Non è Julian Assange, come molti si aspettavano e come decretato ieri dai lettori online della testata. La persona dell’anno 2010 per il prestigioso numero natalizio della rivista Time, è il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, classe 1984. Nel 2008 la copertina era andata a Barack Obama e nel 2009 al capo della Federal Reserve, Ben Bernanke.
PERCHE’ ZUCKERBERG. In un articolo pubblicato sul proprio sito dal titolo “Perché abbiamo scelto Zuckerberg”, il direttore del Time, Richard Stengel, articola la mancata scelta del fondatore di Wikileaks come “personaggio dell’anno” (a proposito in Rete è già partito un tam-tam che denuncia presunte pressioni dell’Amministrazione americana per non far andare all’hacker il riconoscimento).
“Come altri due candidati di quest’anno – spiega il direttore del Time – ovvero Julian Assange e il Tea Party, Zuckerberg non ha un grande rispetto per le autorità tradizionali”. In un certo senso, aggiunge, “Zuckerberg e Assange sono due facce della stessa medaglia, entrambi esprimono un desiderio di apertura e trasparenza“. Ma mentre “Assange attacca le grandi istituzioni e i governi attraverso una trasparenza involontaria con l’obiettivo di depotenziarli, Zuckerberg dà la possibilità agli individui di condividere volontariamente informazione con l’idea di dare loro più potere“.
Non basta: se il fondatore di Wikileaks vede “il mondo pieno di nemici reali o immaginari”, l’ex studente di Harvard, “ha messo in relazione tra loro oltre mezzo miliardo di persone” quindi, “considera il mondo zeppo di potenziali amici” tanto da “aver tracciato la mappa delle loro relazioni sociali” che “ha cambiato il modo di vivere le nostre vite”.
NE’ AVIDO NE’ ASOCIALE. Nel lunghissimo articolo che spiega la decisione, viene elogiato lo spirito americano che motiva l’ex studente di Harvard diventato il più giovane miliardario del mondo: “Zuckerberg, pure esserendo parte della generazione di esseri umani che ricordano ancora il mondo prima di Internet, in soli sette anni (Facebook è stato fondato nel 2004, ndr), ha unito un dodicesimo dell’umanità in un unico network”.
Dal Time viene anche smentita la versione del Mark “nerd asociale e avido” fatta propria dal film The social Network di David Fincher che ha già sbancato i botteghini di mezzo mondo e ieri ha incassato sei nomitations ai Golden Globe.
“Zuckerberg, in realtà, è fidanzato da sei anni, e ha conosciuto la sua ragazza Priscilla Chan da prima che nascesse Facebook. Inoltre, la sua indifferenza nei confronti del denaro è quasi patologica”. Non solo: “Mark non è un alienato, né un perdente. E’ l’esatto contrario: ama essere in mezzo alle persone, tanto da aver dedicato la sua intera vita alla creazione di un intenso ambiente di connessioni sociali”.
LE POLEMICHE. Di certo la scelta farà discutere. Non solo per la contrapposizione del sito blu al sito web del momento, ovvero Wikileaks (tra l’altro Facebook ha chiuso d’imperio la pagina fan degli Anonymus, il gruppo di hacker che si sta spendendo a favore del sito di Assange). Ma anche perché numerose sono state le polemiche sulla privacy del social network più famoso in Occidente, tanto che ne è nato un concorrente aperto: Diaspora, che ha aperto i battenti il mese scorso – anche se stenta a decollare.
Alcuni, inoltre, non perdonano al fondatore di Facebook di aver ospitato solo due settimane fa, nelle sede centrale del sito, in California, George W. Bush, il presidente di Guantanamo e della “armi di distruzione di massa” che è andato a presentare a Palo Alto il suo libro di memorie “Decision Point” ed è apparso in grande sintonia con lo stesso Mark.
HA CAMBIATO ANCHE IL SESSO. Non solo ombre naturalmente. L’impatto di Facebook sulla vita di molti di noi è stata dirompente. Ha cambiato il nostro modo di relazionarsi, i rapporti umani, le modalità d’informazione, persino le relazioni sessuali: sempre più spesso una “richiesta di amicizia” sul social network è oggi il primo passo di qualsiasi flirt, passione, amore.
Facebook è diventato inoltre uno strumento di aggregazione politica, a partire dall’Italia, dov’è stata la base di organizzazione di una manifestazione come il No B. Day del 5 dicembre 2009. E’ ormai strumento di uso quotidiano per connettere politici, aziende, sportivi, uomini di spettacolo, intellettuali, con un pubblico che, grande o piccolo che sia, ha potuto abbattere le distanze analogiche con i propri interessi e i propri beniamini.
DIPENDENZA? È vero anche però che Facebook si nutre di un meccanismo di “dipendenza” nei confronti del nostro avatar virtuale. Studi e approfondimenti sono in corso, e la cultura diffusa al riguardo è in grande ritardo. Eppure sono numerosi i casi di “Facebook addiction disorder”, di dipendenza da aggiornamenti, notifiche, chat, commenti. E ancora non è chiaro come possano essere travisate le relazioni sociali sulle quali investiamo avendo solo lo strumento testuale per manifestare noi stessi e per intelleggere gli altri. Emerge ormai chiaro un rapporto diretto tra un altro grado di narcisismo e un’eccessiva attenzione a Facebook.
Con tutte queste questioni, di sicuro, faremo i conti nei prossimi anni. Anche perché Mark ha chiaro il suo obiettivo: “Facebookizzare il web”, ovvero rendere il suo sito la piattaforma per ogni attività online. Ci riuscirà? È da vedere.
Di certo, anche se chi ha una visione aperta del web avrebbe preferito un riconoscemento per Assange, il giovane Mark non ha rubato nulla. Zuckerberg, ci piaccia o meno, ha cambiato le nostre vite, e il mondo. A noi il compito di aggiornare la nostra intelligenza usando al meglio, e non facendosi usare, dagli strumenti che il progresso sempre più veloce ci offre.
Media & Regime
Time: Assange “non rispetta le autorità”
Mark Zuckerberg uomo dell’anno 2010
PERCHE’ ZUCKERBERG. In un articolo pubblicato sul proprio sito dal titolo “Perché abbiamo scelto Zuckerberg”, il direttore del Time, Richard Stengel, articola la mancata scelta del fondatore di Wikileaks come “personaggio dell’anno” (a proposito in Rete è già partito un tam-tam che denuncia presunte pressioni dell’Amministrazione americana per non far andare all’hacker il riconoscimento).
“Come altri due candidati di quest’anno – spiega il direttore del Time – ovvero Julian Assange e il Tea Party, Zuckerberg non ha un grande rispetto per le autorità tradizionali”. In un certo senso, aggiunge, “Zuckerberg e Assange sono due facce della stessa medaglia, entrambi esprimono un desiderio di apertura e trasparenza“. Ma mentre “Assange attacca le grandi istituzioni e i governi attraverso una trasparenza involontaria con l’obiettivo di depotenziarli, Zuckerberg dà la possibilità agli individui di condividere volontariamente informazione con l’idea di dare loro più potere“.
Non basta: se il fondatore di Wikileaks vede “il mondo pieno di nemici reali o immaginari”, l’ex studente di Harvard, “ha messo in relazione tra loro oltre mezzo miliardo di persone” quindi, “considera il mondo zeppo di potenziali amici” tanto da “aver tracciato la mappa delle loro relazioni sociali” che “ha cambiato il modo di vivere le nostre vite”.
NE’ AVIDO NE’ ASOCIALE. Nel lunghissimo articolo che spiega la decisione, viene elogiato lo spirito americano che motiva l’ex studente di Harvard diventato il più giovane miliardario del mondo: “Zuckerberg, pure esserendo parte della generazione di esseri umani che ricordano ancora il mondo prima di Internet, in soli sette anni (Facebook è stato fondato nel 2004, ndr), ha unito un dodicesimo dell’umanità in un unico network”.
Dal Time viene anche smentita la versione del Mark “nerd asociale e avido” fatta propria dal film The social Network di David Fincher che ha già sbancato i botteghini di mezzo mondo e ieri ha incassato sei nomitations ai Golden Globe.
“Zuckerberg, in realtà, è fidanzato da sei anni, e ha conosciuto la sua ragazza Priscilla Chan da prima che nascesse Facebook. Inoltre, la sua indifferenza nei confronti del denaro è quasi patologica”. Non solo: “Mark non è un alienato, né un perdente. E’ l’esatto contrario: ama essere in mezzo alle persone, tanto da aver dedicato la sua intera vita alla creazione di un intenso ambiente di connessioni sociali”.
LE POLEMICHE. Di certo la scelta farà discutere. Non solo per la contrapposizione del sito blu al sito web del momento, ovvero Wikileaks (tra l’altro Facebook ha chiuso d’imperio la pagina fan degli Anonymus, il gruppo di hacker che si sta spendendo a favore del sito di Assange). Ma anche perché numerose sono state le polemiche sulla privacy del social network più famoso in Occidente, tanto che ne è nato un concorrente aperto: Diaspora, che ha aperto i battenti il mese scorso – anche se stenta a decollare.
Alcuni, inoltre, non perdonano al fondatore di Facebook di aver ospitato solo due settimane fa, nelle sede centrale del sito, in California, George W. Bush, il presidente di Guantanamo e della “armi di distruzione di massa” che è andato a presentare a Palo Alto il suo libro di memorie “Decision Point” ed è apparso in grande sintonia con lo stesso Mark.
HA CAMBIATO ANCHE IL SESSO. Non solo ombre naturalmente. L’impatto di Facebook sulla vita di molti di noi è stata dirompente. Ha cambiato il nostro modo di relazionarsi, i rapporti umani, le modalità d’informazione, persino le relazioni sessuali: sempre più spesso una “richiesta di amicizia” sul social network è oggi il primo passo di qualsiasi flirt, passione, amore.
Facebook è diventato inoltre uno strumento di aggregazione politica, a partire dall’Italia, dov’è stata la base di organizzazione di una manifestazione come il No B. Day del 5 dicembre 2009. E’ ormai strumento di uso quotidiano per connettere politici, aziende, sportivi, uomini di spettacolo, intellettuali, con un pubblico che, grande o piccolo che sia, ha potuto abbattere le distanze analogiche con i propri interessi e i propri beniamini.
DIPENDENZA? È vero anche però che Facebook si nutre di un meccanismo di “dipendenza” nei confronti del nostro avatar virtuale. Studi e approfondimenti sono in corso, e la cultura diffusa al riguardo è in grande ritardo. Eppure sono numerosi i casi di “Facebook addiction disorder”, di dipendenza da aggiornamenti, notifiche, chat, commenti. E ancora non è chiaro come possano essere travisate le relazioni sociali sulle quali investiamo avendo solo lo strumento testuale per manifestare noi stessi e per intelleggere gli altri. Emerge ormai chiaro un rapporto diretto tra un altro grado di narcisismo e un’eccessiva attenzione a Facebook.
Con tutte queste questioni, di sicuro, faremo i conti nei prossimi anni. Anche perché Mark ha chiaro il suo obiettivo: “Facebookizzare il web”, ovvero rendere il suo sito la piattaforma per ogni attività online. Ci riuscirà? È da vedere.
Di certo, anche se chi ha una visione aperta del web avrebbe preferito un riconoscemento per Assange, il giovane Mark non ha rubato nulla. Zuckerberg, ci piaccia o meno, ha cambiato le nostre vite, e il mondo. A noi il compito di aggiornare la nostra intelligenza usando al meglio, e non facendosi usare, dagli strumenti che il progresso sempre più veloce ci offre.
RIVOLUZIONE YOUTUBER
di Andrea Amato e Matteo Maffucci 14€ AcquistaArticolo Precedente
Approvazione o depravazione popolare?
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A volte tornano: Betulla soldato “Libero”
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Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".