Il voto sulla riforma per l’università slitta a martedì 30 novembre. La Conferenza dei Capigruppo di Montecitorio ha infatti posticipato il voto del ddl che, secondo le previsioni, si sarebbe dovuto licenziare entro oggi. Mentre in tutta Italia è esplosa la protesta degli studenti, il governo oggi è stato battuto nell’Aula della Camera su un emendamento di Fli alla riforma dell’Università su cui l’esecutivo aveva espresso parere contrario. L’emendamento, all’articolo 16 di cui è primo firmatario Fabio Granata, è stato votato con 261 no, 282 sì e tre astenuti.
Il ministro Mariastella Gelmini ha annunciato che se il ddl sarà stravolto lo ritirerà. “Questa mattina è stato approvato un emendamento di scarso rilievo. Finchè Fli su un emendamento non particolarmente significativo marca una differenza questo rientra nella tecnica parlamentare e non entro nel merito. Mi auguro che non accada che vengano votati emendamenti il cui contenuto stravolga il senso della riforma, non sarebbe accettabile, se così fosse come ministro mi vedrei costretta a ritirarla”.
I ministri Gelmini ed Angelino Alfano hanno votato a Montecitorio con l’opposizione sull’emendamento alla riforma dell’Università: ma è stato solo un errore per il quale i due rappresentanti del governo si sono “autodenunciati”. Durante una votazione, i due ministri hanno sbagliato a premere il tasto di voto, finendo così con il votare con l’opposizione. Dopo il voto, visto il lapsus, i due hanno raggiunto gli stenografi al centro dell’emiciclo per chiedere loro di annotare sullo stenografico la loro reale intenzione di voto. La scena non sfugge a Roberto Giachetti (Pd): “Se anche i due ministri, seppure erroneamente, cominciano a votare con le opposizioni ne siamo felici. Credo sia un buon segnale per chi in tutta Italia sta protestando: vuol dire che qualcosa sta cambiando ed una svolta è possibile. Noi ne prendiamo atto ben volentieri”, ha detto. Ma la vicepresidente della Camera Rosy Bindi lo blocca: “La invito a non confondere le scelte politiche con la semplice distrazione che può capitare anche a chi siede al Governo”, ha detto.
Il risultato della votazione di Montecitorio è stato accolto con un boato dai deputati dell’opposizione. Poco dopo si sono creati due capannelli. Il primo nei banchi del Fli con Italo Bocchino, Fabio Granata e Benedetto Della Vedova che studiavano il fascicolo degli emendamenti: ad essi si è stranamente aggiunta la radicale eletta nel Pd Elisabetta Zamparutti, anche lei con in mano il fascicolo degli emendamenti. L’altro, accanto al banco dei Nove, con la presidente della commissione Cultura Valentina Aprea ed i colleghi del Pdl Marco Milanese e Guido Crosetto. Sola al banco del governo il ministro Gelmini: soltanto il capogruppo della Lega Marco Reguzzoni, che ieri avrebbe voluto la seduta notturna per accelerare i tempi dell’esame, le si è avvicinato a parlarle dopo il voto.