E alla fine si arrabbiarono, proprio come hanno fatto in altre occasioni i loro colleghi italiani, greci e francesi. Più di 25.000 studenti – 30.000 stando ai dati diffusi dagli organizzatori – hanno dato vita ad una manifestazione di protesta contro la riforma dell’università tracciata dal governo di coalizione liberal-conservatore, la più grande vista sfilare da anni per le strade di Londra. In gran parte pacifica e gioiosa, fino a che, nel primo pomeriggio, un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione nel quartier generale dei Conservatori, non lontano dal Parlamento.
Tanti studenti in corteo si erano visti solo nel 1998, quando il governo laburista aveva introdotto il sistema (ancora in vigore) delle tasse universitarie, insieme al tetto di 3.200 sterline annue. Ora che quel tetto è saltato, per volere del nuovo governo guidato da David Cameron, gli studenti sono scesi in piazza per protestare contro i pesanti tagli alle università e l’innalzamento delle tasse, che dovrebbe toccare un massimo di 9.000 sterline l’anno.
La capitale inglese si è riempita di una folla di giovani e giovanissimi, molti non ancora studenti universitari, preoccupati del loro immediato futuro. La marcia di protesta, organizzata dai sindacati studenteschi raccolti intorno alla Nus (National Union of Students) e altre sigle, ha convogliato universitari da Manchester a Reading, dalla Scozia a Sheffield. Estesa nel cuore della città, da Trafalgar Square a Millibank, la protesta si è concentrata soprattutto di fronte al parlamento di Westminster, con canti, danze, e slogan contro la riforma.
“Mia sorella merita di andare all’università, ma non se lo può permettere”, “Riempite le nostre menti, non le vostre tasche”, “L’istruzione fa una nazione”, sono solo alcuni degli striscioni mostrati durante il corteo. I più creativi: E=Mc2 ovvero Education = more choices. Il più amaro, quello di un ragazzo portatore di handicap: “Prima disabile, poi studente. E poi?”
Ma la rabbia è, forse inevitabilmente, esplosa contro il governo che di questi tagli si assume la responsabilità. Da un lato contro Nick Clegg, leader dei Lib Dem, partito votato alle scorse politiche da molti giovani in fuga dal Labour. Il suo partito aveva spergiurato in campagna elettorale che non avrebbe innalzato le tasse se fosse andato al governo. Dall’altro contro i Conservatori del premier David Cameron. Un gruppo di dimostranti ha fatto irruzione nel quartier generale dei Tories, sfondando le vetrate a calci. Il confronto con la polizia è stato duro, e fonti di Scotland Yard parlano di una decina di persone, tra forze dell’ordine e manifestanti, finite in ospedale.