A volte le cricche ritornano. Cambiano regione, raggio d’azione, nome degli esecutori materiali, ma ruotano sempre attorno a parole come appalti, evasioni fiscali. Talvolta Stato. O Protezione civile. Società nate dal nulla, ma che godono di sponsorizzazioni politiche spudorate, alcune messe addirittura nero su bianco e firmate da 130 parlamentari di Forza Italia e a An. Questa volta le indagini colpiscono il clan dell’ingegnere a capo del regno dei cieli. Si chiama Giuseppe Spadaccini è di Pescara e fa vivere le sue società grazie soprattutto a un maxi appalto che gli venne messo su un piatto d’argento (a seguito di una trattativa privata) dalla Protezione civile: la gestione dei Canadair della protezione civile fino al 2014 alla sua Sorem. Spadaccini, ovvero l’occhio di Bertolaso dall’alto dei cieli delle emergenze, uno degli uomini più potenti nell’economia abruzzese legato tanto a Gianni Letta quanto a Fabrizio Cicchitto. Che non paga i suoi dipendenti da agosto, ma questo pare quasi un dettaglio.
53 anni, abruzzese di Chieti, nipote di Felice, vecchio notabile democristiano, Spadaccini da tre giorni è in carcere con l’accusa di essere a capo di un’associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale, un gruzzolo da 90 milioni di euro sottratto allo Stato. In parte, le società di Spadaccini, dalle casse pubbliche ricevevano il lavoro e alle casse pubbliche sottraevano denaro. Un mago, visto che riusciva anche a non pagare chi lavorava per lui in un settore delicato come quello dello spegnimento degli incendi. Con lui nell’inchiesta altre 23 persone, tutti rispettabilissimi professionisti che garantivano a Spadaccini l’aiuto per creare società fittizie all’estero, nel paradiso fiscale di Madeira in particolare, dove venivano accumulati i fondi neri. Ventiquattro le persone finite sotto inchiesta, di loro tredici sono agli arresti. Spadaccini non ha perso tempo: attraverso il suo avvocato, Sebastiano Ciprietti, ha già presentato ricorso al tribunale del riesame contro l’ordinanza del gip del tribunale di Pescara Guido Campli.
La storia di Spadaccini e della Sorem non nasce in questi mesi. Già nel 1997 la società che oggi è finita nella bufera giudiziaria, iniziò ad avere i primi problemi, proprio quando strappò l’appalto alla Sisam, società che all’epoca era controllata dall’Alitalia. Spadaccini, che insieme a Bud Spencer, all’anagrafe Carlo Pedersoli, controllava la società di Aerotaxi Air Columbia e che ancora prima aveva gettato le basi per la nascita di AirOne, presentò l’offerta nove minuti dopo la chiusura della gara d’appalto indetta dalla Protezione civile, guidata allora da Franco Barberi. Ma la Sorem ottenne tuttavia l’appalto attraverso una trattativa privata, nonostante la società non avesse piloti, esperienza né strutture per la manutenzione degli aerei.
Sulla scia di troppe difficoltà la Protezione Civile decide che a fine 2003, quando scadrà il contratto, l’ appalto alla Sorem non sarà rinnovato. Il direttore della Protezione Civile, Guido Bertolaso, fa trapelare l’ intenzione di indire una gara europea. E la battaglia riprende. Su due fronti, quello operativo e quello politico. La Sorem ha ormai 66 piloti, tra cui 8 canadesi, due francesi e un greco, gestisce 14 Canadair, e il servizio comincia a funzionare. Nel frattempo ben 130 parlamentari di Forza Italia e An, primo firmatario Fabrizio Cicchitto, scrivono a Berlusconi, denunciando le intenzioni discriminatorie contro la Sorem. Che diventa, sempre nel frattempo, uno dei principali inserzionisti pubblicitari dell’ Avanti, l’ organo dei socialisti confluiti in Forza Italia.
Così Spadaccini e la Sorem vanno avanti. Nel frattempo l’ingegnere abruzzese costruisce un piccolo impero dell’aviazione. La società oggi gestisce 19 Canadair della Protezione civile ed è proprietaria di altri 8 velivoli che vengono usati di supporto a terzi. Nell’azienda capogruppo, la Aeroservices Group, ci sono una serie di società per la manutenzione per grandi e piccoli aerei (la società San), una compagnia di voli di linea, executive e charter (ItAli) e addirittura una società pèer la formazione di piloti e tecnici aeronautici, la AirColumbia. Un gruppo da 90 milioni di euro all’anno di fatturato (solo casualmente la cifra coincide con quella evasa) e 500 dipendenti, molti dei quali senza stipendio da mesi, anche se questa volta Cicchitto non si è fatto portatore di nessuna lettera al premier Berlusconi.
Oltre a Spadaccini, gli ordini di custodia cautelare in carcere riguardano Francesco Valentini, avvocato, 44 anni, due cittadini portoghesi e un canadese ancora ricercato. Ai domiciliari sono stati posti, invece, il notaio pescarese Massimo D’Ambrosio, ritenuto “complice a tutti gli effetti di Spadaccini», colui che stipulava tutti i rogiti e «si prestava a riciclaggio di denaro”. Tra i nomi noti anche quelli di Leonardo Valenti, consulente pescarese, ex amministratore delegato del pastificio Delverde, e il commercialista di Chieti, Giacomo Obletter. Tra gli altri arrestati: Arcangela Savino, moglie di Valentini, e quattro collaboratori di Spadaccini: Gianfranco Bucci, Dante Silvi, Angela Fabrizio e Giordano Senesi.
Nell’ambito dell’operazione, che conta in totale 24 indagati, sono stati effettuati sequestri per quasi 12 milioni di euro. Sono stati posti sotto sequestro in particolare immobili per circa 6 milioni 800 mila euro di cui 5 a Pescara, 2 a Milano, 2 a Roma, 32 in un residence di Porto Rotondo, 2 a Gissi (Chieti); diritti d’uso su beni immobili pari a circa 250 mila euro; titoli societari per circa 3 milioni 700 mila euro delle società Sorem Srl, San Srl, e Air Columbia srl, detenute da Spadaccini direttamente e tramite la società Bytols; conti correnti bancari attivi riconducibili a Spadaccini per un valore superiore a 408 mila euro; uno yacht di 21 metri del valore di circa 516 mila euro, sempre in uso a Spadaccini.
di Emiliano Liuzzi
Cronaca
In manette Giuseppe Spadaccini
l’uomo di Bertolaso “nei cieli”
L'imprenditore pescarese affidatario dell'appalto per gestire la flotta dei Canadair della Protezione Civile è rimasto coinvolto in un'operazione della Guardia di Finanza per evasione fiscale internazionale da circa 90 milioni di euro
A volte le cricche ritornano. Cambiano regione, raggio d’azione, nome degli esecutori materiali, ma ruotano sempre attorno a parole come appalti, evasioni fiscali. Talvolta Stato. O Protezione civile. Società nate dal nulla, ma che godono di sponsorizzazioni politiche spudorate, alcune messe addirittura nero su bianco e firmate da 130 parlamentari di Forza Italia e a An. Questa volta le indagini colpiscono il clan dell’ingegnere a capo del regno dei cieli. Si chiama Giuseppe Spadaccini è di Pescara e fa vivere le sue società grazie soprattutto a un maxi appalto che gli venne messo su un piatto d’argento (a seguito di una trattativa privata) dalla Protezione civile: la gestione dei Canadair della protezione civile fino al 2014 alla sua Sorem. Spadaccini, ovvero l’occhio di Bertolaso dall’alto dei cieli delle emergenze, uno degli uomini più potenti nell’economia abruzzese legato tanto a Gianni Letta quanto a Fabrizio Cicchitto. Che non paga i suoi dipendenti da agosto, ma questo pare quasi un dettaglio.
53 anni, abruzzese di Chieti, nipote di Felice, vecchio notabile democristiano, Spadaccini da tre giorni è in carcere con l’accusa di essere a capo di un’associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale, un gruzzolo da 90 milioni di euro sottratto allo Stato. In parte, le società di Spadaccini, dalle casse pubbliche ricevevano il lavoro e alle casse pubbliche sottraevano denaro. Un mago, visto che riusciva anche a non pagare chi lavorava per lui in un settore delicato come quello dello spegnimento degli incendi. Con lui nell’inchiesta altre 23 persone, tutti rispettabilissimi professionisti che garantivano a Spadaccini l’aiuto per creare società fittizie all’estero, nel paradiso fiscale di Madeira in particolare, dove venivano accumulati i fondi neri. Ventiquattro le persone finite sotto inchiesta, di loro tredici sono agli arresti. Spadaccini non ha perso tempo: attraverso il suo avvocato, Sebastiano Ciprietti, ha già presentato ricorso al tribunale del riesame contro l’ordinanza del gip del tribunale di Pescara Guido Campli.
La storia di Spadaccini e della Sorem non nasce in questi mesi. Già nel 1997 la società che oggi è finita nella bufera giudiziaria, iniziò ad avere i primi problemi, proprio quando strappò l’appalto alla Sisam, società che all’epoca era controllata dall’Alitalia. Spadaccini, che insieme a Bud Spencer, all’anagrafe Carlo Pedersoli, controllava la società di Aerotaxi Air Columbia e che ancora prima aveva gettato le basi per la nascita di AirOne, presentò l’offerta nove minuti dopo la chiusura della gara d’appalto indetta dalla Protezione civile, guidata allora da Franco Barberi. Ma la Sorem ottenne tuttavia l’appalto attraverso una trattativa privata, nonostante la società non avesse piloti, esperienza né strutture per la manutenzione degli aerei.
Sulla scia di troppe difficoltà la Protezione Civile decide che a fine 2003, quando scadrà il contratto, l’ appalto alla Sorem non sarà rinnovato. Il direttore della Protezione Civile, Guido Bertolaso, fa trapelare l’ intenzione di indire una gara europea. E la battaglia riprende. Su due fronti, quello operativo e quello politico. La Sorem ha ormai 66 piloti, tra cui 8 canadesi, due francesi e un greco, gestisce 14 Canadair, e il servizio comincia a funzionare. Nel frattempo ben 130 parlamentari di Forza Italia e An, primo firmatario Fabrizio Cicchitto, scrivono a Berlusconi, denunciando le intenzioni discriminatorie contro la Sorem. Che diventa, sempre nel frattempo, uno dei principali inserzionisti pubblicitari dell’ Avanti, l’ organo dei socialisti confluiti in Forza Italia.
Così Spadaccini e la Sorem vanno avanti. Nel frattempo l’ingegnere abruzzese costruisce un piccolo impero dell’aviazione. La società oggi gestisce 19 Canadair della Protezione civile ed è proprietaria di altri 8 velivoli che vengono usati di supporto a terzi. Nell’azienda capogruppo, la Aeroservices Group, ci sono una serie di società per la manutenzione per grandi e piccoli aerei (la società San), una compagnia di voli di linea, executive e charter (ItAli) e addirittura una società pèer la formazione di piloti e tecnici aeronautici, la AirColumbia. Un gruppo da 90 milioni di euro all’anno di fatturato (solo casualmente la cifra coincide con quella evasa) e 500 dipendenti, molti dei quali senza stipendio da mesi, anche se questa volta Cicchitto non si è fatto portatore di nessuna lettera al premier Berlusconi.
Oltre a Spadaccini, gli ordini di custodia cautelare in carcere riguardano Francesco Valentini, avvocato, 44 anni, due cittadini portoghesi e un canadese ancora ricercato. Ai domiciliari sono stati posti, invece, il notaio pescarese Massimo D’Ambrosio, ritenuto “complice a tutti gli effetti di Spadaccini», colui che stipulava tutti i rogiti e «si prestava a riciclaggio di denaro”. Tra i nomi noti anche quelli di Leonardo Valenti, consulente pescarese, ex amministratore delegato del pastificio Delverde, e il commercialista di Chieti, Giacomo Obletter. Tra gli altri arrestati: Arcangela Savino, moglie di Valentini, e quattro collaboratori di Spadaccini: Gianfranco Bucci, Dante Silvi, Angela Fabrizio e Giordano Senesi.
Nell’ambito dell’operazione, che conta in totale 24 indagati, sono stati effettuati sequestri per quasi 12 milioni di euro. Sono stati posti sotto sequestro in particolare immobili per circa 6 milioni 800 mila euro di cui 5 a Pescara, 2 a Milano, 2 a Roma, 32 in un residence di Porto Rotondo, 2 a Gissi (Chieti); diritti d’uso su beni immobili pari a circa 250 mila euro; titoli societari per circa 3 milioni 700 mila euro delle società Sorem Srl, San Srl, e Air Columbia srl, detenute da Spadaccini direttamente e tramite la società Bytols; conti correnti bancari attivi riconducibili a Spadaccini per un valore superiore a 408 mila euro; uno yacht di 21 metri del valore di circa 516 mila euro, sempre in uso a Spadaccini.
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Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".