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Caso Ruby, per Frattini
“Berlusconi non è ricattabile”

Secondo il ministro, il premier non rischia di subire ricatti né da potenze estere, né da organizzazioni criminali. E sulla casa di Montecarlo dice: "Mi sono mosso per fugare i dubbi". Bocchino: "Farnesina complice di un'azione di dossieraggio"
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Come confermato dai servizi di sicurezza e dalla rete diplomatica, non vi sono “ipotesi circa una presunta ricattabilità del premier Berlusconi, nè notizie di tentativi di forme di pressione da parte di potenze straniere o di organizzazioni criminali”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini rispondendo in aula al Senato a un’interrogazione dell’opposizione in materia di politica estera del governo Berlusconi.

Prima di recarsi al Senato, Frattini ha risposto alla Camera alle interpellanze sul perché abbia richiesto al governo di Santa Lucia documenti sulla casa di Montecarlo. “Mi sono mosso per fugare, anche sul fronte internazionale, ogni dubbio – ha detto -. Per tutelare l’immagine dello Stato italiano, ho ritenuto di verificare l’autenticità dell’atto emesso dal ministero della giustizia di quel Paese”, ha detto Frattini che ha ribadito la competenza della Farnesina nel chiedere “chiarimenti a un governo straniero”. Secondo il ministro, l’inchiesta che lo vede indagato per abuso d’ufficio dopo la denuncia di un militante di Fli è un atto dovuto. “La verità è una sola e sarà accertata dalla magistratura”, ha aggiunto.

”Ho ritenuto di valutare gli atti e poi trasmetterli alla procura per correttezza dei rapporti istituzionali, non come una denuncia – ha detto il ministro -. L’obiettivo era definire se vi fosse stata una manipolazione. Per questo ho ritenuto di dover mantenere il riserbo sulla documentazione. Poi, la conferma dell’autenticità di tale documentazione ha potuto eliminare i sospetti, i dubbi su qualsiasi interferenza negativa o addirittura su una manipolazione che dichiarazioni politiche e indicazioni giornalistiche avevano fatto sorgere”.

Alle parole di Frattini ha replicato il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino: “Il ministro ha dimostrato di essere reo confesso, come complice di un’azione di dossieraggio. Ha violato il galateo istituzionale, ha messo la Farnesina a disposizione di una strategia contro al terza carica dello Stato, piegando a questa logica i mezzi della diplomazia italiana”.

(l. f.)

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