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WikiLicking

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Ieri sera sono andato su YouPorn per masturbarmi.

Ero indeciso fra Facial e Squirting, quando ho notato una nuova categoria: WikiLeaks.

Incuriosito, ho cliccato… Ho provato a masturbarmici sopra, ma era roba da pervertiti.

Ho preferito riparare su un più sano Pregnant.

WikiLeaks sta al giornalismo come il porno al sesso: trasparenza, eccesso, evidenza, esibizione, sono solo alcune delle tante, troppe caratteristiche che hanno in comune.

I documenti che WikiLeaks pubblica sono l’equivalente giornalistico dei primi piani di dettagli anatomici nel porno: tanto estenuanti e ripetitivi quanto ipnotici e “veri”.

I lettori di WikiLeaks sono dei voyeur che vogliono vedere il proibito, il “re nudo” in modo crudo, accessibile e protetto dall’anonimato della Rete.

Quella di Wikileaks non è informazione, è pornografia: non c’è traccia di notizia in nessuno dei “documenti riservati” pubblicati in questi mesi. Solo ridondanza, come nel porno.

Chi non sapeva che in guerra muoiono dei civili?

Chi ancora non sapeva che la Cia ha torturato prigionieri?

Che Berlusconi fosse incapace, vanitoso, “portavoce di Putin” e dedito a “festini selvaggi” grazie, ma lo sapevamo già.

Così come sapevamo da tempo che la Russia è uno “stato di Mafia”, che Sarkozy è un “imperatore nudo”, che Karzai è un imbecille, Ahmadinejad uno psicopatico e Gheddafi un imbecille psicopatico.

E che tutte queste cose gli USA le pensassero… beh, eravate così ingenui, pardon, idioti da credere che non fosse così?

Finiremo assuefatti da tutte queste verità; come il porno ci ha assuefatti al sesso anale.

Così come finiremo per diventare schizofrenici a causa di questa promiscuità con tutto a cui questa trasparenza forzata ci obbliga.

WikiLeaks è un sito osceno: è l’estasi, il culmine dell’informazione (o sarebbe meglio dire il colmo); è la forma pura e vuota, schiettamente tautologica del giornalismo. E’ una escalation di verità che conduce alla vertigine fredda della pornografia.

Quella di WikiLeaks non è realtà; è iper-realtà. Così come nel porno quello non è sesso, è iper-sesso; quelle non sono tette, sono rifatte; quello non è un pompino, è un signor pompino!

Julian Assange in fondo più che un giornalista è un porno divo: pubblica quintali di file, pagine e pagine, per far vedere che lui “ce l’ha più grosso” degli altri; l’investimento che fa sulle dimensioni dei suoi server ha un che di freudiano.

Ma in un mondo come il nostro sempre a caccia di eroi, anche un vandalo come Julian “Rocco” Assange può aspirare ad un premio Pulitzer.

Comunque: stamattina sono andato su WikiLeaks e ho cliccato sulla categoria Bukkake

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