Un disavanzo di cassa di 50 milioni di euro. Un patrimonio immobiliare enorme, in molti casi lasciato morire. Un commissariamento vicino alla destra più nera. Un codice etico che mette il bavaglio ai dipendenti. Della crisi della Croce rossa si occuperà stasera anche Report: 160 milioni di euro di costo annuo ai contribuenti; generose donazioni lasciate all’abbandono; la pubblicazione dell’ultimo bilancio visionato dalla corte dei conti che risale al 2004.
La Croce rossa è sotto il controllo di ben quattro ministeri. Nonostante ciò e nonostante l’ennesimo commissariamento, voluto per risanare l’ente, il 1° luglio 2010, una nota firmata dal Capo dipartimento amministrazione e patrimonio fa presente che l’ultimo saldo di cassa di Croce rossa ha raggiunto un ammontare negativo di 50.566.989,21 euro. «Essendo giunti alla soglia limite dello scoperto non sarà possibile dare seguito ad alcuni pagamenti giacenti in sospeso per ben 11 milioni di euro» si legge nella nota, che prosegue «trattasi, per tutti, di oneri previdenziali e fiscali in scadenza, fra i quali non è assolutamente possibile selezionare delle priorità senza incorrere in sanzioni».
A denunciare da anni irregolarità e sprechi in Croce rossa, con particolari riferimenti al Comitato regionale dell’Abruzzo, il cui Presidente è Maria Teresa Letta (sorella di Gianni), è il Maresciallo Vincenzo Lo Zito. Che fa esposti, presenta denunce e scrive pezzi sul suo blog. La cosa ha conseguenze serie: il 4 agosto 2008 il capo dipartimento Francesco Rocca firma, per l’allora direttore generale Des Dorides, la richiesta di richiamare in servizio Lo Zito presso l’Ispettorato nazionale del corpo militare “in quanto deve ritenersi cessata ogni assegnazione a compiti civili”.
Rocca sarebbe diventato Commissario il 30 ottobre 2008. Resterà in carica fino al 31 dicembre 2011 (il suo incarico è stato prorogato ben due volte). Ha voluto al suo fianco, fra gli altri, Paolo Pizzonia, ex membro dei Nar, i Nuclei armati rivoluzionari (ne parlò l’Espresso, in una breve inchiesta del 23 marzo scorso): Pizzonia ha fatto sei anni di galera per banda armata, incendio in concorso, lesione personale, porto illegale di armi. In merito, Rocca dichiarò: “Certo che sì, non è il primo caso, a destra come a sinistra. Paolo Pizzonia (dipendente pubblico assunto in altra amministrazione per concorso) ha pagato il suo debito con la giustizia, non ha carichi pendenti ed ha la fedina penale pulita. Oggi è una persona completamente inserita nel tessuto sociale ed il suo è un contributo prezioso”.
Su queste e molte altre questioni che riguardano Croce rossa, risultano senza risposta numerose interrogazioni parlamentari. L’ultima del 17 novembre 2010.
Nel frattempo, l’11 novembre, appena tre settimane prima dell’annunciata inchiesta di Report, è stato approvato, sempre per ordinanza commissariale, un “codice etico” che dev’essere sottoscritto da tutti coloro che entrano a far parte della struttura.
All’articolo 15 del codice, si leggono alcuni commi decisamente inquietanti:
k. Pubblicazioni e Conferenze – E’ vietato all’appartenente alla C.R.I. il rilascio di interviste a soggetti terzi […]
l. Riservatezza – La disponibilità e la trasparenza dell’amministrazione pubblica non esentano l’appartenente alla C.R.I. dal dovere di discrezione e riservatezza. L’appartenente alla CRI non può comunicare, in qualunque forma, ad una persona non qualificata, documenti o informazioni delle quali viene a conoscenza in occasione delle sue funzioni e non potrà renderli pubblici. […] ogni mancanza sarà suscettibile di misure disciplinari e – ricorrendone le circostanze – di denuncia penale.
m. Denunce – Nel quadro delle proprie funzioni, l’appartenente alla CRI è tenuto a informare per vie interne ogni irregolarità che avrà constatato. E’ peraltro fondamentale astenersi dal rilasciare le dichiarazioni eventualmente diffamatorie rivolte all’Associazione, privilegiando quindi le vie gerarchiche interne per ogni tipologia di segnalazione e commenti faziosi o di denuncia. […]
Insomma, l’impressione è che questo codice etico sia più simile a un codice-bavaglio. Che renderà molto più difficile far luce su tutte le ombre della Croce rossa.