PARIGI – Ma cos’è successo a Lisbona venerdì scorso al vertice della Nato? E’ il momento della foto ufficiale e il primo ministro Traian Basescu si avvicina a Nicolas Sarkozy. Dalle imagini rilanciate dal canale Bfm Tv, è chiaro che il presidente francese non vuole parlare con l’omologo rumeno. Sarkozy sembra liquidarlo in malo modo. Basescu, allora, si rivolge a Berlusconi, che muove il dito accanto alla tempia, quasi a dire «è un pazzo» (guarda il video). Ma chi è folle? Il premier italiano faceva riferimento all’esagitato Sarkozy, già uscito di scena?
Non è ancora chiaro cosa sia avvenuto. Ma è molto, molto probabile che il diverbio Basescu-Sarkozy (non una novità, i due si sono «azzuffati» già nel passato) sia da mettere in relazione con la caccia ai Rom innescata da fine luglio a Parigi e con le reticenze, più o meno velate, dei francesi ad accettare l’entrata della Romania e della Bulgaria nello spazio Schengen, a partire dal marzo 2011, come previsto.
L’unico a essersi espresso sull’incidente è stato proprio Sarkozy. Sabato ha assicurato: «Vado molto d’accordo con Basescu. Non mi sono assolutamente rifiutato di parlargli. L’ho già incontrato almeno una quindicina di volte: è un uomo di grande qualità, che aprezzo molto». Ma ha poi affrontato il nodo della questione: l’accesso dei rumeni e dei bulgari alla piena e libera circolazione all’interno dello spazio Schengen. «La Francia ritiene – ha detto – che i due Paesi abbiano vocazione ad aderirvi, ma in questo caso diventeranno guardiani dei confini europei, e, quindi, bisogna prima risolvere i loro problemi frontalieri». Un’allusione al fatto che la linea di confine tra Romania e Moldavia non sarebbe controllata sufficientemente. Non solo: Sarkozy ritiene che debbano esaurirsi le «procedure di sorveglianza» innescate a carico di Bucarest e Sofia da parte della Commissione europea, a causa di problemi di corruzione, prima che i due Paesi aderiscano a Schengen. Insomma, è chiaro che Sarkozy, al di là del solito fair play diplomatico, non vuole la Romania nello spazio. O almeno non a breve. Basescu non avrebbe apprezzato e per questo si sarebber “buttato tra le braccia” del Caimano… Questo potrebbe aiutarlo? Sull’entrata di Romania e Bulgaria nello spazio Schengen si sono già mostrati scettici pure l’Olanda e, soprattutto, un peso massimo come la Germania.
Ma ritorniamo al diverbio Basescu-Sarkozy. Non è la prima volta. Al consiglio europeo di Bruxelles, nel settembre scorso, erano già stati ritratti da diverse foto con le facce arrabbiate e muovendo minacciosamente le braccia. Qualche giorno più tardi Basescu aveva sminuito: «Abbiamo relazioni di amicizia. Ma è probabile che entrambi gesticoliamo molto quando parliamo». Poi la precisazione: «La Romania difenderà sempre i diritti dei Rom a circolare liberamente in Europa. Sono dei cittadini europei e, se non ci sono prove che abbiano infranto la legge, devono beneficiare degli stessi diritti degli altri». Il problema è tutto lì. La caccia ai Rom innescata da Sarkozy a fine luglio (ma che già era iniziata in sordina nei mesi precedenti), ha portato (e sta portando, non è ancora finita) a espulsioni di molte persone senza strascichi giudiziari. Secondo gli ultimi dati, resi noti nei giorni scorsi, nei primi nove mesi dell’anno la Francia ha espulso 21.834 stranieri. Ebbene, ben 12.491 erano rumeni, praticamente Rom. In 5.929 sono stati convinti ad andarsene con il pagamento del biglietto (solo andata) e un contributo di 300 euro a persona. Il resto ha fatto ritorno contro la sua volontà.
Sarkozy si addolcirà? Assai improbabile. Tanto più che, una settimana fa, in occasione del rimpasto governnativo, Brice Hortefeux, amico da una vita del presidente e uomo duro della destra francese, già ministro degli Interni, ha assunto pure la competenza dell’Immigrazione. Lo scorso giugno Hortefeux è stato condannato in primo grado per ingiuria razziale. A un incontro dei giovani dell’Ump, il suo partito (e di Sarkozy), gli era stato presentato un militante di origini arabe. «Bisogna averne uno. Uno solo, va bene. E’ quando ce ne sono tanti che cominciano i problemi». Aveva detto. Serio in volto.
Alessandro Verani
Mondo
Tra i due litiganti (Francia e Romania)
ci si mette B. con un gesto equivoco
E' giallo su quanto accaduto venerdì scorso al vertice Nato, al momento della foto ufficiale. Silvio Berlusconi si porta il dito alla tempia facendo il "gesto del pazzo" con il premier romeno Basescu, pochi secondi dopo che quest'ultimo ha avuto un acceso diverbio con Nicolas Sarkozy
Non è ancora chiaro cosa sia avvenuto. Ma è molto, molto probabile che il diverbio Basescu-Sarkozy (non una novità, i due si sono «azzuffati» già nel passato) sia da mettere in relazione con la caccia ai Rom innescata da fine luglio a Parigi e con le reticenze, più o meno velate, dei francesi ad accettare l’entrata della Romania e della Bulgaria nello spazio Schengen, a partire dal marzo 2011, come previsto.
L’unico a essersi espresso sull’incidente è stato proprio Sarkozy. Sabato ha assicurato: «Vado molto d’accordo con Basescu. Non mi sono assolutamente rifiutato di parlargli. L’ho già incontrato almeno una quindicina di volte: è un uomo di grande qualità, che aprezzo molto». Ma ha poi affrontato il nodo della questione: l’accesso dei rumeni e dei bulgari alla piena e libera circolazione all’interno dello spazio Schengen. «La Francia ritiene – ha detto – che i due Paesi abbiano vocazione ad aderirvi, ma in questo caso diventeranno guardiani dei confini europei, e, quindi, bisogna prima risolvere i loro problemi frontalieri». Un’allusione al fatto che la linea di confine tra Romania e Moldavia non sarebbe controllata sufficientemente. Non solo: Sarkozy ritiene che debbano esaurirsi le «procedure di sorveglianza» innescate a carico di Bucarest e Sofia da parte della Commissione europea, a causa di problemi di corruzione, prima che i due Paesi aderiscano a Schengen. Insomma, è chiaro che Sarkozy, al di là del solito fair play diplomatico, non vuole la Romania nello spazio. O almeno non a breve. Basescu non avrebbe apprezzato e per questo si sarebber “buttato tra le braccia” del Caimano… Questo potrebbe aiutarlo? Sull’entrata di Romania e Bulgaria nello spazio Schengen si sono già mostrati scettici pure l’Olanda e, soprattutto, un peso massimo come la Germania.
Ma ritorniamo al diverbio Basescu-Sarkozy. Non è la prima volta. Al consiglio europeo di Bruxelles, nel settembre scorso, erano già stati ritratti da diverse foto con le facce arrabbiate e muovendo minacciosamente le braccia. Qualche giorno più tardi Basescu aveva sminuito: «Abbiamo relazioni di amicizia. Ma è probabile che entrambi gesticoliamo molto quando parliamo». Poi la precisazione: «La Romania difenderà sempre i diritti dei Rom a circolare liberamente in Europa. Sono dei cittadini europei e, se non ci sono prove che abbiano infranto la legge, devono beneficiare degli stessi diritti degli altri». Il problema è tutto lì. La caccia ai Rom innescata da Sarkozy a fine luglio (ma che già era iniziata in sordina nei mesi precedenti), ha portato (e sta portando, non è ancora finita) a espulsioni di molte persone senza strascichi giudiziari. Secondo gli ultimi dati, resi noti nei giorni scorsi, nei primi nove mesi dell’anno la Francia ha espulso 21.834 stranieri. Ebbene, ben 12.491 erano rumeni, praticamente Rom. In 5.929 sono stati convinti ad andarsene con il pagamento del biglietto (solo andata) e un contributo di 300 euro a persona. Il resto ha fatto ritorno contro la sua volontà.
Sarkozy si addolcirà? Assai improbabile. Tanto più che, una settimana fa, in occasione del rimpasto governnativo, Brice Hortefeux, amico da una vita del presidente e uomo duro della destra francese, già ministro degli Interni, ha assunto pure la competenza dell’Immigrazione. Lo scorso giugno Hortefeux è stato condannato in primo grado per ingiuria razziale. A un incontro dei giovani dell’Ump, il suo partito (e di Sarkozy), gli era stato presentato un militante di origini arabe. «Bisogna averne uno. Uno solo, va bene. E’ quando ce ne sono tanti che cominciano i problemi». Aveva detto. Serio in volto.
Alessandro Verani
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Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".