Il sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio, ha firmato ieri sera alle 21 l’ordinanza di chiusura della discarica Cava Sari. L’ordinanza è fondata sui risultati delle analisi delle falde acquifere profonde, resi noti pochi giorni fa, che dimostrano il persistere di una situazione di inquinamento di nichel, zinco, alluminio, fluoruori e la presenza di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) con concentrazioni di benzo(a)pirene superiori alle ‘concentrazioni di soglia di rischio’. “Tale anomala situazione – si legge nell’ordinanza del primo cittadino del Pdl – non trova riscontro nelle caratteristiche tipiche di acque sotterranee di origine vulcanica e può presumibilmente ricollegarsi alla presenza della discarica Sari nel territorio comunale”. Quindi, “atteso che tale situazione determina un grave pericolo per la salute pubblica e al fine di evitare un ulteriore aggravamento dell’inquinamento delle falde acquifere” il sindaco ha emanato l’ordinanza che da stamane è in corso di notifica a tutti i soggetti interessati.
Lo stop ai conferimenti di immondizia a Terzigno è arrivato al termine di un lungo e duro consiglio comunale allargato ai comitati civici che da settimane manifestano in piazza per chiedere la chiusura dello sversatoio. Auricchio ha firmato nonostante una evidente riluttanza, pressato da diverse centinaia di cittadini che gremivano l’aula consiliare e la piazza sottostante per chiedere a gran voce di sbarrare per sempre l’ingresso dei camion in Cava Sari. E’ una svolta clamorosa: appena giovedì mattina la conferenza di presentazione dei risultati delle analisi delle falde acquifere si era conclusa con gli esponenti dei comitati e le ‘mamme vulcaniche’ ad inveire contro i sindaci vesuviani, accusati di non fare abbastanza per chiudere la discarica, di minimizzare la gravità delle analisi, e di aver firmato il 29 ottobre un’intesa col governo Berlusconi che forniva garanzie sull’utilizzo della cava fino ad esaurimento, in cambio della promessa di cancellare la ben più grande Cava Vitiello dal piano delle discariche regionali per lo smaltimento dei rifiuti.
E’ l’intesa che Auricchio richiama nell’ordinanza. “Cosi’ non è possibile andare avanti – dice il sindaco di Terzigno – la gente e’ esasperata e vuole risposte certe. La prima risposta da dare e’ impedire che ci sia ancora il cattivo odore”. E se non ci saranno provvedimenti di revoca, da questa sera anche i camion dei comuni vesuviani non sapranno dove andare a sversare. ”Dove porteremo i nostri rifiuti? Questo non lo so – confessa Auricchio – Ormai di tutto quello che accade danno la responsabilita’ a me. L’unica cosa che posso fare e’ quella di cercare di tutelare la salute dei miei concittadini”.
Ma l’ordinanza di Auricchio è a forte rischio di annullamento. Il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, potrebbe cassarla per ragioni di ordine pubblico. E in queste ore i cittadini stanno tornando a manifestare sulla rotonda di Terzigno e davanti ai cancelli della discarica.
Cronaca
Terzigno, sindaco firma ordinanza per chiudere discarica Sari
La decisione motivata dal "grave pericolo per la salute pubblica" e raggiunta durante un Consiglio comunale assediato da centinaia di cittadini. Ma il prefetto di Napoli potrebbe annullarla
Il sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio, ha firmato ieri sera alle 21 l’ordinanza di chiusura della discarica Cava Sari. L’ordinanza è fondata sui risultati delle analisi delle falde acquifere profonde, resi noti pochi giorni fa, che dimostrano il persistere di una situazione di inquinamento di nichel, zinco, alluminio, fluoruori e la presenza di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) con concentrazioni di benzo(a)pirene superiori alle ‘concentrazioni di soglia di rischio’. “Tale anomala situazione – si legge nell’ordinanza del primo cittadino del Pdl – non trova riscontro nelle caratteristiche tipiche di acque sotterranee di origine vulcanica e può presumibilmente ricollegarsi alla presenza della discarica Sari nel territorio comunale”. Quindi, “atteso che tale situazione determina un grave pericolo per la salute pubblica e al fine di evitare un ulteriore aggravamento dell’inquinamento delle falde acquifere” il sindaco ha emanato l’ordinanza che da stamane è in corso di notifica a tutti i soggetti interessati.
Lo stop ai conferimenti di immondizia a Terzigno è arrivato al termine di un lungo e duro consiglio comunale allargato ai comitati civici che da settimane manifestano in piazza per chiedere la chiusura dello sversatoio. Auricchio ha firmato nonostante una evidente riluttanza, pressato da diverse centinaia di cittadini che gremivano l’aula consiliare e la piazza sottostante per chiedere a gran voce di sbarrare per sempre l’ingresso dei camion in Cava Sari. E’ una svolta clamorosa: appena giovedì mattina la conferenza di presentazione dei risultati delle analisi delle falde acquifere si era conclusa con gli esponenti dei comitati e le ‘mamme vulcaniche’ ad inveire contro i sindaci vesuviani, accusati di non fare abbastanza per chiudere la discarica, di minimizzare la gravità delle analisi, e di aver firmato il 29 ottobre un’intesa col governo Berlusconi che forniva garanzie sull’utilizzo della cava fino ad esaurimento, in cambio della promessa di cancellare la ben più grande Cava Vitiello dal piano delle discariche regionali per lo smaltimento dei rifiuti.
E’ l’intesa che Auricchio richiama nell’ordinanza. “Cosi’ non è possibile andare avanti – dice il sindaco di Terzigno – la gente e’ esasperata e vuole risposte certe. La prima risposta da dare e’ impedire che ci sia ancora il cattivo odore”. E se non ci saranno provvedimenti di revoca, da questa sera anche i camion dei comuni vesuviani non sapranno dove andare a sversare. ”Dove porteremo i nostri rifiuti? Questo non lo so – confessa Auricchio – Ormai di tutto quello che accade danno la responsabilita’ a me. L’unica cosa che posso fare e’ quella di cercare di tutelare la salute dei miei concittadini”.
Ma l’ordinanza di Auricchio è a forte rischio di annullamento. Il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, potrebbe cassarla per ragioni di ordine pubblico. E in queste ore i cittadini stanno tornando a manifestare sulla rotonda di Terzigno e davanti ai cancelli della discarica.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".