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Militari e forze dell’ordine alzano la testa, per la prima volta insieme scendono in piazza

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Non accadeva dagli anni ’70, quando i militari scesero nelle piazze italiane per protestare contro le loro condizioni di vita e di lavoro. Ora accade di nuovo. Ma tutti insieme: poliziotti, militari, carabinieri, finanzieri, agenti della polizia penitenziaria, riuniti sotto la sigla del Psd, il Partito Sicurezza e Difesa, un movimento politico fondato un anno fa da un ex ufficiale dei carabinieri, Giorgio Carta, oggi avvocato, e da un ex elicotterista della Marina militare, Giuseppe Paradiso. Alla manifestazione romana, darà il suo appoggio anche il sindacato di polizia Coisp, il Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia, che si batte da sempre per la tutela dei poliziotti portando in giro per l’Italia le sagome con il poliziotto pugnalato.

L’appuntamento è per domani 2 dicembre alle 11,30 a Roma quando i manifestanti organizzeranno una protesta a tappe, prima davanti al ministero della Difesa e poi in strada davanti al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri in viale Romania. Il titolo della manifestazione è “Difendiamo la Costituzione”.

“Vogliamo risvegliare le coscienze di politici – dichiara Carta – stampa e cittadini sono abituati a celebrare i militari solo quando fanno rientro in Italia nelle bare avvolte dal tricolore”. “Per farle capire lo stato di prostrazione e di malessere in cui vivono i militari italiani, le posso dire che a un militare volontario dell’esercito impegnato in Afghanistan hanno dato sette giorni di consegna di rigore solo perché la sua branda non era in disordine. L’equivalente agli arresti domiciliari per i civili, un provvedimento che quasi sicuramente gli rovinerà le note caratteristiche e gli avanzamenti di carriera”.

“L’obbedienza ci deve essere – osserva Giuseppe Paradiso – ma il militare non può rinunciare alla propria dignità e non può rinunciare a quei diritti riconosciuti nei primi articoli della Costituzione Italiana: dignità, uguaglianza e libertà”.

E poi ci sono i carabinieri che reclamano per salari più adeguati. “E’ inaccettabile la sottrazione della somma di 770 milioni di euro necessarie al riordino delle carriere del personale non direttivo – dichiara ancora Carta – e il blocco degli stipendi peri prossimi 3 anni”. La manifestazione è anche l’occasione per denunciare la mancata lotta agli sprechi, come per esempio la soppressione di comandi inutili come i Comandi Interregionali che sottraggono uomini al territorio, determinando una minore capacità operativa dell’Arma nella lotta contro la criminalità.

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