Per la Chiesa cattolica il 2010 è stato un anno difficile. Soprattutto per lo scandalo degli abusi sessuali non più solo negli Stati Uniti ma anche in Europa. Dopo le migliaia di casi in Irlanda, denunciati nel 2009 dalle commissioni Ryan e Murphy, l’anno, appena passato, si è aperto con nuovi casi in Austria, in Belgio, in Olanda e in Germania.
In Germania sono coinvolte soprattutto le scuole cattoliche: per decenni, alcuni dei più prestigiosi istituti cattolici tedeschi sono stati il luogo in cui si sono consumate violenze sessuali agghiaccianti. Accuse di abusi e maltrattamenti anche nel Coro di Ratisbona, diretto dal fratello del pontefice, Georg Ratzinger, dal 1964 al 1993. Anche in Austria sono i collegi i luoghi in cui vengono maggiormente consumati gli abusi sessuali, ma anche le parrocchie e perfino le case. La drammaticità della situazione spinge il Vaticano ad istituire commissioni indipendenti d’inchiesta, ma non basta ad arginare la disaffezione dei fedeli. Nella sola Austria, il 42% dei cattolici abbandona la Chiesa.
Incapaci di affrontare gli avvenimenti, i vescovi sono costretti ad ammettere di aver saputo e taciuto, trasferendo i preti colpevoli da una parrocchia all’altra. Le dimissioni cominciano in Irlanda, dove tre vescovi lasciano l’incarico. Il vescovo belga, Roger Vangheluwe, si dimette confessando di aver abusato di un bambino. Anche il vescovo norvegese Georg Muller lascia dopo aver rivelato di aver violentato un chierichetto.
E mentre il Papa, nel corso del viaggio a Malta, incontra le vittime dei preti pedofili e in diversi discorsi pubblici condanna senza riserve la pedofilia clericale, il New York Times pubblica una serie di dossier che rivelano come i vertici del Vaticano e lo stesso Ratzinger pur essendo a conoscenza di casi molto gravi abbiano adottato la politica del silenzio e della copertura. La Corte Suprema degli Stati Uniti rifiuta di pronunciarsi sul diritto all’immunità della Santa Sede: il Vaticano può essere considerato civilmente responsabile degli atti di un prete accusato di abusi su minori.
Anche sul fronte italiano, sono oltre una decina i sacerdoti condannati per abusi sessuali. Lo stesso monsignor Crociata, segretario generale della CEI, per la prima volta ammette che il Vaticano ha ricevuto denunce su circa 100 casi di preti pedofili negli ultimi dieci anni. Ma è una stima per difetto. Infine, Wikileaks pubblica alcuni cablo che rivelano come, nel caso irlandese, il Vaticano, nonostante la sbandierata disponibilità a fare luce sullo scandalo dei preti pedofili e a collaborare con le autorità civili, non abbia permesso ai suoi uomini di testimoniare di fronte alla commissione chiamata a fare chiarezza sugli abusi commessi dai sacerdoti irlandesi.
Si chiude così un anno drammatico, che ha portato migliaia di fedeli a lasciare la Chiesa. E la disaffezione non potrà che continuare, finché il problema della pedofilia clericale non sarà affrontato alla radice, riesaminando il pesantissimo ruolo dell’educazione sessuofobica impartita nei seminari nella genesi di quella che ormai è considerata una vera e propria piaga. Ecco, dunque, la cronaca di questo annus horribilis della Chiesa
Gennaio
Il Vaticano sancisce l’obbligo di denunciare i preti pedofili alle autorità civili. Tuttavia tale obbligo vale solo per i Paesi in cui la legge già lo impone. Benedetto XVI riduce allo stato laicale don Marco Dessì, missionario condannato per abusi sessuali su diversi bambini del Nicaragua.
Febbraio
Arrestato Angelo Balducci, gentiluomo di Sua Santità. Nell’inchiesta emerge anche uno scandalo che porta in Vaticano. Secondo l’accusa, un religioso nigeriano del coro di san Pietro si occupa di reperire, per gli appetiti dell’ingegnere, giovani e ragazzi presentati, talvolta, come seminaristi.
Condannato in primo grado a 1 anno e 5 mesi don Paolo Biasi, per molestie ai danni di 4 bambine. Padre Aldo Nuvola, ex parroco nella chiesa Regina Pacis a Palermo, è rinviato a giudizio con l’accusa di avere tentato di ottenere prestazioni sessuali da un ragazzo di 17 anni.
Marzo
Mentre il Papa invia una lettera pastorale ai fedeli irlandesi, con una ferma condanna dei sacerdoti pedofili, il presidente della conferenza episcopale tedesca ammette che le diocesi hanno intenzionalmente taciuto per anni sui moltissimi casi di violenze commesse dai sacerdoti in Germania. Un giornale austriaco rivela una serie di abusi sessuali e fisici anche all’interno del rinomato coro dei Piccoli Cantori di Ratisbona. Negli Stati Uniti esplode il caso Murphy. I vertici del Vaticano, tra cui il futuro Papa Benedetto XVI, secondo il New York Times, occultarono gli abusi di un prete americano, sospettato di aver violentato circa 200 bambini sordi in una scuola del Wisconsin.
In Italia, è condannato in primo grado a 3 anni e 11 mesi don Pierpaolo Mologni, per aver abusato di un bambino disabile e per detenzione di materiale pedopornografico. Si prescrivono le accuse a don Giorgio Carli, ma la Cassazione lo condanna a un risarcimento di 750.000 euro. Rinviato a giudizio don Jesus Vasquez, sacerdote a San Nicola Manfredi (BN), per violenza sessuale su due bambini. Don Claudio Ballerini è condannato per la terza volta per atti osceni di fronte a minori.
Aprile
Georg Mueller, ex vescovo norvegese, confessa che è stato un abuso sessuale il motivo che lo ha spinto alle dimissioni. Si dimette anche il vescovo belga Roger Vangheluwe, dopo aver rivelato di aver abusato sessualmente di un ragazzo. Anche il vescovo irlandese James Moriarty, accusato di aver coperto in passato abusi sessuali lascia l’incarico.
Il Papa, incontrando alcune vittime dei sacerdoti maltesi, esprime la sua vergogna e il suo dolore per quello che le vittime e le loro famiglie hanno sofferto. Ma da oltreoceano arrivano nuovi scandali. Una lettera del 1985 firmata dal cardinale Joseph Ratzinger dimostra la resistenza opposta dal futuro Papa alla rimozione di padre Stephen Kiesle, che aveva molestato diversi bambini. Il cardinale Angelo Sodano bolla come “chiacchiericcio” le critiche a Chiesa e Pontefice per la gestione dello scandalo dei preti pedofili. Un sacerdote 40enne di origini indiane viene arrestato a Teramo per violenza sessuale su una bimba di 10 anni.
Maggio
La Chiesa italiana ammette di aver ricevuto denunce su circa 100 casi di preti pedofili negli ultimi dieci anni. La Cei, tuttavia, si rifiuta di far conoscere il numero dei preti successivamente sospesi secondo la legge canonica. Per la prima volta in Italia un vescovo è chiamato a testimoniare. Gino Reali, vescovo della diocesi di Porto Rufina, è chiamato in tribunale per chiarire come mai non abbia preso provvedimenti in merito alla vicenda processuale che vede imputato don Ruggero Conti, accusato di abusi sessuali.
Giugno
La Corte Suprema degli Stati Uniti rifiuta di pronunciarsi sul diritto all’immunità della Santa Sede, confermando la decisione della Corte d’Appello dell’Oregon di considerare il Vaticano come civilmente responsabile degli atti di un prete accusato di abusi su minori.
In Italia, viene ridotto allo stato laicale don Andrea Agostini, condannato nella primavera 2008 in primo grado a 6 anni e 10 mesi per molestie sessuali ai danni di dieci bambine (dai tre ai sei anni) che frequentavano l’asilo parrocchiale da lui diretto.
Luglio
Un ex sacerdote australiano John Sidney Denham, 67 anni, viene condannato a quasi 20 anni di carcere per aver abusato di almeno 25 ragazzi in diverse scuole, dove era responsabile delle punizioni disciplinari e nelle quali aveva creato un clima di terrore e depravazione.
Il New York Times pubblica un reportage di documenti interni alla Chiesa che svelano come Joseph Ratzinger, quando dirigeva la Congregazione per la dottrina della fede, fosse “parte di una cultura di non-responsabilità, negazionismo, e ostruzionismo della giustizia” di fronte agli abusi sessuali commessi da sacerdoti. Tra le rivelazioni spunta un vertice segreto avvenuto in Vaticano nel 2000 tra Ratzinger e i vescovi delle nazioni anglofone più colpite dagli scandali di pedofilia: Stati Uniti, Irlanda, Australia.
Settembre
La parrocchia del Sacro Cuore di Foggia e l’Istituto nazionale dei Salesiani di Roma sono citati come responsabili civili nel processo che vede imputato un prete, un salesiano di 79 anni, vice parroco al Sacro Cuore di Foggia, che avrebbe molestato 4 ragazzine che si confessavano con lui.
Scompare nel nulla don Matteo Diletti, prete bergamasco di 39 anni, a pochi giorni dall’udienza in Cassazione che lo vedeva imputato per abusi sessuali su una ragazzina di 13 anni. La cassazione confermerà la condanna a 4 anni.
Ottobre
I quotidiani in lingua fiamminga riportano 103 nuove denunce contro i preti pedofili belgi. Tuttavia, la chiesa belga non istituirà una nuova commissione d’indagine. In Italia, don Secondo Bongiovanni, sacerdote 56enne, viene condannato a Sondrio per abusi sessuali ai danni di un bambino di 12 anni.
Novembre
Il Papa ammette ritardi e coperture nella gestione del caso di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, pedofilo, tossicomane e padre di diversi figli illegittimi.
Dicembre
Pubblicati i cablo WikiLeaks sul Vaticano. Secondo le rivelazioni, il Vaticano ha rifiutato di permettere ai suoi uomini di testimoniare di fronte alla commissione chiamata a fare chiarezza sugli abusi dei sacerdoti su minori in Irlanda. Non solo: la richiesta di presentarsi di fronte alla commissione Murphy “ha offeso molte persone in Vaticano. Pensano che l’Irlanda non abbia protetto e rispettato la sovranità vaticana durante l’inchiesta”, dice un cablogramma. Una giuria nel Delaware stabilisce un risarcimento di 30 milioni di sterline per un uomo stuprato più di cento volte da un prete cattolico. E’ la somma più ingente che sia stata mai assegnata a una singola vittima. In Italia, don Domenico Pezzini è condannato a dieci anni di carcere per aver abusato sessualmente di un minorenne originario del Bangladesh.
Cronaca
Scandalo pedofilia, il 2010 è stato
l’annus horribilis della Chiesa cattolica
I casi di abusi sessuali da parte dei preti hanno caratterizzato tutto il 2010. Tanto che i vescovi sono costretti ad ammettere di aver saputo e taciuto. Papa Benedetto XVI condanna le violenze. Ecco allora la cronaca, mese per mese, di uno degli anni più difficile per il Vaticano
Per la Chiesa cattolica il 2010 è stato un anno difficile. Soprattutto per lo scandalo degli abusi sessuali non più solo negli Stati Uniti ma anche in Europa. Dopo le migliaia di casi in Irlanda, denunciati nel 2009 dalle commissioni Ryan e Murphy, l’anno, appena passato, si è aperto con nuovi casi in Austria, in Belgio, in Olanda e in Germania.
In Germania sono coinvolte soprattutto le scuole cattoliche: per decenni, alcuni dei più prestigiosi istituti cattolici tedeschi sono stati il luogo in cui si sono consumate violenze sessuali agghiaccianti. Accuse di abusi e maltrattamenti anche nel Coro di Ratisbona, diretto dal fratello del pontefice, Georg Ratzinger, dal 1964 al 1993. Anche in Austria sono i collegi i luoghi in cui vengono maggiormente consumati gli abusi sessuali, ma anche le parrocchie e perfino le case. La drammaticità della situazione spinge il Vaticano ad istituire commissioni indipendenti d’inchiesta, ma non basta ad arginare la disaffezione dei fedeli. Nella sola Austria, il 42% dei cattolici abbandona la Chiesa.
Incapaci di affrontare gli avvenimenti, i vescovi sono costretti ad ammettere di aver saputo e taciuto, trasferendo i preti colpevoli da una parrocchia all’altra. Le dimissioni cominciano in Irlanda, dove tre vescovi lasciano l’incarico. Il vescovo belga, Roger Vangheluwe, si dimette confessando di aver abusato di un bambino. Anche il vescovo norvegese Georg Muller lascia dopo aver rivelato di aver violentato un chierichetto.
E mentre il Papa, nel corso del viaggio a Malta, incontra le vittime dei preti pedofili e in diversi discorsi pubblici condanna senza riserve la pedofilia clericale, il New York Times pubblica una serie di dossier che rivelano come i vertici del Vaticano e lo stesso Ratzinger pur essendo a conoscenza di casi molto gravi abbiano adottato la politica del silenzio e della copertura. La Corte Suprema degli Stati Uniti rifiuta di pronunciarsi sul diritto all’immunità della Santa Sede: il Vaticano può essere considerato civilmente responsabile degli atti di un prete accusato di abusi su minori.
Anche sul fronte italiano, sono oltre una decina i sacerdoti condannati per abusi sessuali. Lo stesso monsignor Crociata, segretario generale della CEI, per la prima volta ammette che il Vaticano ha ricevuto denunce su circa 100 casi di preti pedofili negli ultimi dieci anni. Ma è una stima per difetto. Infine, Wikileaks pubblica alcuni cablo che rivelano come, nel caso irlandese, il Vaticano, nonostante la sbandierata disponibilità a fare luce sullo scandalo dei preti pedofili e a collaborare con le autorità civili, non abbia permesso ai suoi uomini di testimoniare di fronte alla commissione chiamata a fare chiarezza sugli abusi commessi dai sacerdoti irlandesi.
Si chiude così un anno drammatico, che ha portato migliaia di fedeli a lasciare la Chiesa. E la disaffezione non potrà che continuare, finché il problema della pedofilia clericale non sarà affrontato alla radice, riesaminando il pesantissimo ruolo dell’educazione sessuofobica impartita nei seminari nella genesi di quella che ormai è considerata una vera e propria piaga. Ecco, dunque, la cronaca di questo annus horribilis della Chiesa
Gennaio
Il Vaticano sancisce l’obbligo di denunciare i preti pedofili alle autorità civili. Tuttavia tale obbligo vale solo per i Paesi in cui la legge già lo impone. Benedetto XVI riduce allo stato laicale don Marco Dessì, missionario condannato per abusi sessuali su diversi bambini del Nicaragua.
Febbraio
Arrestato Angelo Balducci, gentiluomo di Sua Santità. Nell’inchiesta emerge anche uno scandalo che porta in Vaticano. Secondo l’accusa, un religioso nigeriano del coro di san Pietro si occupa di reperire, per gli appetiti dell’ingegnere, giovani e ragazzi presentati, talvolta, come seminaristi.
Condannato in primo grado a 1 anno e 5 mesi don Paolo Biasi, per molestie ai danni di 4 bambine. Padre Aldo Nuvola, ex parroco nella chiesa Regina Pacis a Palermo, è rinviato a giudizio con l’accusa di avere tentato di ottenere prestazioni sessuali da un ragazzo di 17 anni.
Marzo
Mentre il Papa invia una lettera pastorale ai fedeli irlandesi, con una ferma condanna dei sacerdoti pedofili, il presidente della conferenza episcopale tedesca ammette che le diocesi hanno intenzionalmente taciuto per anni sui moltissimi casi di violenze commesse dai sacerdoti in Germania. Un giornale austriaco rivela una serie di abusi sessuali e fisici anche all’interno del rinomato coro dei Piccoli Cantori di Ratisbona. Negli Stati Uniti esplode il caso Murphy. I vertici del Vaticano, tra cui il futuro Papa Benedetto XVI, secondo il New York Times, occultarono gli abusi di un prete americano, sospettato di aver violentato circa 200 bambini sordi in una scuola del Wisconsin.
In Italia, è condannato in primo grado a 3 anni e 11 mesi don Pierpaolo Mologni, per aver abusato di un bambino disabile e per detenzione di materiale pedopornografico. Si prescrivono le accuse a don Giorgio Carli, ma la Cassazione lo condanna a un risarcimento di 750.000 euro. Rinviato a giudizio don Jesus Vasquez, sacerdote a San Nicola Manfredi (BN), per violenza sessuale su due bambini. Don Claudio Ballerini è condannato per la terza volta per atti osceni di fronte a minori.
Aprile
Georg Mueller, ex vescovo norvegese, confessa che è stato un abuso sessuale il motivo che lo ha spinto alle dimissioni. Si dimette anche il vescovo belga Roger Vangheluwe, dopo aver rivelato di aver abusato sessualmente di un ragazzo. Anche il vescovo irlandese James Moriarty, accusato di aver coperto in passato abusi sessuali lascia l’incarico.
Il Papa, incontrando alcune vittime dei sacerdoti maltesi, esprime la sua vergogna e il suo dolore per quello che le vittime e le loro famiglie hanno sofferto. Ma da oltreoceano arrivano nuovi scandali. Una lettera del 1985 firmata dal cardinale Joseph Ratzinger dimostra la resistenza opposta dal futuro Papa alla rimozione di padre Stephen Kiesle, che aveva molestato diversi bambini. Il cardinale Angelo Sodano bolla come “chiacchiericcio” le critiche a Chiesa e Pontefice per la gestione dello scandalo dei preti pedofili. Un sacerdote 40enne di origini indiane viene arrestato a Teramo per violenza sessuale su una bimba di 10 anni.
Maggio
La Chiesa italiana ammette di aver ricevuto denunce su circa 100 casi di preti pedofili negli ultimi dieci anni. La Cei, tuttavia, si rifiuta di far conoscere il numero dei preti successivamente sospesi secondo la legge canonica. Per la prima volta in Italia un vescovo è chiamato a testimoniare. Gino Reali, vescovo della diocesi di Porto Rufina, è chiamato in tribunale per chiarire come mai non abbia preso provvedimenti in merito alla vicenda processuale che vede imputato don Ruggero Conti, accusato di abusi sessuali.
Giugno
La Corte Suprema degli Stati Uniti rifiuta di pronunciarsi sul diritto all’immunità della Santa Sede, confermando la decisione della Corte d’Appello dell’Oregon di considerare il Vaticano come civilmente responsabile degli atti di un prete accusato di abusi su minori.
In Italia, viene ridotto allo stato laicale don Andrea Agostini, condannato nella primavera 2008 in primo grado a 6 anni e 10 mesi per molestie sessuali ai danni di dieci bambine (dai tre ai sei anni) che frequentavano l’asilo parrocchiale da lui diretto.
Luglio
Un ex sacerdote australiano John Sidney Denham, 67 anni, viene condannato a quasi 20 anni di carcere per aver abusato di almeno 25 ragazzi in diverse scuole, dove era responsabile delle punizioni disciplinari e nelle quali aveva creato un clima di terrore e depravazione.
Il New York Times pubblica un reportage di documenti interni alla Chiesa che svelano come Joseph Ratzinger, quando dirigeva la Congregazione per la dottrina della fede, fosse “parte di una cultura di non-responsabilità, negazionismo, e ostruzionismo della giustizia” di fronte agli abusi sessuali commessi da sacerdoti. Tra le rivelazioni spunta un vertice segreto avvenuto in Vaticano nel 2000 tra Ratzinger e i vescovi delle nazioni anglofone più colpite dagli scandali di pedofilia: Stati Uniti, Irlanda, Australia.
Settembre
La parrocchia del Sacro Cuore di Foggia e l’Istituto nazionale dei Salesiani di Roma sono citati come responsabili civili nel processo che vede imputato un prete, un salesiano di 79 anni, vice parroco al Sacro Cuore di Foggia, che avrebbe molestato 4 ragazzine che si confessavano con lui.
Scompare nel nulla don Matteo Diletti, prete bergamasco di 39 anni, a pochi giorni dall’udienza in Cassazione che lo vedeva imputato per abusi sessuali su una ragazzina di 13 anni. La cassazione confermerà la condanna a 4 anni.
Ottobre
I quotidiani in lingua fiamminga riportano 103 nuove denunce contro i preti pedofili belgi. Tuttavia, la chiesa belga non istituirà una nuova commissione d’indagine. In Italia, don Secondo Bongiovanni, sacerdote 56enne, viene condannato a Sondrio per abusi sessuali ai danni di un bambino di 12 anni.
Novembre
Il Papa ammette ritardi e coperture nella gestione del caso di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, pedofilo, tossicomane e padre di diversi figli illegittimi.
Dicembre
Pubblicati i cablo WikiLeaks sul Vaticano. Secondo le rivelazioni, il Vaticano ha rifiutato di permettere ai suoi uomini di testimoniare di fronte alla commissione chiamata a fare chiarezza sugli abusi dei sacerdoti su minori in Irlanda. Non solo: la richiesta di presentarsi di fronte alla commissione Murphy “ha offeso molte persone in Vaticano. Pensano che l’Irlanda non abbia protetto e rispettato la sovranità vaticana durante l’inchiesta”, dice un cablogramma. Una giuria nel Delaware stabilisce un risarcimento di 30 milioni di sterline per un uomo stuprato più di cento volte da un prete cattolico. E’ la somma più ingente che sia stata mai assegnata a una singola vittima. In Italia, don Domenico Pezzini è condannato a dieci anni di carcere per aver abusato sessualmente di un minorenne originario del Bangladesh.
LA PROFEZIA DEL DON
di Don Gallo e Loris Mazzetti 12€ AcquistaArticolo Precedente
Cimici padane, Bossi: “Io spiato”. Il senatùr non denuncia e chiama l’amico Maroni
Articolo Successivo
Mafia, minacce di morte al senatore Vizzini e a un suo collaboratore
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Braccio teso di Bannon alla convention dei conservatori. Il delfino di Marine LePen Bardella annulla intervento: “Gesto nazista”
Mondo
Ucraina, Usa: “Zelensky firmerà l’intesa” per la tregua. Media: “Putin vuole annunciare vittoria il 24 febbraio”. Ma Bruxelles punta a dare altri sei miliardi a Kiev
Politica
Intercettazioni. alla Camera si discute la tagliola, ma il ministero della Giustizia non c’è. M5s e Pd: “Occupati a difendere Delmastro?”
Milano, 21 feb. (Adnkronos) - Nessun ordine di cancellare il video, ma una 'diffida' a divulgarlo. E' questa la spiegazione fornita da carabinieri, indagati per depistaggio e favoreggiamento, sentiti in procura a Milano nell'inchiesta sull'incidente accaduto la sera del 24 novembre nel quartiere Corvetto dove ha perso la vita Ramy Elgaml, 19 anni di origine egiziana. I due militari sono arrivati con una terza gazzella quando il T Max era già a terra e un collega stava praticando il massaggio cardiaco al diciannovenne. I militari, che hanno identificato il giovane che stava filmando, gli avrebbero chiesto di non mostrare le immagini perché dal contenuto fortemente sensibile.
Bologna, 21 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Si è chiusa da poche ore la prima tappa dello 'Stem women congress': Bologna 'la dotta' ha aperto la stagione 2025 in un evento sold out organizzato in collaborazione con Fondazione Golinelli e Rete CapoD, con la direzione scientifica di Daniela Piccinini, aperto dalle istituzioni e guidato con grandissimo brio da Serena Dandini, che ha dato il microfono a voci straordinarie di chi ha davvero fatto la storia di un nuovo genere di futuro, come recitava il titolo dell’evento e che quotidianamente si impegna perché questo futuro di parità si raggiunga quanto prima ovunque. Perché il ritardo di genere rimane fortissimo, in tutta Italia e nel resto d’Europa, con un divario che emerge già nelle scelte delle scuole secondarie.
Due le sessioni di questo Step by Stem, introdotte da un racconto sul ruolo delle scienziate fatto da Elena Cattaneo, senatrice, farmacologa e biologa nonché docente all’Università di Milano: il primo teso ad approfondire i pregiudizi di genere rispetto alla conoscenza con Amalia Ercoli Finzi, prof. del Politecnico di Milano, Camilla Gaiaschi, sociologa ricercatrice all’Università del Salento, Elsa Fornero, prof. di Economia all’Università di Torino, Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr; il secondo invece alla 'Passione e perseveranza', con il racconto di storie che fanno la differenza come quelle di Marina Brambilla, Rettrice dell’Università degli Studi di Milano, Marica Branchesi, prof. di Astrofisica al Gran Sasso Science Institute, Alaide Chieffo, prof. di Cardiologia Università San Raffaele e presidente european association percutaneous cardiovascular interventions (eapci) 2024-2026, l’attrice e scrittrice Marinella Manicardi, Barbara Mazzolai, direttore associato per la robotica e direttore dell’unità di ricerca di robotica bioispirata all’Istituto italiano di tecnologia di Genova e Chiara Montanari, ingegnere e capo missione in Antartide.
A chiudere la mattinata la storia di Maria Di Mauro, studentessa di ingegneria aerospaziale alla Federico II di Napoli e Alfiere del Lavoro 2024. Un emozionante viaggio tra tante storie personali che hanno illustrato come la grande sfida, come è stato ricordato, debba ancora confrontarsi con il rischio di tornare addirittura indietro e di come il percorso debba essere necessariamente compiuto insieme, dall’universo maschile e quello femminile. Perché la parità è un vantaggio per tutta l’umanità, come più volte ricordato: provarci - e riuscirvi - è un imperativo.
Nel pubblico in ascolto, divertito e ammaliato dalla carrellata di voci, un ricchissimo parterre di ragazzi in età scolare di un territorio, quello dell’Emilia-Romagna, decisamente all'avanguardia nel panorama Stem in Italia, grazie al suo tessuto accademico, da un lato, e industriale, dall’altro. Gli studenti sono stati sollecitati da una grande interattività generata dall’ascolto delle storie, sia attraverso la richiesta di partecipare costruendo insieme una tagcloud di parole che meglio rappresentano la parità e con un gioco di selfie con gli specchi, ispirato alla Sala delle donne del Parlamento, in cui rappresentarsi circondati dalle fotografie delle relatrici. E immaginare il futuro come presente e possibile, proiettandosi nel proprio sogno.
Determinazione, cultura, alleanza, solidarietà; ma anche educazione all’uguaglianza, consapevolezza e collaborazione da parte dei maschi: sono queste le parole più votate dagli studenti tra il pubblico. A fare da contraltare, quella delle relatrici: passione, divertimento, coraggio, fantasia.
Racconta Antonio Danieli, vicepresidente e direttore generale di Fondazione Golinelli: "L'Emilia-Romagna si distingue per un ecosistema scientifico e tecnologico d’eccellenza, in cui ricerca, industria e formazione si integrano per generare innovazione. Eppure, il divario di genere nelle discipline Stem è ancora una sfida importante su cui è fondamentale continuare a lavorare con impegno. Il valore di iniziative come quella di oggi risiede nella capacità di creare connessioni tra scuole, università, imprese e istituzioni, dando voce a modelli di riferimento femminili che possano ispirare le nuove generazioni. Fondazione Golinelli crede fortemente in questo percorso e continuerà a investire in progetti che rendano l’accesso alla conoscenza e all’innovazione un diritto di tutti, senza distinzioni".
Aggiunge Lucia Ghirardini, presidente di Rete Capod: “Senza un ruolo centrale della scuola, cambiare il futuro è impossibile. Su questo si innestano molti dei nostri progetti, volti a sradicare bias e stereotipi nelle nuove generazioni sin dall’infanzia, contribuendo così attivamente ad un cambiamento culturale, incentrato su inclusione, equità ed uguaglianza. Un percorso di scoperta, dove le alleanze sono cruciali e generative e l’evento di oggi ne è una dimostrazione tangibile.”
“La ricchezza degli scambi è stata emozionante anche per noi” conclude Morena Rossi, responsabile dei contenuti di Stem women congress Italia. “I ragazzi e le ragazze presenti ci hanno dimostrato ancora una volta il potere trasformativo dell’ascolto di storie vere: abbiamo bisogno di role model e di una nuova narrazione per rimettere un po’ di ordine nelle vicende e nelle parole che sono sempre state usate per definire il mondo che ci circonda. Eventi come questi sono l’opportunità per nutrire i discorsi e non solo gli algoritmi, di diversità, inclusività ed equità”.
Nato nella penisola iberica e portato in Italia da Orange Media e Women at Business, lo Stem women congress è un format rodato che ha debuttato per la prima volta lo scorso anno nel nostro Paese, coinvolgendo tutti gli attori della filiera: grandi e grandissime aziende, istituzioni, role model e studenti che si sono alternati sul palco costruendo un percorso multiplo su più giornate, chiamate Stem Days, che avrà il suo culmine nel Congresso di Milano il 15 ottobre a Palazzo Castiglioni.
Alla tappa odierna di Bologna, patrocinata dal Mur (ministero dell'Università e della Ricerca), da Regione Emilia-Romagna, Comune e Città Metropolitana di Bologna, seguirà quella del 30 maggio a Roma con un focus sull’orientamento dei giovani, ragazzi e ragazze, verso le competenze più richieste dal mercato del lavoro.
Roma, 21 feb. (Adnkronos Salute) - La Commissione europea (Ce) ha approvato in maniera condizionata belzutifan, inibitore orale del fattore 2 alfa inducibile dall'ipossia (Hif-2α), in monoterapia per 2 indicazioni. La prima riguarda il trattamento di pazienti adulti affetti dalla malattia di Von Hippel-Lindau (Vhl), una patologia rara, che necessitano di terapia per carcinoma a cellule renali (Rcc) localizzato, per emangioblastomi del sistema nervoso centrale (Snc) o per tumori neuroendocrini del pancreas (pNet) associati alla malattia di Vhl e per i quali le procedure locali non sono adeguate. La seconda indicazione riguarda i pazienti adulti affetti da carcinoma del rene (Rcc) a cellule chiare avanzato, progredito dopo 2 o più linee di terapia che includevano un inibitore del recettore di morte programmata di tipo 1 (Pd-1) o del ligando di morte programmata di tipo 1 (Pd-L1) e almeno 2 terapie mirate verso il fattore di crescita endoteliale vascolare (Vegf).
L'approvazione di queste due indicazioni da parte della Ce - riporta una nota diffusa da Msd - si basa sui risultati degli studi Litespark-004 e Litespark-005 e segue la raccomandazione positiva del Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea del farmaco (Ema), lo scorso dicembre. E' la prima approvazione di belzutifan nell'Ue per il farmaco che ora è autorizzato in più di 30 Paesi per i pazienti adulti con Rcc avanzato precedentemente trattati e in più di 40 Paesi negli adulti con alcune forme tumorali associate alla malattia di Vhl. All'Istituto oncologico veneto (Iov) di Padova e all'Ospedale San Raffaele di Milano, 2 Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) che svolgono attività di ricerca e assistenza medica avanzata, sono attivi programmi specifici per le persone colpite dalla patologia rara.
"La malattia di Von Hippel-Lindau - spiega Alfonso Massimiliano Ferrara, endocrinologo Unità Tumori ereditari, Iov di Padova - è una sindrome ereditaria, quindi geneticamente determinata, che predispone allo sviluppo di tumori benigni e maligni a carico di diversi organi, dal rene, al pancreas al sistema nervoso centrale. Allo Iov, dal 2003 a oggi, abbiamo seguito 331 pazienti colpiti da questa patologia, appartenenti a 178 diverse famiglie provenienti da tutte le regioni d'Italia. Tra le diverse manifestazioni della sindrome, l'emangioblastoma, in particolare, è un tumore benigno del sistema nervoso centrale, ma poiché si forma in uno spazio ristretto, cioè la scatola cranica se riguarda il cervelletto o il canale vertebrale, se colpisce il midollo spinale può causare complicazioni importanti, fino anche alle tetraplegie. Similmente, alcuni angiomi (alias emangioblastomi) della retina, se non prontamente trattati, possono condurre alla cecità. Negli organi viscerali, come rene e pancreas, si possono formare lesioni cistiche che hanno, per lo più, un comportamento benigno oppure tumori maligni, come il carcinoma a cellule renali o il tumore neuroendocrino del pancreas".
Nella malattia di Vhl "il primo approccio, tradizionalmente, è costituito dalla chirurgia - chiarisce Ferrara - Questi pazienti vengono sottoposti a innumerevoli interventi chirurgici, in media fino a 6-8. L'approvazione di belzutifan da parte della Ce è destinata a cambiare la pratica clinica nei vari Paesi, inclusa l'Italia quando il farmaco sarà rimborsato dall'Agenzia italiana del farmaco. L'arrivo di belzutifan rivoluzionerà l'approccio alla malattia di Vhl nelle sue diverse manifestazioni. Infatti in alcuni casi il trattamento chirurgico o locoregionale non può essere eseguito, pertanto è fondamentale avere a disposizione una terapia sistemica efficace, come evidenziano i risultati dello studio clinico registrativo con significativi tassi di risposta obiettiva".
L'approvazione di belzutifan "rappresenta una svolta decisiva nella gestione dei tumori associati alla malattia di Von Hippel-Lindau – sottolinea Alessandro Larcher, urologo e responsabile del programma Vhl dell'Irccs Ospedale San Raffaele Milano - Questa terapia farmacologica innovativa, la prima in questo ambito, diventa uno strumento fondamentale per la cura delle persone con tumore del rene ereditario, che si affianca alle strategie esistenti di sorveglianza, ablazione e chirurgia. Le persone con carcinoma a cellule renali associato a malattia di Vhl, infatti, sono costrette a subire molti trattamenti ai reni, che possono comprometterne la funzione a lungo termine portando conseguenze come dialisi o trapianto. All'Ospedale San Raffaele è attivo un programma specifico dedicato che affianca la cura dei pazienti con Vhl e la ricerca traslazionale che ha portato al riconoscimento di Clinical Care Center da Vhl Alliance, la più importante associazione di pazienti e medici dedicata, a livello globale".
Dal 2021 "seguiamo oltre 50 famiglie - prosegue Larcher - centralizzando gli esami diagnostici, le valutazioni cliniche ed i trattamenti specialistici. Nel nostro centro, abbiamo eseguito più di 50 interventi chirurgici per oltre 100 carcinomi renali Vhl, sviluppando una tecnica di 'precision surgery' basata su imaging avanzato e combinazione di chirurgia ed ablazione per aumentare al massimo la preservazione di tessuto funzionante riducendo il rischio di insufficienza renale. Anche in centri ad alto volume questi interventi sono complessi dal punto di vista tecnico e pesanti per il paziente. Avere a disposizione una terapia innovativa come belzutifan può ridurre il numero di interventi chirurgici necessari e la loro complessità, con un miglior controllo della malattia. Questa riduzione nell'uso della chirurgia è stata già evidenziata nello studio registrativo, grazie a una un'ottima risposta sui tumori primitivi, a fronte di un buon profilo di tossicità".
I risultati della ricerca clinica su belzutifan "dimostrano il nostro impegno anche nelle neoplasie rare - dichiara Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata Msd Italia - Le persone con tumori associati alla malattia di Vhl finora erano prive di opzioni farmacologiche. Belzutifan può cambiare la vita di questi pazienti per i quali esiste un forte bisogno clinico insoddisfatto. Ora è necessario che questa innovazione terapeutica sia resa disponibile quanto prima anche in Italia. Devono essere eliminati i freni normativi e burocratici che ostacolano l'innovazione, definendo anche nuovi meccanismi di accesso precoce. La salute dovrebbe sempre essere considerata un investimento sul futuro e, per questo, necessita di risorse e tempestività".
Aggiunge Marjorie Green, vicepresidente senior e direttore di Oncologia e sviluppo clinico globale, Merck Research Laboratories: "L'approvazione di belzutifan in Ue introduce la prima e unica opzione terapeutica sistemica per i pazienti adulti con alcuni tumori associati alla malattia rara di Vhl, per i quali non sono indicate le procedure localizzate, e offre una nuova opzione ai pazienti adulti con carcinoma renale a cellule chiare, in progressione da un inibitore di Pd-1 o di Pd-L1 e almeno due terapie mirate anti Vegf. E' un momento importante e siamo soddisfatti che belzutifan, primo e unico first-in-class inibitore Hif-2α, possa ora potenzialmente aiutare questi pazienti che ne hanno necessità".
L'approvazione consente la commercializzazione di belzutifan per le sopracitate indicazioni in tutti i 27 Stati membri della Ue, in Islanda, Liechtenstein e Norvegia. I tempi per la disponibilità alla commercializzazione di belzutifan in ogni Paese della Ue dipendono da diversi fattori, tra cui il completamento delle procedure di rimborso a livello nazionale.
Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Con l’avvio dei motori della più grande talpa meccanica del gruppo Webuild in Europa, la prima ad essere operativa sull’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, è partito oggi lo scavo della galleria Saginara sul lotto 1A Battipaglia-Romagnano, realizzato da un consorzio di imprese guidato da Webuild per conto di Rfi (gruppo FS Italiane). Lunga circa 130 metri e dal peso di circa 4.000 tonnellate, la Tbm (Tunnel boring machine) 'Partenope' ha una testa fresante da 13,46 metri di diametro che la rende la più grande talpa meccanica impiegata da Webuild in Italia, ma anche in Europa, con 18 motori elettrici che generano una potenza complessiva di 10 Megawatt.
'Partenope' inizia così il suo viaggio attraverso i rilievi della Valle del Sele, scavando h24 e sette giorni su sette i 3 km della galleria Saginara, un tunnel a doppio binario e canna singola che si estende tra i comuni di Campagna e Contursi Terme, in provincia di Salerno. Per il suo funzionamento e manutenzione saranno impiegati in tutto oltre 100 tecnici altamente specializzati. Sul lotto 1A Battipaglia-Romagnano dell’alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria sono complessivamente quattro le talpe che nei prossimi mesi saranno operative per la realizzazione delle 8 gallerie naturali da scavare in meccanizzato previste dal tracciato. Tre di queste sono le più grandi impiegate in Italia, ma anche in Europa, dal Gruppo Webuild.
Oltre a 'Partenope', sono attualmente in fase di trasporto e montaggio altre due gigantesche talpe gemelle, ognuna con una testa rotante di oltre 13 metri: una scaverà nei prossimi mesi le gallerie a doppio binario Serra Lunga, Acerra e Petrolla, l’altra sarà impiegata per lo scavo delle gallerie Caterina e Sicignano, entrambe a doppio binario.
Nelle prossime settimane arriveranno in cantiere anche gli ultimi moduli di una quarta Tbm che sarà impiegata per lo scavo delle gallerie a singolo binario Piano Grassi e Contursi. Questa talpa, dopo aver scavato per il Grand Paris Express in Francia, è la prima ad essere stata 'ricondizionata' direttamente nella innovativa fabbrica di Webuild a Terni, nuovo polo industriale e centro ad alta specializzazione nella rigenerazione di Tbm e di altri macchinari avviato lo scorso anno dal Gruppo.
Webuild vanta ad oggi un parco di circa 60 talpe meccaniche tra quelle in funzione, in montaggio, ordinate e da ordinare per i progetti in corso. In Italia sono circa 40 le Tbm Webuild previste complessivamente per i progetti in corso. Di queste, 30 sono per il sud, area del Paese in cui il Gruppo sta portando avanti 19 progetti, tra i quali le grandi opere che prevedono la realizzazione di oltre 300 chilometri di linea ferroviaria ad alta velocità ed alta capacità. Progetti che già oggi danno occupazione a 8.100 persone, tra diretti e di terzi, con il coinvolgimento di 5.400 aziende della filiera da inizio lavori.
Il lotto 1A, la cui realizzazione è affidata al consorzio Xenia composto da Webuild (leader del consorzio), Pizzarotti, Ghella e Tunnel Pro, ricade nel territorio della provincia di Salerno ed è parte integrante del più ampio progetto per la realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria. Il lotto 1A, nello specifico, prevede la realizzazione di 35 km di linea ferroviaria veloce tra le città di Battipaglia e Romagnano, incluse 20 gallerie (di cui 8 da scavare con l’impiego di quattro Tbm) e 19 viadotti. Prevista anche la realizzazione a Romagnano di un bivio per l'interconnessione della nuova linea con quella esistente che da Battipaglia va verso Metaponto e Potenza.
Milano, 21 feb. (Adnkronos) - Il Comune di Terno d'Isola (Bergamo) non si costituirà parte civile nel processo che vede imputato Moussa Sangare per l'omicidio di Sharon Verzeni avvenuto il 30 luglio 2024. La prima udienza del processo è prevista per martedì 25 febbraio davanti alla Corte d'assise di Bergamo. "Pur sussistendo un pregiudizio istituzionale per l'istituzione comunale, l'amministrazione ha comunque deciso di non partecipare attivamente al processo come parte lesa. Il Comune - si legge in una nota - esprime piena fiducia nell’operato della magistratura e rinnova la propria vicinanza alla comunità e ai familiari della vittima, auspicando che il processo possa fare piena luce sui fatti accaduti e garantire giustizia".
L’omicidio di Sharon Verzeni "ha esercitato un grande impatto sulla vita nel nostro Comune e non solo. La comunità ha nutrito per lunghe settimane un senso di inquietudine e insicurezza, amplificato dal grande risalto che il caso ha avuto nel discorso pubblico e nelle cronache nazionali. Indubbiamente, il tragico episodio ha recato un danno all’immagine del territorio, generando un allarme sul tema della sicurezza" le parole del sindaco di Terno d'Isola, Gianluca Sala.
"I fenomeni di microcriminalità e di disturbo della quiete pubblica non vanno però messi sullo stesso piano del doloroso omicidio di Sharon Verzeni, che non presenta relazione con i problemi pregressi che abbiamo riscontrato sul territorio, per cui ci battiamo da anni attuando un programma di sicurezza urbana concreto, partecipativo e trasversale" aggiunge. L'amministrazione comunale crede che il riscatto di Terno d’Isola "non passi dalle aule del tribunale. Bensì, riteniamo che il rilancio della credibilità del paese debba passare dalla partecipazione civile alla vita pubblica e continuando a investire sul miglioramento della qualità della vita, attraverso opere pubbliche e progetti sociali". Tutto mentre "continueremo ad onorare la memoria di Sharon, consolidando il dialogo con le forze dell'ordine e le istituzioni comunali" conclude il sindaco.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - A sedici anni dall'ultima presenza di un Capo dello Stato, in quel caso Giorgio Napolitano, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, torna in Giappone per una visita ufficiale in programma da lunedì 3 a domenica 9 marzo. Un appuntamento che suggella una fase di svolta nei rapporti tra l'Italia e il Paese del Sol Levante, visto che l'entrata in vigore nel 2023 del Partenariato strategico e il successivo Piano di azione siglato tra i rispettivi Governi l'estate scorsa in occasione del G7 a Borgo Egnazia segnano l'avvio di un rapporto caratterizzato da un nuovo dinamismo, che si preannuncia foriero di conseguenze positive e di prospettive da esplorare, che vanno ad inserirsi in una già collaudata comunanza di vedute e di interessi sul piano politico ed economico.
Basti pensare all'attenzione sempre crescente dell'Italia per le problematiche del Sud-est asiatico, con l'intensificazione di un dialogo a livello Nato e tra Unione europea e Giappone, per il quale il partenariato con gli Stati Uniti rappresenta un pilastro fondamentale, anche per la stabilità dell'Indo-pacifico. Con la necessità per il Paese del Sol Levante di trovare un equilibrio nei rapporti con la Cina, tra tensioni di carattere geopolitico da governare e interessi commerciali da salvaguardare.
Le circa 150 nostre aziende che operano in Giappone e le circa 380 giapponesi che sono nel nostro Paese, il Business-Forum in programma a Roma il prossimo 13 maggio, con la partecipazione di circa 200 imprese nipponiche e italiane, sono invece la dimostrazione di quanto sia rilevante e in crescita la partnership economica, che oltre alla presenza italiana nei tradizionali settori del design, della moda e dell'agroalimentare vede aumentare la collaborazione sul piano industriale e tecnologico. Si inserisce proprio in questo contesto il progetto Gcap per il caccia di sesta generazione basato sulla collaborazione tra Italia, Giappone e Regno Unito.
Si svilupperà quindi lungo questa direttrice il programma della visita di Mattarella, con impegni di carattere istituzionale, economico e culturale. Lunedì 3 marzo alle 19 ora locale (8 ore avanti il fuso orario rispetto all'Italia), il Capo dello Stato vedrà a Tokyo la comunità italiana. Poi il giorno dopo l'incontro con l'imperatore Naruhito e l'imperatrice Masako e i colloqui con gli speaker, rispettivamente, della Camera dei Rappresentanti e della Camera dei Consiglieri. Quindi il concerto del tenore Vittorio Grigolo, offerto dal'Italia alla presenza dei rappresentanti della Casa imperiale.
Mercoledì 5 alle 11 è previsto un confronto del presidente della Repubblica con rappresentanti della Confindustria giapponese ed esponenti dell'imprenditoria italiana, mentre alle 18 Mattarella vedrà il premier giapponese, Shigeru Ishiba.
Nelle giornate di giovedì e venerdì il Capo dello Stato sarà invece a Kyoto, dove sono in programma appuntamenti di carattere artistico e culturale e l'incontro con i nostri connazionali. Particolarmente significativa, anche per i risvolti legati alla attuale e delicata situazione internazionale, l'ultima tappa a Hiroshima, prevista sabato 8 marzo, con la visita al Museo della Pace e l'incontro con l'Associazione dei sopravvissuti ai bombardamenti nucleari e con l'organizzazione Nihon Hidankyo, impegnata per l'abolizione delle armi nucleari e insignita lo scorso anno del Premio Nobel per la pace. Domenica 9 il rientro a Roma.
Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Con il 'ritocco' al rialzo annunciato dal Mef diventa più appetibile il Btp Più, il nuovo titolo di Stato a 8 anni, il cui collocamento si è chiuso alle 13 con quasi 15 miliardi raccolti. Rispetto ai rendimenti originari (2,80% i primi 4 anni e 3,60% i successivi 4) l'aumento annunciato - rispettivamente a 2,85% e 3,70% - rappresenta un incremento complessivo di oltre l'8% sul fronte interessi. Infatti, investendo 10 mila euro, e considerando la trattenuta del 12,5% (inferiore a quella del 26% applicata sui dividendi azionari) in 8 anni il risparmiatore può incassare 2422 euro netti, a fronte dei 2240 euro previsti con i rendimenti 'iniziali'. Un dato che rappresenta un rendimento netto del 3,03% annuo: è questo il dato di riferimento per giudicare la redditività del titolo a fronte dell'inflazione (che inevitabilmente erode il valore delle somme investite). Se la Bce dovesse riuscire nell'intento di mantenere stabilmente la crescita dei prezzi sotto il 2%, allora chi ha investito nel Btp Più potrà dire di aver fatto un buon affare. Ma sull'inflazione, come insegna la storia recente, è difficile fare previsioni.