SORRENTO – Il luogo simbolo dello scempio degli agrumeti della costiera sorrentina è una enorme buca realizzata nei giorni scorsi nel giardino di vico III Rota, in prossimità di viale Nizza, centro di Sorrento. Divelti una sessantina di alberi tra ulivi, agrumi e noci, una gru sta rivoltando il terreno per i lavori preparatori alla realizzazione di un parcheggio interrato, l’ennesimo, da 252 box auto. Difficile non farci caso per chi è diretto verso i grandi alberghi a quattro stelle tra Sorrento e Sant’Agnello. Il cantiere è in attività frenetica. Si lavora giorno e notte, grazie a un permesso firmato dal commissario ad acta della Provincia di Napoli, dopo che Soprintendenza e commissione edilizia comunale avevano in un primo momento bocciato il faraonico progetto perché ritenuto in violazione dei vincoli del piano urbanistico territoriale dell’area sorrentina e amalfitana. Ma il megagarage nel cuore della città del Tasso è solo l’ultimo mostro in via di edificazione.
Monumento alla speculazione
L’ennesimo monumento alla speculazione del business parcheggi che negli ultimi cinque anni ha stravolto la geografia urbanistica e agricola di luoghi che erano diventati famosi nel mondo per le loro bellezze naturalistiche e paesaggistiche. Secondo un dettagliato esposto del Wwf, sarebbero almeno 9.000 i box realizzati tra Vico Equense e Massa Lubrense, passando per Sorrento, grazie a una finestra normativa votata nella notte in un tempestoso consiglio regionale del 2001. Un emendamento alla vecchia legge urbanistica, presentato e sponsorizzato da un consigliere Udc dell’agro-nocerino e da un consigliere Udeur della costiera, imprenditore del mattone, ha di fatto reso possibile investire decine di milioni di euro nella realizzazione di box interrati al posto di giardini e agrumeti. Unico vincolo: la dichiarazione di pertinenza. Il box deve essere associato a un’abitazione vicina.
Così in zone dove è vietatissimo costruire nuove case, i signori del cemento si sono tuffati nella costruzione di ‘boxlandia’. La legge imporrebbe almeno di risistemare terreno vegetale sulla copertura delle autorimesse per ripiantare agrumeti e alberi. Ma nessuno vigila e i costruttori si limitano a quattro piante esangui. “Un giardinetto pensile, che potrebbe stare ovunque – commenta Claudio D’Esposito, responsabile del Wwf – a New York come a Milano, nulla che possa ricordare i fondi agricoli testimonianza della storia e della cultura della costiera sorrentina”.
Curiosi collegamenti societari
Studiando le carte e le visure camerali, emergono curiosi collegamenti. Si scopre, ad esempio, che Giuseppe Langellotto, l’amministratore della Elilgreen srl, la società che ha presentato il progetto dei 252 box, ha rapporti d’affari con il sindaco di Sorrento, il pidiellino Giuseppe Cuomo. Il primo cittadino infatti detiene 5.000 euro di capitale sociale della Nizza srl, altra società amministrata da Langellotto, con identico oggetto sociale: la realizzazione di parcheggi. E il progettista è l’ingegnere Graziano Maresca, capo dell’ufficio tecnico di Piano di Sorrento, paese dove è stata consentita la costruzione di otto autorimesse interrate.
Nulla di illegale, per carità. E’ un dato, però, che i cognomi dietro questi lavori siano sempre gli stessi. “Vero, sono socio di Langellotto, ma non nella società che sta realizzando l’opera di vico III Rota – conferma il sindaco Cuomo a Fabrizio Geremicca, scrupoloso cronista del Corriere del Mezzogiorno, testata che per prima ha rivelato questi intrecci – peraltro io faccio parte di varie società, non solo questa. Capisco che l’essere socio di Langellotto possa crearmi problemi di immagine, ma se è corretto che si faccia il parcheggio, non capisco perché bisognerebbe bloccarlo. Se è illegittimo, lo fermeremo”. Tutto giusto. Ma se il controllore è socio del controllato, secondo il Wwf è meglio affidare i controlli all’autorità giudiziaria. Di qui una raffica di dettagliate denunce degli ambientalisti del Panda alla Procura di Torre Annunziata, che si affiancano a quelle presentate dal coordinatore sorrentino di Italia dei Valori, Giovanni Antonetti, e all’interrogazione del parlamentare dipietrista Elio Lannutti. Mentre in consiglio comunale la sparuta rappresentanza del Pd tenta di arginare l’adozione di un piano urbanistico comunale che pare scritto su misura degli interessi di costruttori e albergatori, capaci di fare e disfare le amministrazioni del luogo e lanciare o stroncare le ambizioni politiche dei leader locali.
“Il parcheggio di vico III Rota non poteva essere autorizzato – sostiene Claudio D’Esposito – perché in palese contrasto con il Put e il piano comunale a cui fa esplicito riferimento. Proprio il piano comunale impone il limite massimo per opere private di due piani interrati e di 30 box a piano, con estensione non superiore a 900 metri quadrati. E qui siamo ben oltre i limiti”. Rincara Antonetti: “E’ in corso una politica devastante: quella di un posto auto per ogni abitante. Assurdo, ai nostri figli lasceremo solo cemento e parcheggi vuoti”.
Parcheggi vuoti
Vuoti, infatti. Nonostante la dichiarazione di pertinenza dovrebbe rendere impossibile la cessione del singolo box, i prezzi difficilmente scendono sotto i 40.000 euro. E le società costruttrici preferiscono tenere il garage libero, piuttosto che svenderlo. Oppure fittarlo, di nascosto, a qualche azienda commerciale che li usa come depositi. Sarebbe il caso, secondo la denuncia del Wwf, di alcuni box privati realizzati nella zona alta di Massa Lubrense nel 2004, acquistati da una società che distribuisce gadgets.
A leggere le sette pagine dell’esposto degli ambientalisti sorrentini sorge una domanda: ma esiste un mercato per tutti questi box? La sola Sorrento ha 18.000 abitanti. Diventano circa 30.000 durante l’estate, quando si riempiono le seconde case della borghesia napoletana. Comunque pochi per spiegare e giustificare oltre 30 istanze per l’autorizzazione di garage interrati. Per il momento sono state rilasciate 12 licenze, per un totale di 900 box, e altri 650 posti a rotazione, previsti nelle licenze, con l’aggiunta di due parcheggi pubblici autorizzati dal Prg, di cui uno di fronte al Vallone dei Mulini. A via Marziale uno dei tre piani dell’autorimessa privata doveva essere destinato al parcheggio pubblico a rotazione. Invece è diventato tutto privato. Il responsabile amministrativo della società che lo ha ultimato è il fratello del sindaco, all’epoca del progetto capogruppo in Provincia di Forza Italia.
Sempre gli stessi nomi
I cognomi, dicevamo, sono sempre gli stessi. Per il parcheggio pubblico di via Correale la Procura ha aperto un’inchiesta sul tipo di cemento utilizzato. L’opera è stata inaugurata il 7 marzo scorso, in piena campagna elettorale per le regionali, dal sindaco dell’epoca Marco Fiorentino, candidato (non eletto) nel Pdl. Sui box di via degli Aranci, nomen non omen, putroppo: gli alberelli di arancio ripiantumati a opera conclusa sono quasi tutti morti. Sui garage di via Montariello e via Rota hanno piantato alberelli gnomi. Mettono tristezza. Sui box di via Atigliana nemmeno quelli: è tutto brullo. Numeri da record anche a Meta, dove spicca una mega autorimessa di 370 posti auto di cui oltre 200 box privati nel vicolo di Santa Lucia, e a Piano di Sorrento, dove opera una lobby di ingegneri che è stata capace di realizzare oltre 1.000 posti auto in un paese che non raggiunge i 15.000 abitanti.
Ma imbattibili appaiono i numeri dell’incantevole Sant’Agnello, fino a pochissimi anni fa un capolavoro di verde, agrumeti e paesaggi mozzafiato: 8.600 abitanti e un totale di 1.273 box previsti dal piano urbano parcheggi, di cui 438 pubblici e 835 privati, più altre tre licenze private che fanno lievitare il totale a 1441 box. Il più grosso parcheggio interrato si trova sul corso Italia, quasi di fronte al Municipio. A cinque anni dall’ultimazione, non hanno ancora messo il terreno e gli alberi. Solo un piccolo parco giochi, inaugurato nel 2007. Poveri turisti alla ricerca dei tipici agrumeti sorrentini: troveranno solo calcestruzzo e cemento.