“Da buon leghista vi dico che non sarebbe quella grande disgrazia”. Sono parole di Guido Bertolaso, a proposito dell’eventuale eruzione del Vesuvio.

Guido Bertolaso, un uomo di governo che fa, costantemente, la figura dell’eroe nazionale: raramente si riesce a metterlo alle corde in maniera puntuale sul suo concetto di gestione emergenziale del Paese. Lo ha fatto, nella scorsa puntata di Annozero, il solo Marco Travaglio, ma nessun altro è riuscito a entrare nel merito delle questioni su cui incalzare il Capo Dipartimento di Protezione Civile.

Ma non sono le battute di cattivo gusto, il problema. Per capire il personaggio è utile leggere attentamente uno stralcio dalla riunione che si è tenuta il 15 ottobre personale e ai dirigenti del Dipartimento della Protezione Civile (DPC) presso l’Auditorium di Via Vitorchiano, Roma. La CGIL è venuta in possesso di un file audio e ne ha divulgato alcuni passaggi.

Nel primo, Bertolaso si lascia andare alle battute, sta per lasciare il Dipartimento di Protezione Civile (almeno, dicono) e c’è un’emergenza che non ha potuto gestire:

sapete tutti che l’unico rammarico che avrò, che avremo, sarà quello che purtroppo fra Vesuvio e ai Campi Flegrei non è successo niente… visto che è l’unica che ci manca… (mormorio e
risate) inutile che vi grattate, non vi grattate… da buon leghista, da buon leghista vi dico che non sarebbe quella grande disgrazia

Si potrebbe obiettare sul buongusto del Sottosegretario, ma proseguiamo. Perché è nel secondo stralcio del suo intervento che Bertolaso chiarisce bene il suo concetto di Dipartimento di Protezione Civile e le modalità con cui si muove con i suoi uomini. Comincia commentando la nomina del suo vice, Bernardo De Bernardinis a capo dell’ISPRA:

Non so cosa significhi ISPRA, però è un istituto che si occupa della tutela e della protezione dell’ambiente, tanto per essere chiari è una struttura importante che è dentro il Ministero dell’Ambiente, sappiamo che in questi ultimi anni hanno avuto qualche problemino e la nomina di Chicco in quell’istituto è sicuramente farina anche in parte del mio piccolo sacchetto perché avevo immaginato che si dovesse organizzare una strategia visto che qua nessuno è immortale […]

Chicco è, appunto, De Bernardinis. Poi, Bertolaso parla del suo futuro successore, l’ex prefetto dell’Aquila

c’è Franco Gabrielli con noi, che viene dal Ministero, che è stato la madre comunque che piaccia o non piaccia dell’origine della PC del nostro Paese, è un Prefetto della Repubblica […] ed è Franco quello che presto avrà il compito di rilevare il testimone al sottoscritto […] ma c’è un altro ministero che è strategico per noi e lo sarà sempre di più in futuro, è il Ministero dell’Ambiente ecco perché abbiamo fatto questo innesto […] attraverso appunto il coinvolgimento del nostro uomo migliore in questo campo. Questo è il disegno, ecco perché Chicco va lì al Ministero dell’Ambiente per rinforzare la nostra struttura […] Questo è lo schema.

Schema, nostra struttura, noi: di chi parla, di cosa parla Guido Bertolaso? Che cos’ha ancora in mente? Forse giova ricordare una telefonata del 17 maggio 2007, intercettata, in cui Bertolaso parla con Marta Di Gennaro, sua vice nella gestine rifiuti in Campania: “Tu fai tutto quello che può essere utile, che può servire… io ho un obiettivo preciso: sputtanare i tecnici del ministero dell’Ambiente”. Tre anni e mezzo dopo, ecco che Guido piazza un suo uomo in una struttura chiave dello stesso Ministero.

Chicco va via da lunedì mattina perché ha convocato il consiglio di amministrazione del suo nuovo istituto, Franco Gabrielli sostituisce al momento Chicco nel compito di vice capo dipartimento per area operativa e il compito di vice capo dipartimento dell’area amministrativa viene assunto da Angelo Borrelli (APPLAUSI) […] Come a livello nazionale pare che il ministro dell’economia conti qualcosa, forse troppo… in casa nostra, il nostro ministro dell’economia ha dimostrato di essere molto diverso dal ministro dell’economia a livello nazionale. Perché lui si che è una persona seria, una persona perbene, una persona dotata di umanità, una persona che sa quando si deve dire di no ma capisce anche quando è il caso di sire di sì

Borrelli, che Bertolaso definisce il nostro ministro dell’economia, che faceva parte della task force di Bertolaso in Campania durante una delle tante fasi dell’emergenza rifiuti. Una task force sotto inchiesta.
Ecco cosa si dicevano la Di Gennaro e Borrelli durante un’altra telefonata:
Marta Di Gennaro: “Lo smaltimento costa 200 euro a tonnellata, ma se la Svizzera dice che il materiale non è buono per quel fine di recupero con termovalorizzatore, invece di rimandarcelo indietro, possono utilizzarlo ad altri fini con 100 euro aggiunti. C’è scritta nel contratto. Ma se alla fine ci costa 300 euro a tonnellata, noi finiamo sui giornali”
Angelo Borrelli: “Dobbiamo essere noi a fare in modo che il rifiuto sia accettato dall’altro lato”.

Su quella fase dell’emergenza rifiuti c’è ancora chiarezza da fare da parte della magistratura, anche se il 20 ottobre Guido Bertolaso è stato archiviato. Cinque giorni dopo, “festeggiava” come avete letto.
Con battute e con un linguaggio che evoca scenari inquietanti di comando e controllo.

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