Un arresto “ipocrita e antidemocratico”. Julian Assange incassa l’inaspettato sostegno Vladimir Putin, seppur indirizzato ad una più ampia polemica verso gli Stati Uniti. Per il presidente russo, l’arresto del fondatore di Wikileaks “dimostra l’ipocrisia dell’Occidente”. “Perché Assange viene tenuto nascosto in carcere? – si è chiesto Putin, parlando con i giornalisti – è forse democrazia, questa? Come si dice al paese, è il bue che dice cornuto all’asino”.
Nei dispacci rivelati da Wikileaks, il presidente russo veniva definito come “cane alpha”, maschio dominante in uno stato-mafia. Ora il presidente si prende il russo di ritorcere la critica al mittente, criticando i metodi con cui Assange è stato – almeno al momento – incarcerato. Intanto varie agenzie russe citano fonti del Cremlino, secondo cui “ad Assange dovrebbe esser consegnato il premio Nobel per la pace”.
Quale che sia la reale posizione di Putin e quali che siano le reali motivazioni con cui il presidente si è espresso, resta da capire come la diplomazia italiana commenterà l’uscita. Due giorni fa, alla notizia dell’arresto del fondatore di Wikileaks, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, era intervenuto con un liberatorio “era ora”. Che cosa diranno adesso il ministro e il premier Berlusconi, dopo che l'”amico Putin” si è pronunciato con un giudizio diametralmente opposto?