Dopo 16 anni l'ex ministro dà l'addio a Berlusconi: "Non ne potevo più. Ormai nel partito tutti pensano ad adulare il capo solo per fare carriera o arricchirsi"
“Sa, io posso aver sbagliato molte cose. Un liberale ha dentro il suo Dna l’idea del dubbio… Posso aver fatto delle battaglie inutili, o persino sbagliate, ho provato ad essere un garantista e so che questa per voi del Il Fatto è già una mezza bestemmia. Ma quello che non posso fare, e non ho mai fatto, è unirmi al coro dei laudatores imbambolati che cantano la gloria del capo e si commuovono quando ripetono ‘Meno male che Silvio c’è!’. A tutto c’è un limite no?”.
Persino lui, l’uomo del “decreto Biondi”, Alfredo Biondi, 80 anni, liberale di antica data, ha finito per gettare la spugna. Dopo essere stato il ministro simbolo del primo governo Berlusconi, adesso dice addio al Pdl, al Cavaliere, a vent’anni di storia, a “un amico”, se ne va senza rancore, senza sbattere la porta, ma con una punta di ironia sulfurea: “Sa, io sono entrato in politica con l’idea che si possono fare mille compromessi. Ma che non si può fare carriera per adulare un capo, né arricchirsi”. Biondi ha rotto per il suo dissenso sul procedimento contro Gianfranco Fini. Ma aggiunge anche di aver sentito crescere dentro di sé un malessere crescente: “Mi sono reso conto che, nell’ultimo anno in Parlamento, avevo votato in maniera difforme dal partito su tutte le questioni della laicità e delle libertà individuali”.
Ministro…
Macché ministro!
Senatore…
Non lo sono da due anni.
E quindi?
Avvocato, più semplicemente. Ma in fondo sono un tergicristallo (e ride).
Prego?
No, non mi sono ancora rincoglionito, ma ha capito bene. Vede, rispetto a quelli nati con le certezze delle ideologie, noi liberali eravamo come tergicristalli. Siamo cresciuti con una dialettica interiore, con un dubbio: ‘Sì-No, Sì-No’.
Oggi, con il tergicristallo sul “No”, l’hanno cercata tutti i giornali…
Buffo, vero? È la prova che uno diventa importante solo quando non c’è più. Mi sento come un personaggio di Gogol!.
Ma lei non è sparito. Lei se n’è andato!
Sì, sono d’accordo con quello che dice Fini. Anche nel centrodestra, sulle questioni della legalità, non si possono fare deroghe. E sui diritti civili sto soffrendo da anni.
Ad esempio?
Sulla fecondazione assistita, sui contratti di unione solidale, o i Pacs, o come li volete chiamare. Fino al 2008 ho votato sempre contro, applaudito da Vendola e da Pisapia, che considero un galantuomo e guardato come un marziano dai miei compagni di partito. Ma si può?
C’è meno libertà nel Pdl che nella prima Forza Italia?
Su questi temi senza dubbio.
Ma ci sono altri laici, nel Pdl?
Dice? C’erano ‘i socialisti di sua maestà’… Che però adesso sono i socialisti di… ‘sua santità’. Nel senso della devozione per il pontefice, intendo.
I nomi non li fa?
Ma certo. Avete visto Sacconi? Una conversione sorprendente. Siccome è veneto si è messo in testa che per stare nel Pdl deve essere anche devoto.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso?
Volevano discutere la questione di Fini nell’ufficio di presidenza, che è un gruppo di consulenti di Berlusconi. Eh no, ho detto e scritto: ci vuole la direzione nazionale. Non mi hanno nemmeno risposto!!!
Con Berlusconi non ci ha parlato?
Venti minuti fa, era lui quando trovava occupato. Mi ha colpito che non mi abbia detto: ‘Perché non resti?’.
Non ci credo.
È così. Ha detto: quando tornerai ammazziamo il vitello grasso. Non è la stessa cosa. Lui non chiede, capisce?
Dicono: Biondi è amareggiato perché non è stato ricandidato…
Ma sono pazzi? Ho fatto nove legislature, come le Sinfonie di Beethoven!
Non mi dica che era contento di restar fuori?
Per nulla. Ero già vecchio e usurato nel 2008, figuriamoci ora. Però se fossero entrati dei giovani dinamici sarei stato felice. Ma vista la pletora degli yes-man che si sono affollati…
Cosa fa ora?
L’avvocato. Lo pratico da tre quarti di secolo e lo farò finché campo. Quindi per poco, eh, eh…
Chi è rimasto dei padri fondatori di Forza Italia?
Antonio Martino. Di cui immagino il disagio, anche se lui è molto riservato. Tutti gli altri sono stati già epurati: zaaac!
Ad esempio?
Il povero Jannuzzi, decapitato come me. Vedo che è scomparso Pera. E Urbani che entra ed esce dalla soffitta, eh, eh, eh… Siamo stati tutti sterminati.
Cosa pensa dei nuovi protagonisti come Scajola?
Mi provoca? Io ho una biografia di antiscajolismo nel curriculum. Una vita da onesto e implacabile avversario dello scajolismo da difendere. Non è che ho aspettato la casa a sua insaputa
È colpevole?
Sono garantista, gliel’ho detto. Attendo. Ma altre colpe, per me più gravi, le ha di sicuro.
Lo odia?
Ma no… Se posso dire, lo stimo persino, come persona. Ma la sua idea della politica, poi imposta a tutto il partito in Liguria, è feudale. Si immagini che mi ha costretto ad emigrare, l’ultimo anno alle elezioni, perché non voleva che fossi eletto nella mia regione. Questo è l’uomo!
Bertolaso?
Eh, eh, eh… Un mito infranto.
E Verdini?
Pensavo che vivesse confinato a via dell’Umiltà. Non immaginavo che trovasse il tempo per accudire una banca.
Che fa, un “liberale” come lei suggerisce il conflitto di interessi?
Le dico una cosa: a ottant’anni vivo in una casa in affitto, senza lussi né privilegi, non ho auto blu. La differenza fra quelli della mia generazione e questi, è che mai abbiamo pensato che ci si potesse arricchire.
Finirà insieme a Fini?
Mica ho la fregola di andare a fare il figurante! Mi piacerebbe costituire con qualche amico un nucleo di opinione che pesi nel dibattito del centrodestra.
Però Fini le piace…
Al congresso ha fatto un discorso da uomo di Stato.
Facciamo un test. Lei che pensa dello scudo?
Che ci sia un’immunità retroattiva alla funzione lo accetto. Che ci sia una protezione retroattiva per Berlusconi, no.
Non credo alle mie orecchie.
Sono garantista, ma non tollero l’impunità. Si tutela la funzione, non la persona. Spero che gli avvocati che ha intorno gli spieghino la differenza, a Silvio.
La vedo indignato
Per non dire della lotta alla mafia.
Adesso ruba il mestiere a noi!
Senta, io difendevo la famiglia Dalla Chiesa nel 1982.
Non è che con questo strappo ambisce a qualche ruolo?
Sono stato segretario del Pli, tre volte ministro, nove volte in Parlamento, adesso voglio diventare il sindaco di Staglieno, il cimitero monumentale. Ah, ah, ah. Sa che la vita è strana?
Perché?
Domani vado a comprare il Fatto, per la prima volta in vita mia. Non l’avrei mai detto. Con questa intervista guadagnate un lettore.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 24 gen. (Adnkronos Salute) - "La proposta di legge della Lega per interrompere l'adesione dell'Italia all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è non solo una scelta miope, ma un vero e proprio attacco alla salute pubblica e al ruolo del nostro Paese nel contesto internazionale", dichiara il presidente della Rete italiana delle città sane Oms, Lamberto Bertolè. "L'Oms - rimarca - rappresenta una delle istituzioni più importanti nella tutela della salute globale. Grazie al suo lavoro siamo stati in grado di affrontare pandemie, coordinare campagne di vaccinazione e rispondere a crisi sanitarie internazionali. Abbandonare questa organizzazione - ammonisce - significherebbe isolare l'Italia, privandola di risorse, informazioni e strumenti essenziali per garantire la sicurezza sanitaria dei cittadini. Una tale decisione è incomprensibile e profondamente irresponsabile".
Le città, in particolare, hanno un ruolo cruciale nell'attuazione delle politiche sanitarie globali a livello locale. La Rete italiana delle città sane, parte del programma Oms - ricorda una nota - da anni lavora per promuovere una cultura della salute e del benessere attraverso progetti di prevenzione, lotta alle disuguaglianze e promozione di stili di vita sani. "L'uscita dell'Italia dall'Oms - prosegue Bertolé - comprometterebbe la nostra capacità di tradurre le linee guida globali in azioni concrete per le nostre comunità. Vorrei ricordare che l'Oms è stata in prima linea durante la pandemia di Covid-19, fornendo non solo dati e linee guida, ma anche supporto ai sistemi sanitari nazionali. Pensare di poter affrontare le sfide sanitarie globali da soli, in un mondo sempre più interconnesso, è una pericolosa illusione. Dobbiamo anzi lavorare per rafforzare questa istituzione e aggiornare i suoi aspetti operativi, anche alla luce del nuovo scenario scientifico e geopolitico. Le sfide di salute pubblica vanno affrontate con tutte le armi a disposizione".
Infine, Bertolè lancia un appello accorato al Governo italiano e ai legislatori. "Chiedo con forza di respingere questa proposta e di riflettere sull'importanza della cooperazione internazionale in materia di salute. La salute è un diritto fondamentale, sancito dall'articolo 32 della nostra Costituzione, che impegna lo Stato a tutelare la salute come interesse della collettività. Uscire dall'Oms - precisa - significa mettere a rischio non solo il nostro Paese, ma anche il fragile equilibrio della salute globale, lasciando i cittadini più esposti a minacce sanitarie e privandoli di una protezione fondamentale. A tutte le città italiane e ai loro amministratori locali - conclude - lancio un appello: uniamoci per difendere la salute pubblica e per garantire che la voce dell'Italia resti forte e presente nei contesti internazionali dove si decidono le sorti della salute globale. Ogni passo indietro in questo campo rappresenta un rischio enorme per il futuro delle nostre comunità".
Roma, 24 gen (Adnkronos) - "I socialisti italiani non molleranno. Solleciteremo, a più riprese, il premier Meloni perché possa trovare il coraggio di condannare Trump sulla pena di morte. Lo faremo non per cercare lo scontro con un Paese amico ma per sollecitare un dibattito alto circa una grande questione". Lo dice Enzo Maraio, segretario del Psi.
"Capiamo il silenzio sulla grazia ai 1.500 assalitori di Capitol Hill, è questione interna, capiamo l’imbarazzo sui dazi, capiamo la difficoltà sulla strategia europea ma non possiamo consentire che il premier italiano scodinzoli con chi decide di rilanciare sulla pena di morte -prosegue Maraio-. L’Italia ha il dovere di condannare queste scelte, in ogni parte del Mondo e, soprattutto, quando entrano nell’agenda di governo di una grande democrazia. Ha il dovere di farlo quando qualcuno immagina di avviare una nuova stagione di morte nel nome di Dio".
"La Meloni convochi l’ambasciatore Usa in Italia per manifestare il disappunto sulla pena di morte", conclude il segretario del Psi.
Roma, 24 gen. (Adnkronos/Labitalia) - E' Marcella Mallen il presidente Prioritalia, la Fondazione di Manageritalia e Cida, nata nel 2017 per promuovere con ancor più forza l’impegno civile e sociale della comunità manageriale. A disegnarla per il secondo mandato consecutivo per gli anni 2025-28, il collegio dei soci fondatori espressione di Manageritalia, la Federazione dei dirigenti del terziario e Cida Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato.
Si rinnova per 2/5 anche il collegio dei fondatori di Prioritalia che vede tra i suoi componenti l’ingresso di Marco Ballarè presidente di Manageritalia e di Giancarla Bonetta nominata Vicepresidente Prioritalia. Confermati componenti del collegio oltre alla stessa Mallen anche Guido Carella (designazione Manageritalia) e Stefano Cuzzilla attuale presidente Cida.
“Sono orgogliosa - commenta Marcella Mallen, presidente Prioritalia - di essere stata designata da Manageritalia per continuare a guidare questa Fondazione, con la missione ambiziosa di costruire nuovi assetti e nuove alleanze, consolidando la nostra value proposition di civismo e sostenibilità integrata, perseguita in questi in anni e da cui ritengo non si può assolutamente tornare indietro. La transizione verso un mondo più sostenibile deve continuare e deve essere innanzitutto partecipata e dunque affermarsi come una priorità per tutti: governi, pubbliche amministrazioni, imprese, associazioni, scuole, università, centri di ricerca, cittadini. Per questo Prioritalia continuerà ad operare anche da attore protagonista all’interno dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), contribuendo a far crescere in Italia la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 e la conoscenza dei suoi 17 goals.
Marcella Mallen laureata in giurisprudenza, già presidente di Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria e di Cfmt- Centro di formazione manageriale del terziario - e docente di Diversity management e cambiamento organizzativo presso l’Università Lumsa di Roma, è presidente dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), già presidente di Prioritalia, la Fondazione delle organizzazioni dei manager Cida e Manageritalia, consigliera del Cnel e componente di Value@Work gruppo promosso dall’Istituto di Studi superiore sulla donna dell’ateneo pontificio Regina Apostolorum.
Rinnovato, per suoi 2/5, anche il consiglio direttivo con i nuovi ingressi di Luisa Quarta (designazione Manageritalia) e di Gian Angelo Bellati componente (designazione Cida) che andranno a cooperare con le stesse Mallen, Giancarla Bonetta e Paolo Bandiera (designazione Manageritalia).
"Le dirompenti crisi - si legge in una nota - che stiamo vivendo – innanzitutto geopolitiche, ambientali e demografiche – possono essere foriere di profonde trasformazioni economiche, sociali e culturali. Fondazione Prioritalia continuerà a lavorare per disegnare la mappa delle priorità e dei bisogni, per portare con il ruolo determinante della comunità manageriale e con essa tutto il Paese verso un nuovo modello di sviluppo, inclusivo equo e sostenibile".
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Sono lieto di poter ribadire insieme a lei i legami che legano Panama e Italia e la volontà di intensificare la nostra collaborazione in diversi campi. Quest'anno si attiverà il meccanismo di dialogo che è uno strumento di grande utilità per accompagnare l'aumento della nostra collaborazione". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale l'omologo di Panama José Raúl Mulino Quintero.
"È un onore essere qui in Italia poichè è la terra di mio nonno -ha sottolineato Mulino Quintero- Sono molto lieto di poter condividere questo momento con lei, è un'opportunità estremamente importante per il mio Paese. Ribadisco anch'io l'intenzione di intensificare i nostri legami di lavoro, di amicizia, a livello commerciale con l'Italia, un Paese amico che ci può aiutare anche nei rapporti con l'Unione europea".
Milano, 24 feb. (Adnkronos) - Il primo treno a idrogeno italiano è arrivato nel nuovo impianto di manutenzione e di rifornimento di idrogeno di Rovato. Il convoglio - che fa parte dei 14 acquistati da Fnm grazie ai finanziamenti di Regione Lombardia, anche tramite risorse Pnrr – è arrivato nel bresciano dal circuito di prova di Salzgitter (Germania) del costruttore Alstom. Lo fa sapere in una nota Fnm, in cui sottolinea che "l’impianto di Rovato, realizzato da Ferrovienord e dotato di attrezzature all'avanguardia, sarà, in Italia, il primo deposito specificatamente progettato e realizzato per la manutenzione dei treni a idrogeno nonché il primo impianto per il rifornimento di idrogeno per i treni". (FOTOGALLERY)
Nei prossimi giorni verranno effettuate, da parte del costruttore e fornitore dell’idrogeno Sapio, attività di collaudo dell’impianto stesso e test di rifornimento del treno. Nella giornata del 13 febbraio si terrà un evento di presentazione alla stampa, nel corso del quale sarà possibile visitare il sito di Rovato e il convoglio.
L’entrata in servizio commerciale dei treni a idrogeno in Valcamonica, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di FerrovieNord su cui il servizio è gestito da Trenord, fa parte del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano. Promosso da Fnm, FerrovieNord e Trenord, il progetto H2iseO - viene ricordato nella nota - "ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede, tra le altre cose, la realizzazione di 3 impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno (a Brescia, Iseo e Edolo), oltre all’impianto di manutenzione e rifornimento dei treni di Rovato".
Palermo, 24 gen. (Adnkronos) - Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, appreso dalla stampa della mancata attivazione delle pompe di sollevamento nel fiume Verdura, ha dato mandato all'assessore regionale all'Agricoltura Salvatore Barbagallo e al dirigente generale della Protezione civile Salvatore Cocina - che coordina anche la cabina di regia per l'emergenza idrica in Sicilia - di "avviare immediatamente tutte le iniziative necessarie per rimuovere questa situazione che ha definito «scandalosa». Un intervento che il governatore chiede, quindi, con la massima celerità perché non è accettabile che l'acqua possa continuare a essere dispersa in mare mentre cittadini, agricoltori e imprese della zona patiscono le conseguenze della siccità".
Palermo, 24 gen. (Adnkronos) - "Cambio di gestione all’Hotel delle Palme con l’ingresso del gruppo Mangia, che ha acquistato la struttura a cinque stelle di via Roma lo scorso aprile. Il passaggio della società Mare Resort dei Corvaja in liquidazione al gruppo proprietario della catena alberghiera Mangia’s, era attesa dopo le feste di fine anno. Nel frattempo l’attività non si è mai fermata. La curatela fallimentare nominata dal Tribunale esce quindi di scena con la consegna dell’’immobile al gruppo Mangia, che sarà operativo da febbraio". Così in una nota. "Nei prossimi giorni I sindacati incontreranno la nuova società per discutere del trasferimento dei lavoratori"
“Espleteremo l’esame congiunto per il passaggio di ramo d’azienda, per garantire il transito di tutti i 76 lavoratori, nel rispetto delle tutele necessarie – dichiarano il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e la segretaria Alessia Gatto – Si tratta di un gruppo solido e affermato nel panorama siciliano alberghiero di fascia alta. Per le lavoratrici e i lavoratori che provengono dalla chiusura per ristrutturazione dell’albergo ex Acqua Marcia, poi coinvolti nel passaggio al fondo Algebris e nelle vicissitudini e controversie dell’ultima gestione, culminata con la procedura di concordato preventivo, questa occasione rappresenta un orizzonte di stabilità occupazionale. L’hotel ha potuto continuare la sua attività in questi mesi con la curatela anche grazie alla presenza di lavoratori che, con le loro professionalità e competenze, hanno contribuito a dare lustro all’Hotel delle Palme e ad affermare la sua presenza sul territorio palermitano, attendendo la risoluzione delle varie controversie”.
“Il trasferimento comporterà il passaggio dalla vecchia proprietà, ma soprattutto dalla Mare Resort alla Grand Hotel Et Des Palmes gestita dal gruppo Mangia, con tutte le garanzie occupazionali – continuano Aiello e Gatto - La curatela è stata precisa e puntuale, l’albergo ha lavorato bene. È stato possibile proseguire un’attività che ha dato grandi risultati e riteniamo che il gruppo Mangia possa ulteriormente sviluppare e rilanciare uno degli alberghi più importanti e ricchi di storia di Palermo, con l'auspicio che possa dare un contributo per la crescita di un turismo sostenibile della città di Palermo e a tutto il settore ma anche al risveglio commerciale ed economico di via Roma e della città di Palermo".
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Politica
Alfredo Biondi: “Con il Pdl solo signorsì”
Dopo 16 anni l'ex ministro dà l'addio a Berlusconi: "Non ne potevo più. Ormai nel partito tutti pensano ad adulare il capo solo per fare carriera o arricchirsi"
“Sa, io posso aver sbagliato molte cose. Un liberale ha dentro il suo Dna l’idea del dubbio… Posso aver fatto delle battaglie inutili, o persino sbagliate, ho provato ad essere un garantista e so che questa per voi del Il Fatto è già una mezza bestemmia. Ma quello che non posso fare, e non ho mai fatto, è unirmi al coro dei laudatores imbambolati che cantano la gloria del capo e si commuovono quando ripetono ‘Meno male che Silvio c’è!’. A tutto c’è un limite no?”.
Persino lui, l’uomo del “decreto Biondi”, Alfredo Biondi, 80 anni, liberale di antica data, ha finito per gettare la spugna. Dopo essere stato il ministro simbolo del primo governo Berlusconi, adesso dice addio al Pdl, al Cavaliere, a vent’anni di storia, a “un amico”, se ne va senza rancore, senza sbattere la porta, ma con una punta di ironia sulfurea: “Sa, io sono entrato in politica con l’idea che si possono fare mille compromessi. Ma che non si può fare carriera per adulare un capo, né arricchirsi”. Biondi ha rotto per il suo dissenso sul procedimento contro Gianfranco Fini. Ma aggiunge anche di aver sentito crescere dentro di sé un malessere crescente: “Mi sono reso conto che, nell’ultimo anno in Parlamento, avevo votato in maniera difforme dal partito su tutte le questioni della laicità e delle libertà individuali”.
Ministro…
Macché ministro!
Senatore…
Non lo sono da due anni.
E quindi?
Avvocato, più semplicemente. Ma in fondo sono un tergicristallo (e ride).
Prego?
No, non mi sono ancora rincoglionito, ma ha capito bene. Vede, rispetto a quelli nati con le certezze delle ideologie, noi liberali eravamo come tergicristalli. Siamo cresciuti con una dialettica interiore, con un dubbio: ‘Sì-No, Sì-No’.
Oggi, con il tergicristallo sul “No”, l’hanno cercata tutti i giornali…
Buffo, vero? È la prova che uno diventa importante solo quando non c’è più. Mi sento come un personaggio di Gogol!.
Ma lei non è sparito. Lei se n’è andato!
Sì, sono d’accordo con quello che dice Fini. Anche nel centrodestra, sulle questioni della legalità, non si possono fare deroghe. E sui diritti civili sto soffrendo da anni.
Ad esempio?
Sulla fecondazione assistita, sui contratti di unione solidale, o i Pacs, o come li volete chiamare. Fino al 2008 ho votato sempre contro, applaudito da Vendola e da Pisapia, che considero un galantuomo e guardato come un marziano dai miei compagni di partito. Ma si può?
C’è meno libertà nel Pdl che nella prima Forza Italia?
Su questi temi senza dubbio.
Ma ci sono altri laici, nel Pdl?
Dice? C’erano ‘i socialisti di sua maestà’… Che però adesso sono i socialisti di… ‘sua santità’. Nel senso della devozione per il pontefice, intendo.
I nomi non li fa?
Ma certo. Avete visto Sacconi? Una conversione sorprendente. Siccome è veneto si è messo in testa che per stare nel Pdl deve essere anche devoto.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso?
Volevano discutere la questione di Fini nell’ufficio di presidenza, che è un gruppo di consulenti di Berlusconi. Eh no, ho detto e scritto: ci vuole la direzione nazionale. Non mi hanno nemmeno risposto!!!
Con Berlusconi non ci ha parlato?
Venti minuti fa, era lui quando trovava occupato. Mi ha colpito che non mi abbia detto: ‘Perché non resti?’.
Non ci credo.
È così. Ha detto: quando tornerai ammazziamo il vitello grasso. Non è la stessa cosa. Lui non chiede, capisce?
Dicono: Biondi è amareggiato perché non è stato ricandidato…
Ma sono pazzi? Ho fatto nove legislature, come le Sinfonie di Beethoven!
Non mi dica che era contento di restar fuori?
Per nulla. Ero già vecchio e usurato nel 2008, figuriamoci ora. Però se fossero entrati dei giovani dinamici sarei stato felice. Ma vista la pletora degli yes-man che si sono affollati…
Cosa fa ora?
L’avvocato. Lo pratico da tre quarti di secolo e lo farò finché campo. Quindi per poco, eh, eh…
Chi è rimasto dei padri fondatori di Forza Italia?
Antonio Martino. Di cui immagino il disagio, anche se lui è molto riservato. Tutti gli altri sono stati già epurati: zaaac!
Ad esempio?
Il povero Jannuzzi, decapitato come me. Vedo che è scomparso Pera. E Urbani che entra ed esce dalla soffitta, eh, eh, eh… Siamo stati tutti sterminati.
Cosa pensa dei nuovi protagonisti come Scajola?
Mi provoca? Io ho una biografia di antiscajolismo nel curriculum. Una vita da onesto e implacabile avversario dello scajolismo da difendere. Non è che ho aspettato la casa a sua insaputa
È colpevole?
Sono garantista, gliel’ho detto. Attendo. Ma altre colpe, per me più gravi, le ha di sicuro.
Lo odia?
Ma no… Se posso dire, lo stimo persino, come persona. Ma la sua idea della politica, poi imposta a tutto il partito in Liguria, è feudale. Si immagini che mi ha costretto ad emigrare, l’ultimo anno alle elezioni, perché non voleva che fossi eletto nella mia regione. Questo è l’uomo!
Bertolaso?
Eh, eh, eh… Un mito infranto.
E Verdini?
Pensavo che vivesse confinato a via dell’Umiltà. Non immaginavo che trovasse il tempo per accudire una banca.
Che fa, un “liberale” come lei suggerisce il conflitto di interessi?
Le dico una cosa: a ottant’anni vivo in una casa in affitto, senza lussi né privilegi, non ho auto blu. La differenza fra quelli della mia generazione e questi, è che mai abbiamo pensato che ci si potesse arricchire.
Finirà insieme a Fini?
Mica ho la fregola di andare a fare il figurante! Mi piacerebbe costituire con qualche amico un nucleo di opinione che pesi nel dibattito del centrodestra.
Però Fini le piace…
Al congresso ha fatto un discorso da uomo di Stato.
Facciamo un test. Lei che pensa dello scudo?
Che ci sia un’immunità retroattiva alla funzione lo accetto. Che ci sia una protezione retroattiva per Berlusconi, no.
Non credo alle mie orecchie.
Sono garantista, ma non tollero l’impunità. Si tutela la funzione, non la persona. Spero che gli avvocati che ha intorno gli spieghino la differenza, a Silvio.
La vedo indignato
Per non dire della lotta alla mafia.
Adesso ruba il mestiere a noi!
Senta, io difendevo la famiglia Dalla Chiesa nel 1982.
Non è che con questo strappo ambisce a qualche ruolo?
Sono stato segretario del Pli, tre volte ministro, nove volte in Parlamento, adesso voglio diventare il sindaco di Staglieno, il cimitero monumentale. Ah, ah, ah. Sa che la vita è strana?
Perché?
Domani vado a comprare il Fatto, per la prima volta in vita mia. Non l’avrei mai detto. Con questa intervista guadagnate un lettore.
Da Il Fatto Quotidiano del 28 ottobre 2010
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che non dispiace anche alla sinistra
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Roma, 24 gen. (Adnkronos Salute) - "La proposta di legge della Lega per interrompere l'adesione dell'Italia all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è non solo una scelta miope, ma un vero e proprio attacco alla salute pubblica e al ruolo del nostro Paese nel contesto internazionale", dichiara il presidente della Rete italiana delle città sane Oms, Lamberto Bertolè. "L'Oms - rimarca - rappresenta una delle istituzioni più importanti nella tutela della salute globale. Grazie al suo lavoro siamo stati in grado di affrontare pandemie, coordinare campagne di vaccinazione e rispondere a crisi sanitarie internazionali. Abbandonare questa organizzazione - ammonisce - significherebbe isolare l'Italia, privandola di risorse, informazioni e strumenti essenziali per garantire la sicurezza sanitaria dei cittadini. Una tale decisione è incomprensibile e profondamente irresponsabile".
Le città, in particolare, hanno un ruolo cruciale nell'attuazione delle politiche sanitarie globali a livello locale. La Rete italiana delle città sane, parte del programma Oms - ricorda una nota - da anni lavora per promuovere una cultura della salute e del benessere attraverso progetti di prevenzione, lotta alle disuguaglianze e promozione di stili di vita sani. "L'uscita dell'Italia dall'Oms - prosegue Bertolé - comprometterebbe la nostra capacità di tradurre le linee guida globali in azioni concrete per le nostre comunità. Vorrei ricordare che l'Oms è stata in prima linea durante la pandemia di Covid-19, fornendo non solo dati e linee guida, ma anche supporto ai sistemi sanitari nazionali. Pensare di poter affrontare le sfide sanitarie globali da soli, in un mondo sempre più interconnesso, è una pericolosa illusione. Dobbiamo anzi lavorare per rafforzare questa istituzione e aggiornare i suoi aspetti operativi, anche alla luce del nuovo scenario scientifico e geopolitico. Le sfide di salute pubblica vanno affrontate con tutte le armi a disposizione".
Infine, Bertolè lancia un appello accorato al Governo italiano e ai legislatori. "Chiedo con forza di respingere questa proposta e di riflettere sull'importanza della cooperazione internazionale in materia di salute. La salute è un diritto fondamentale, sancito dall'articolo 32 della nostra Costituzione, che impegna lo Stato a tutelare la salute come interesse della collettività. Uscire dall'Oms - precisa - significa mettere a rischio non solo il nostro Paese, ma anche il fragile equilibrio della salute globale, lasciando i cittadini più esposti a minacce sanitarie e privandoli di una protezione fondamentale. A tutte le città italiane e ai loro amministratori locali - conclude - lancio un appello: uniamoci per difendere la salute pubblica e per garantire che la voce dell'Italia resti forte e presente nei contesti internazionali dove si decidono le sorti della salute globale. Ogni passo indietro in questo campo rappresenta un rischio enorme per il futuro delle nostre comunità".
Roma, 24 gen (Adnkronos) - "I socialisti italiani non molleranno. Solleciteremo, a più riprese, il premier Meloni perché possa trovare il coraggio di condannare Trump sulla pena di morte. Lo faremo non per cercare lo scontro con un Paese amico ma per sollecitare un dibattito alto circa una grande questione". Lo dice Enzo Maraio, segretario del Psi.
"Capiamo il silenzio sulla grazia ai 1.500 assalitori di Capitol Hill, è questione interna, capiamo l’imbarazzo sui dazi, capiamo la difficoltà sulla strategia europea ma non possiamo consentire che il premier italiano scodinzoli con chi decide di rilanciare sulla pena di morte -prosegue Maraio-. L’Italia ha il dovere di condannare queste scelte, in ogni parte del Mondo e, soprattutto, quando entrano nell’agenda di governo di una grande democrazia. Ha il dovere di farlo quando qualcuno immagina di avviare una nuova stagione di morte nel nome di Dio".
"La Meloni convochi l’ambasciatore Usa in Italia per manifestare il disappunto sulla pena di morte", conclude il segretario del Psi.
Roma, 24 gen. (Adnkronos/Labitalia) - E' Marcella Mallen il presidente Prioritalia, la Fondazione di Manageritalia e Cida, nata nel 2017 per promuovere con ancor più forza l’impegno civile e sociale della comunità manageriale. A disegnarla per il secondo mandato consecutivo per gli anni 2025-28, il collegio dei soci fondatori espressione di Manageritalia, la Federazione dei dirigenti del terziario e Cida Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato.
Si rinnova per 2/5 anche il collegio dei fondatori di Prioritalia che vede tra i suoi componenti l’ingresso di Marco Ballarè presidente di Manageritalia e di Giancarla Bonetta nominata Vicepresidente Prioritalia. Confermati componenti del collegio oltre alla stessa Mallen anche Guido Carella (designazione Manageritalia) e Stefano Cuzzilla attuale presidente Cida.
“Sono orgogliosa - commenta Marcella Mallen, presidente Prioritalia - di essere stata designata da Manageritalia per continuare a guidare questa Fondazione, con la missione ambiziosa di costruire nuovi assetti e nuove alleanze, consolidando la nostra value proposition di civismo e sostenibilità integrata, perseguita in questi in anni e da cui ritengo non si può assolutamente tornare indietro. La transizione verso un mondo più sostenibile deve continuare e deve essere innanzitutto partecipata e dunque affermarsi come una priorità per tutti: governi, pubbliche amministrazioni, imprese, associazioni, scuole, università, centri di ricerca, cittadini. Per questo Prioritalia continuerà ad operare anche da attore protagonista all’interno dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), contribuendo a far crescere in Italia la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 e la conoscenza dei suoi 17 goals.
Marcella Mallen laureata in giurisprudenza, già presidente di Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria e di Cfmt- Centro di formazione manageriale del terziario - e docente di Diversity management e cambiamento organizzativo presso l’Università Lumsa di Roma, è presidente dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), già presidente di Prioritalia, la Fondazione delle organizzazioni dei manager Cida e Manageritalia, consigliera del Cnel e componente di Value@Work gruppo promosso dall’Istituto di Studi superiore sulla donna dell’ateneo pontificio Regina Apostolorum.
Rinnovato, per suoi 2/5, anche il consiglio direttivo con i nuovi ingressi di Luisa Quarta (designazione Manageritalia) e di Gian Angelo Bellati componente (designazione Cida) che andranno a cooperare con le stesse Mallen, Giancarla Bonetta e Paolo Bandiera (designazione Manageritalia).
"Le dirompenti crisi - si legge in una nota - che stiamo vivendo – innanzitutto geopolitiche, ambientali e demografiche – possono essere foriere di profonde trasformazioni economiche, sociali e culturali. Fondazione Prioritalia continuerà a lavorare per disegnare la mappa delle priorità e dei bisogni, per portare con il ruolo determinante della comunità manageriale e con essa tutto il Paese verso un nuovo modello di sviluppo, inclusivo equo e sostenibile".
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Sono lieto di poter ribadire insieme a lei i legami che legano Panama e Italia e la volontà di intensificare la nostra collaborazione in diversi campi. Quest'anno si attiverà il meccanismo di dialogo che è uno strumento di grande utilità per accompagnare l'aumento della nostra collaborazione". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale l'omologo di Panama José Raúl Mulino Quintero.
"È un onore essere qui in Italia poichè è la terra di mio nonno -ha sottolineato Mulino Quintero- Sono molto lieto di poter condividere questo momento con lei, è un'opportunità estremamente importante per il mio Paese. Ribadisco anch'io l'intenzione di intensificare i nostri legami di lavoro, di amicizia, a livello commerciale con l'Italia, un Paese amico che ci può aiutare anche nei rapporti con l'Unione europea".
Milano, 24 feb. (Adnkronos) - Il primo treno a idrogeno italiano è arrivato nel nuovo impianto di manutenzione e di rifornimento di idrogeno di Rovato. Il convoglio - che fa parte dei 14 acquistati da Fnm grazie ai finanziamenti di Regione Lombardia, anche tramite risorse Pnrr – è arrivato nel bresciano dal circuito di prova di Salzgitter (Germania) del costruttore Alstom. Lo fa sapere in una nota Fnm, in cui sottolinea che "l’impianto di Rovato, realizzato da Ferrovienord e dotato di attrezzature all'avanguardia, sarà, in Italia, il primo deposito specificatamente progettato e realizzato per la manutenzione dei treni a idrogeno nonché il primo impianto per il rifornimento di idrogeno per i treni". (FOTOGALLERY)
Nei prossimi giorni verranno effettuate, da parte del costruttore e fornitore dell’idrogeno Sapio, attività di collaudo dell’impianto stesso e test di rifornimento del treno. Nella giornata del 13 febbraio si terrà un evento di presentazione alla stampa, nel corso del quale sarà possibile visitare il sito di Rovato e il convoglio.
L’entrata in servizio commerciale dei treni a idrogeno in Valcamonica, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di FerrovieNord su cui il servizio è gestito da Trenord, fa parte del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano. Promosso da Fnm, FerrovieNord e Trenord, il progetto H2iseO - viene ricordato nella nota - "ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede, tra le altre cose, la realizzazione di 3 impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno (a Brescia, Iseo e Edolo), oltre all’impianto di manutenzione e rifornimento dei treni di Rovato".
Palermo, 24 gen. (Adnkronos) - Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, appreso dalla stampa della mancata attivazione delle pompe di sollevamento nel fiume Verdura, ha dato mandato all'assessore regionale all'Agricoltura Salvatore Barbagallo e al dirigente generale della Protezione civile Salvatore Cocina - che coordina anche la cabina di regia per l'emergenza idrica in Sicilia - di "avviare immediatamente tutte le iniziative necessarie per rimuovere questa situazione che ha definito «scandalosa». Un intervento che il governatore chiede, quindi, con la massima celerità perché non è accettabile che l'acqua possa continuare a essere dispersa in mare mentre cittadini, agricoltori e imprese della zona patiscono le conseguenze della siccità".
Palermo, 24 gen. (Adnkronos) - "Cambio di gestione all’Hotel delle Palme con l’ingresso del gruppo Mangia, che ha acquistato la struttura a cinque stelle di via Roma lo scorso aprile. Il passaggio della società Mare Resort dei Corvaja in liquidazione al gruppo proprietario della catena alberghiera Mangia’s, era attesa dopo le feste di fine anno. Nel frattempo l’attività non si è mai fermata. La curatela fallimentare nominata dal Tribunale esce quindi di scena con la consegna dell’’immobile al gruppo Mangia, che sarà operativo da febbraio". Così in una nota. "Nei prossimi giorni I sindacati incontreranno la nuova società per discutere del trasferimento dei lavoratori"
“Espleteremo l’esame congiunto per il passaggio di ramo d’azienda, per garantire il transito di tutti i 76 lavoratori, nel rispetto delle tutele necessarie – dichiarano il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e la segretaria Alessia Gatto – Si tratta di un gruppo solido e affermato nel panorama siciliano alberghiero di fascia alta. Per le lavoratrici e i lavoratori che provengono dalla chiusura per ristrutturazione dell’albergo ex Acqua Marcia, poi coinvolti nel passaggio al fondo Algebris e nelle vicissitudini e controversie dell’ultima gestione, culminata con la procedura di concordato preventivo, questa occasione rappresenta un orizzonte di stabilità occupazionale. L’hotel ha potuto continuare la sua attività in questi mesi con la curatela anche grazie alla presenza di lavoratori che, con le loro professionalità e competenze, hanno contribuito a dare lustro all’Hotel delle Palme e ad affermare la sua presenza sul territorio palermitano, attendendo la risoluzione delle varie controversie”.
“Il trasferimento comporterà il passaggio dalla vecchia proprietà, ma soprattutto dalla Mare Resort alla Grand Hotel Et Des Palmes gestita dal gruppo Mangia, con tutte le garanzie occupazionali – continuano Aiello e Gatto - La curatela è stata precisa e puntuale, l’albergo ha lavorato bene. È stato possibile proseguire un’attività che ha dato grandi risultati e riteniamo che il gruppo Mangia possa ulteriormente sviluppare e rilanciare uno degli alberghi più importanti e ricchi di storia di Palermo, con l'auspicio che possa dare un contributo per la crescita di un turismo sostenibile della città di Palermo e a tutto il settore ma anche al risveglio commerciale ed economico di via Roma e della città di Palermo".