Dopo Amazon, Visa, Mastercard, PayPal e Bank of America, anche Apple ora si aggiunge all’elenco delle aziende che si mettono di traverso a Julian Assange e Wikileaks. La casa di Cupertino ha eliminato dal suo App Store, il negozio virtuale che permette di scaricare applicazioni per iPhone, iPad e iPod, “Wikileaks App”, un’apposita applicazione che permetteva di scaricare sui dispositivi della Mela i cablogrammi riservati pubblicati da Wikileaks. Come ha spiegato al sito TechCrunch Igor Barinov, l’informatico autore dell’applicazione, il software – disponibile da appena 4 giorni – è stato eliminato dall’iTunes Store senza spiegazioni da parte dell’azienda di Cupertino. Con l’app – del costo di 1,99 dollari, di cui la metà finivano nelle casse di Wikileaks –, era possibile scaricare giorno per giorno i nuovi cablogrammi dell’Amministrazione Usa.

Tutt’altra storia per il principale “concorrente” di iPhone, il sempre più agguerrito Android, sviluppato da Google ma sostanzialmente open: gli utenti hanno ancora a disposizione una mezza dozzina di programmi per cellulari e tablet con le stesse funzionalità dell’App cancellata dalla società di Steve Jobs. Va anche detto che se i grandi gruppi boicottano Wikileaks, ogni giorno più numerosi diventano anche i sostenitori dell’hacker australiano. A Parigi, l’organizzazione per la libertà di stampa internazionale “Reporter senza frontiere” ha attivato un sito “mirror” (specchio, all’indirizzo http://wikileaks.rsf.org), contenente copie costantemente aggiornate di tutti i file disponibili sul sito principale di Julian Assange. “Forniamo così simbolicamente il nostro sostegno al diritto di Wikileaks di pubblicare informazioni e di non essere ostacolato in questa operazione”, è scritto in un comunicato diffuso oggi da Rsf. La più autorevole associazione mondiale di giornalisti, è con Assange.

f.mello@ilfattoquotidiano.it

Il Fatto Quotidiano, 22 dicembre 2010

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