Dopo un weekend di rottura (“non farò mancare la fiducia al governo, ma il giorno dopo mi dimetterò dal partito, da ministro e dal parlamento”), sui giornali di oggi il ministro delle Pari opportunità ammorbidisce la linea: “Ora c’è un ampio margine di trattativa”, ha detto ai suoi collaboratori. “Ho dato la mia disponibilità, a condizione che si discuta della questione Campania”. In attesa di incontrare di persona Silvio Berlusconi, il ministro delle Pari opportunità ha parlato con il coordinatore del Pdl Ignazio La Russa che l’ha rassicurata. Su Il Corriere della Sera, Carfagna afferma: “Ho dato la mia disponibilità a trattare se mi danno garanzie sul partito e sulla questione della realizzazione del termovalorizzatore di Salerno”. Alle indiscrezioni che la davano in partenza verso Futuro e Libertà, risponde con sdegno: “Sono nata in questo partito. Questo è il mio mondo”. Il ministro si dice però “interessata” al progetto di Gianfranco Miccichè, Forza del Sud, una formazione che garantirebbe comunque l’appoggio a Berlusconi nelle prossime elezioni amministrative in Campania, inclusa quella di sindaco di Napoli. Mara, con le sue oltre 55mila preferenze alle scorse regionali, a quella poltrona non vorrebbe rinunciare.
Sabato sera Mara Carfagna aveva annunciato le dimissioni: “Non farò mancare la fiducia a Berlusconi, ma il 15 dicembre rassegnerò le mie dimissioni dal partito. Lascerò anche lo scranno di parlamentare, perchè a differenza di altri sono disinteressata e non voglio dare adito a strumentalizzazioni. Mi dimetterò ovviamente anche da ministro visto che il mio contributo pare sia ininfluente”. Le dichiarazioni del ministro erano contenute in un’intervista a Il Mattino, in cui Carfagna prendeva di mira la gestione dei rifiuti in Campania: “Nell’ultima seduta del Consiglio dei ministri ho fatto presente la mia preoccupazione sullo scontro istituzionale tra Comune e Provincia di Salerno che rischia di portare alla paralisi assoluta compromettendo la realizzazione dell’impianto”. “Non posso permettere che per una guerra di potere – sottolineava – faccia saltare un’operazione di vitale importanza per la Campania con la conseguenza che dopo Napoli anche Salerno possa essere sommersa dai rifiuti”. La partita ora è tutta da giocare, ma il problema politico che il ministro pone non sarà più derubricato a “capriccio della signora Carfagna”.
Dopo il sostegno del ministro degli Esteri Franco Frattini, (“La Carfagna pone delle questioni di principio. Si tratta dell’appello di un ministro che è capace e qualificata”), anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa dichiara il suo appoggio alla causa del ministro delle Pari opportunità in un’intervista a Il Corriere della Sera di questa mattina: “Ora voglio impegnarmi sulla Campania personalmente. Anche perchè lì c’è un ex-An, Edmondo Cirielli, presidente della provincia di Salerno”. La Russa si esprime anche sul rapporto tra Mara Carfagna e Italo Bocchino: “Lui è un’amico che l’ha molto aiutata all’inizio, ma in maniera disinteressata e amichevole. Ne sono testimone. Non credo ci sia altro”. “A Bocchino – prosegue La Russa – si possono rimproverare molte cose ma non questa”. Il ministro della Difesa conclude con un pronostico: la vicenda che in questi giorni vede coinvolta Mara Carfagna non è “una telenovela”, ma “una battaglia politica. Comprensibile ma non irrisolvibile”. E dà un consiglio a Mara: “Quello che può danneggiarla è la troppa esposizione mediatica”.
Le dimissioni – Venerdì le agenzie avevano parlato di possibili dimissioni del ministro delle Pari opportunità, ma la diretta interessata non aveva né confermato né smentito le indiscrezioni. Il ministro, secondo i rumor, era pronta a lasciare governo e Pdl a causa di insanabili contrasti con i vertici campani del partito e per “l’incapacità” dei coordinatori nazionali di affrontare i problemi interni al partito in Campania.
Venerdì sera sera, a margine dell’incontro con l’Alleanza atlantica, Silvio Berlusconi era rimasto per quasi un’ora al telefono nell’aeroporto di Lisbona proprio per risolvere il ‘caso Carfagna’ arrivando in ritardo al vertice Nato. Il premier aveva tranquillizzato il ministro assicurandole il suo sostegno e quello di tutto il partito. In serata, alcune indiscrezioni rimbalzate da Montecitorio, spiegavano la volontà di dimettersi a causa degli “attacchi volgari e maligni” di esponenti del partito come Alessandra Mussolini e Giancarlo Lehner.
Punti contesi – Al centro della polemica tra la bella Mara e i suoi compagni di partito c’è la questione che investe la gestione dei rifiuti in Campania. Venerdì, nella discussione sui termovalorizzatori in Consiglio dei ministri, Mara Carfagna aveva sostenuto che la gestione degli impianti in Campania non dovesse essere affidata ai presidenti di provincia, ma a un commissario scelto dal governo. Il presidente della Regione Stefano Caldoro, aveva riferito il ministro, è d’accordo con lei sul tema . Per questa sua posizione, invece, i presidenti delle provincie di Salerno e di Napoli, Edmondo Cirielli e Luigi Cesaro, entrambi del Pdl, la attaccano ogni giorno sul piano personale.
Lo scontro è stato particolarmente aspro con Alessandra Mussolini. Due giorni fa in Parlamento la deputata del Pdl aveva scattato una foto a Mara Carfagna mentre parlava fittamente con Italo Bocchino, capogruppo alla Camera di Futuro e libertà. Secondo alcune voci, da quando Italo Bocchino è passato a Fli, Mara Carfagna è sospettata di giocare di sponda (vedi documento pubblicato da Dagospia) con il neo partito fondato dal presidente della Camera Gianfranco Fini. Le due si sarebbero scambiate accuse al grido di “Vergognati! Vergognati!”. La nipote del Duce ha spiegato: “Voleva trasferire i termovalorizzatori ai Comuni gestiti dal centro sinistra, d’accordo con Bersani. E con Bocchino, naturalmente…”.
“La collega Mussolini – ha risposto, a stretto giro, la ministra – è evidentemente in crisi d’astinenza da visibilità. E, come le capita, urla al fine di attirare l’attenzione”. La replica di Alessandra Mussolini non si è fatta attendere: “Carfagna sta con una gamba da una parte e una dall’altra. Deve fare una scelta: o di qua o di là. Certo se Fini si rimette con Berlusconi, finalmente Carfagna troverà pace…”
Alessandra Mussolini non usa mezze parole e venerdì parlava del ministro delle pari Opportunità come di una ‘poveretta’: “A me quello che c’è di personale tra la Carfagna e Bocchino non importa. Mi interessa invece il loro rapporto politico. C’è stata una rivolta dei deputati e dei senatori perché lei con il suo operato andava a danneggiare il presidente della Provincia di Salerno Cirielli e questo non lo possiamo accettare. E che cosa fa la signora delle Pari opportunita’? Dice ‘allora mi dimetto’? Su, dai, figlia mia, poveretta!”.”In questo contesto la signora delle Pari Opportunità ha rapporti politici proprio con il primo nemico di Berlusconi? Ci vuole rigore anche da parte sua, non può fare tutto quello che le passa per il cervellino. Vabbè, diciamo cervello – ironizzava Mussolini – Comunque la Carfagna continua a stare con una gamba di qua e con l’altra gamba di là”.
Anche oggi la nipote del Duce è tornata alla carica. Dopo l’epiteto che Mara Carfagna le ha riservato ieri su Il Mattino – ‘vajassa’ -, Alessandra Mussolini ha annunciato che potrebbe non votare la fiducia il 14 dicembre se il ministro delle Pari opportunità non le porgerà le sue scuse: “È gravissimo che il ministro Carfagna rivolga a mezzo stampa gratuiti e volgari insulti a una donna parlamentare – ha dichiarato Mussolini in una nota – Per questo inqualificabile comportamento, in palese contrasto con le finalità che il ministero delle Pari opportunità persegue, dovrebbe immediatamente rassegnare le dimissioni”. “Le sue parole e il suo agire sono la conferma che non è in grado di ricoprire una così alta carica governativa”, ha aggiunto. Mussolini ha annunciato che chiederà al presidente della Camera Gianfranco Fini di adottare ogni iniziativa “a tutela dell’onorabilità e della dignità dei deputati che lui rappresenta”. Poi avverte: “La Carfagna sappia che alla prima occasione di incontro sarà mia cura replicare ai suoi insulti, guardandola dritta in quei suoi occhioni, che dopo le mie parole, ne sono certa, risulteranno ancora più sbarrati”. Nell’intervista a Il Mattino in cui parlava delle sue prossime dimissioni, il ministro ha ricordato la foto che la Mussolini le ha scattato in aula alla Camera mentre parlava con Italo Bocchino. «Quello è stato un atto di cattivissimo gusto che non merita commenti ma che si addice alla persona che l’ha commesso – ha detto Carfagna – a Napoli le chiamano vajasse…”. Ma cosa significa ‘vajassa’? ‘Vajassa’, significa ‘serva’ o ‘domestica’ nel significato dialettale, ‘prostituta’ per i napoletani di fine ‘800 , ‘donna che vive nei bassi’ per i partenopei di oggi. Quale che sia l’accezione usata da Carfagna, non certo un complimento per la collega Mussolini.