecnologie non significa sempre progresso etico”, aggiungono.
I PRO – Per molti ricercatori laici questo premio Nobel è meritato e spinge a riformare la legge 40 per concedere più libertà alla scienza. A Edwards “dobbiamo gratitudine per le intuizioni brillanti non solo di ordine biologico ma anche genetico ed etico”, ha dichiarato Carlo Flamigni, uno dei massimi esperti sulle tecniche nate dagli studi dello scienziato inglese . Per lui resta un obiettivo, il miglioramento delle gravidanze fra le donne over-40, “quelle che hanno maggiori problemi”. Per Severino Antinori, presidente dell’Associazione mondiale della medicina riproduttiva, la notizia è positiva, anche se “è una grande ingiustizia. Edwards meritava il Nobel 30 anni fa”, al momento della prima nascita in vitro. “In ogni caso è una vittoria contro tutti i pregiudizi etici e morali”, afferma Antinori che ricorda quando Edwards gli “fece molti complimenti” al suo lavoro “e in generale sul lavoro degli italiani, purtroppo frenato dalla legge 40”: “Anche io, come lui, ho avuto contro parte del mondo accademico e i cosiddetti ‘difensori dell’etica’, che considerano illecite le nostre sperimentazioni. Lo stesso Edwards ha fatto più di 50 cause contro i giornali che lo attaccavano, considerandolo una sorta di ‘Frankenstein’ della fecondazione. Oggi questo premio è una rivincita per gli scienziati laici, anche se con grande, colpevole ritardo”.
Per Claudio Giorladino, presidente della Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno fetale, questo riconoscimento “colma una grande lacuna” che “in Italia dovrebbe promuovere una riflessione libera da ideologie” sulla legge 40. Questa materia “deve essere lasciata al buon senso comune e soprattutto alla libertà dei ricercatori, che comunque la pensino hanno un loro codice etico ben preciso”. In Italia, “per fortuna la Cassazione ha rimediato alle grandi ingiustizie presenti nella legge 40 nei confronti della madre, e ha ridato all’embrione la possibilità di essere rispettato”.
“Occorre infatti rivedere in senso liberale la nostra legge in materia di fecondazione assistita”, fa sapere il presidente della Consulta di Bioetica, Maurizio Mori, che definisce questo premio come un vittoria sull’oscurantismo: “Questo prestigioso riconoscimento allo scienziato di Cambridge certifica non solo l’alto valore scientifico del suo lavoro, ma anche l’alto valore etico delle sue scoperte, che rendendo possibile il trattamento dei problemi della sterilità hanno ampliato la libertà di scelta delle persone in materia riproduttiva. Il valore simbolico del riconoscimento è ancora più grande se si pensa a quanto ancora oggi, soprattutto nel nostro Paese, sulle tecniche di fecondazione assistita pendano le condanne morali degli ambienti legati a visioni tradizionaliste della vita e della riproduzione”.
Altre dichiarazioni a sostegno di Edwards arrivano dall’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica: “Per fortuna Robert Edwards non ha mai vissuto in Italia, poiché nel nostro tempo senza sperimentazione – in Italia vietata indirettamente dalla legge 40 – Edwards non avrebbe mai raggiunto questi risultati”, afferma Filomena Gallo, presidente dell’associazione Amica Cicogna e vice segretario dell’associazione Coscioni. “In Italia la legge 40/2004, senza alcuna motivazione scientifica e giuridica, vieta di utilizzare tutte le possibilità introdotte da Edwards – spiega -. Solo gli interventi dei tribunali italiani e della Corte Costituzionale hanno consentito di avere un minimo di garanzie e di rispetto dei diritti individuali”.
Per lei questo riconoscimento è “una lezione per il Governo italiano che dimentica il rispetto dei diritti dei cittadini italiani in violazione del diritto alla migliore cura, del principio di uguaglianza, del rispetto della vita familiare e delle scelte individuali di ognuno di essi”.
Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale, sottolinea che per “i fondamentalismi religiosi, ideologici e politici”,“chi vuole figli e non li può avere secondo natura, deve annegare in un mare di tristezza”, mentre “chi vuol morire secondo natura deve prolungare la propria esistenza in un mare di sofferenza perché non è un più un abuso utilizzare i progressi della scienza per allungare il tempo della morte”.
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Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Giovedì prossimo 20 marzo, alle ore 9, avrà luogo alla Camera l'informativa urgente del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, sui recenti eventi sismici che hanno colpito l'area dei Campi Flegrei e sullo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.
Milano, 14 mar. (Adnkronos) - Il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, indagato per l'omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco, va confrontato con il Dna trovato "sotto le unghie della vittima e con le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine". E' quanto ha disposto, con un provvedimento del 6 marzo scorso, la giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli che ha autorizzato il prelievo coattivo della traccia biologica dell'indagato effettuato ieri.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Domani, alle ore 11:30, a Roma, nell’Europa Experience-David Sassoli (piazza Venezia, 6), si svolgerà l’incontro con i promotori dell’appello (che ha superato le 5mila adesioni) “Per un’Europa libera e forte”, lanciato dalla vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno. L’appello, si legge nel testo, “nasce dall’urgenza invariata che il Manifesto di Ventotene tracciò durante il secondo conflitto mondiale, per un’Europa federale e per un nuovo europeismo in difesa delle democrazie liberali e delle libertà dei popoli”.
Previsti, tra gli altri, gli interventi di Carlo Calenda, segretario di Azione; Riccardo Magi, segretario di Più Europa; Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa; Ivan Scalfarotto, responsabile Esteri di Italia viva; Christian Rocca, direttore de 'Linkiesta'; Nathalie Tocci e Nona Mikhelidze, dell’Istituto affari internazionali; Piero Fassino, deputato Pd; Alessandro Sterpa, professore dell’Università degli Studi della Tuscia; Sofia Ventura, professoressa dell’Università di Bologna; Vittorio Emanuele Parsi, professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; Angelo Chiorazzo, vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata; Stefano Ceccanti, professore dell'Università 'La Sapienza' di Roma; Giorgio Gori, eurodeputato Pd; Roberto Castaldi, politologo; Guy Verhofstadt, già Primo ministro del Belgio.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Nei Porti di Roma e del Lazio, il 2024 mette in luce un mercato delle crociere “fiorente”: sono 3.459.238 i crocieristi transitati nel corso dell’anno a Civitavecchia, in aumento del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2023; cifra che, stando alle previsioni, aumenterà di un ulteriore 2,8% alla fine dell’anno in corso. Lo riferisce l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, evidenziando che il nuovo record assoluto delle crociere traina anche il traffico totale dei passeggeri (crociere e autostrade del mare) che sfonda il muro dei 5 milioni (5.005.142).
Per quanto riguarda il settore delle merci, il network dei Porti di Roma e del Lazio, con un totale complessivo di poco più di 13 milioni di tonnellate di merci movimentate, registra una diminuzione pari al 6,5% (-905.333 tonnellate), legata – spiega l’Autorità – al calo delle merci solide del porto di Civitavecchia (-17,2%), in particolar modo al carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord, ormai prossima alla chiusura in vista del previsto phase out di fine anno e dove, negli ultimi dodici mesi, si sono sbarcate poco più di 100 mila tonnellate.
“Il grosso della perdita di quasi un milione di tonnellate è imputabile, principalmente, alla chiusura della centrale a carbone Enel e a scelte nazionali e di sistema prese negli ultimi 10 anni che vanno ben oltre le nostre competenze e che sono state imposte all’Autorità e che sono, anche, fuori dalla facoltà di ogni singolo operatore di compensare questa perdita”, fa presente infatti il Commissario Straordinario dell’Adsp, Pino Musolino, assicurando che però “il sistema nel complesso comunque tiene, con dati molto significativi e importanti nei porti di Fiumicino e Gaeta soprattutto nelle rinfuse e a Civitavecchia i dati in generale sono positivi e confortanti, tenuto conto delle due importanti crisi che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2024, vedendoci allineati alle stime di traffico della stragrande maggioranza dei porti italiani e mediterranei. Restiamo comunque vigili e monitoriamo la questione di Torre Valdaliga Nord – conclude Musolino – che rappresenta una ferita importante e un grande limite alla pianificazione e alla possibilità di fare dei ragionamenti concreti per il prossimo futuro rispetto al nostro sistema portuale”.
Si conferma il trend di crescita dei crocieristi imbarcati e sbarcati nel porto di Roma (+5,7%) che continua a caratterizzarsi sempre più come “home port”. In aumento anche il numero degli accosti delle città galleggianti che, con un totale di 841, crescono di 32 unità (+4%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E si registra un incremento percentuale, rispetto al 2023, delle altre categorie di rinfuse solide nel porto di Civitavecchia: la categoria dei “prodotti metallurgici, minerali di ferro…”, cresce del 54% per un totale di 546.990 tonnellate movimentate (+191.766), mentre è pari al 198,6% l’incremento della categoria “minerali grezzi, cementi e calci” che movimenta 175.991 tonnellate totali (+117.060 rispetto al 2023). In crescita anche le rinfuse liquide (+15,6%; +161.474), per un totale di 1.194.688 tonnellate.
Nella categoria “automezzi”, si segnala la crescita dell’8,3% (+15.390) delle “auto in polizza” per un totale di 200.969 auto movimentate. Segnali positivi dal porto di Fiumicino che registra un costante aumento (+10,6%) del traffico complessivo, costituito essenzialmente dai prodotti raffinati che servono l’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino, che superano i 3,4 milioni di tonnellate totali (3.414.153). Nel porto di Gaeta si evidenzia l'incremento del 17,8% delle merci solide (782.377 tonnellate totali) che bilanciano il calo del 10,8% delle merci liquide e contribuiscono, così, a mantenere sostanzialmente stabile il traffico complessivo del porto gaetano che, in totale, movimenta 1.799.438 tonnellate.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, ha presentato stamane alla Camera la proposta di riforma della legge 54/2006 sull’affidamento condiviso dei minori. L’iniziativa, promossa, con il contributo della senatrice Paola Binetti, mira a correggere le criticità della normativa vigente che, in molti casi, ha esposto i bambini al rischio di rimanere in contatto con genitori maltrattanti. “Nel 2023 le Forze di Polizia -spiega una nota- hanno ricevuto oltre 13.700 richieste di intervento per violenza domestica e negli ultimi cinque anni 427.000 minori sono stati esposti a maltrattamenti. In circa il 42% dei casi le violenze si sono consumate alla presenza dei bambini, con conseguenze devastanti sul loro sviluppo psicologico ed emotivo”.
“La proposta di legge punta a introdurre criteri più stringenti per l’affidamento, prevedendo l'affido esclusivo al genitore non violento nei casi di maltrattamento, il divieto dell’utilizzo della Sindrome di alienazione parentale (Pas) nei tribunali e procedure d’urgenza per la tutela dei minori”.
“La sicurezza dei bambini deve venire prima di qualsiasi principio astratto di bigenitorialità evitando che vengano affidati a genitori violenti” ha affermato Cesa, sottolineando l’importanza di una riforma che garantisca ai minori un futuro protetto. “Da sempre impegnati nella difesa della dignità della famiglia sottolineiamo l'urgenza di proteggere i figli da ogni situazioni di abuso” ha aggiunto Binetti, sostenendo che la famiglia deve restare un luogo di amore e crescita e non di paura e coercizione.