Voglio trattare, in due post successivi, dei rapporti fra il processo penale e la civiltà di un popolo.
In questi giorni, come accade sempre ormai da moltissimi anni quando il Presidente del Consiglio o qualcuno dei suoi amici risulta coinvolto in fatti gravemente deplorevoli, loro e tutto il nugolo di deputati, avvocati, giornalisti, intellettuali che hanno deciso di asservire se stessi al potere senza se e senza ma si affannano a ripetere che questa o quella condotta di questo o quel padrone del Paese “non è penalmente rilevante”. Non è reato, insomma.
Questa propaganda – spudorata come tutte le propagande, da Stalin a Goebbels – è deplorevole per un duplice ordine di considerazioni.
Sotto un primo profilo, lo è perché fa violenza alla verità.
E ciò perché in molti dei casi in questione i fatti SONO penalmente rilevanti (per lo meno fino a quando una legge ad personam non li depenalizza).
Sotto un secondo profilo, lo è perché diffonde l’idea che il criterio di riferimento della accettabilità o no di una condotta debba essere il codice penale. Cosa paradossale, peraltro, se detta da chi sembra non avere del codice penale alcun rispetto e da chi ha via via modificato il codice penale per adattarlo alle sue personali esigenze (nei giorni scorsi dei deputati hanno parlato di una proposta di legge per abbassare il limite della maggiore età a sedici anni: se il Presidente del Consiglio la settimana prossima deciderà di farsi bello con una bambina di nove anni, invitandola a cena a casa sua e trattenendovela per la notte, avremo bimbi maggiorenni alle scuole elementari).
Ma dovrebbe apparire ovvio a tutti che il codice penale costituisce una sorta di minimo etico assoluto e non uno standard di condotta accettabile e sufficiente a dar vita a una società decente.
Un popolo che vivesse ai limiti del codice penale (e noi viviamo ampiamente al di sotto di quel limite), un popolo che ritenesse socialmente, moralmente e politicamente accettabile tutto ciò che non è reato sarebbe un popolo di bruti votati all’autodistruzione. E a una cosa del genere noi italiani siamo davvero molto ma molto vicini.
Per fare un esempio fra i mille possibili, affidereste la vostra bimba di otto anni a una maestra che assume cocaina, ma solo per uso personale (dunque, senza commettere reati), che si prostituisce (la prostituzione in sé non è reato), che commette ripetuti abusi d’ufficio, ma non a fini patrimoniali (alcuni anni fa i nostri deputati, di tutti i colori politici, hanno concordemente depenalizzato l’abuso d’ufficio per fini non patrimoniali), che si fa comprare case da un milione di euro a sua insaputa, che si assenta abitualmente dal posto di lavoro, che rende dichiarazioni alla stampa violentemente offensive della polizia e di altre istituzioni, che fa sesso con minorenni e si giustifica dicendo che non sapeva che lo erano?
Non affidereste a lei la vostra bimba, perché per essere una brava maestra o anche solo una maestra decente non basta non commettere reati.
E questo vale per tutto. Per essere un marito decente, un giudice decente, un avvocato decente, un calciatore decente, un Presidente del Consiglio decente, qualunque cosa decente non basta non commettere reati.
Quando un popolo arriva a un punto in cui i titolari di cariche pubbliche importantissime possono mantenere condotte assolutamente vergognose, non solo senza vergognarsene, ma addirittura difendendole e vantandosene, sostenendo che tanto non costituiscono reato, nel mentre approfittano del loro potere per cambiare la legge in modo da depenalizzare le loro condotte criminali, quel popolo è perduto.
Ed è bassa propaganda anche il continuo riferimento alla presunzione di non colpevolezza.
La presunzione di non colpevolezza fa sì che nessuno possa subire le conseguenze di una condanna fin quando essa non è contenuta in una sentenza definitiva, ma non comporta sotto alcun profilo che taluno possa continuare a mantenere cariche e incarichi dei quali non risulta degno e per i quali non risulta idoneo fino a che non giunga una sentenza definitiva.
Per tornare all’esempio di prima, si immagini che una maestra uccida la propria figlia tagliandole la gola e, sorpresa con il coltello il mano, si difenda dicendo di avere agito “senza rendersene conto”, “a sua insaputa”.
La presunzione di non colpevolezza farà sì che non dichiareremo la maestra colpevole fino a una sentenza definitiva.
Ma la domanda è: nell’attesa dei tre gradi di giudizio, ai quali la maestra ha sacrosanto diritto, noi continueremo ad affidarle i nostri bambini? Oppure, come lei ha diritto ai suoi gradi di giudizio, noi abbiamo diritto a una maestra non solo formalmente incensurata, ma anche concretamente degna e adeguata?
(Continua)
____
P.S. – Alcuni lettori hanno commentato il mio precedente scritto su “L’inevitabile punizione della storia” ritenendo il mio approccio alle cose “pessimista”. In un prossimo scritto proverò a convincervi che non è così.
Felice Lima
Magistrato
Giustizia & Impunità - 3 Febbraio 2011
In nome di quale popolo (prima parte)
Voglio trattare, in due post successivi, dei rapporti fra il processo penale e la civiltà di un popolo.
In questi giorni, come accade sempre ormai da moltissimi anni quando il Presidente del Consiglio o qualcuno dei suoi amici risulta coinvolto in fatti gravemente deplorevoli, loro e tutto il nugolo di deputati, avvocati, giornalisti, intellettuali che hanno deciso di asservire se stessi al potere senza se e senza ma si affannano a ripetere che questa o quella condotta di questo o quel padrone del Paese “non è penalmente rilevante”. Non è reato, insomma.
Questa propaganda – spudorata come tutte le propagande, da Stalin a Goebbels – è deplorevole per un duplice ordine di considerazioni.
Sotto un primo profilo, lo è perché fa violenza alla verità.
E ciò perché in molti dei casi in questione i fatti SONO penalmente rilevanti (per lo meno fino a quando una legge ad personam non li depenalizza).
Sotto un secondo profilo, lo è perché diffonde l’idea che il criterio di riferimento della accettabilità o no di una condotta debba essere il codice penale. Cosa paradossale, peraltro, se detta da chi sembra non avere del codice penale alcun rispetto e da chi ha via via modificato il codice penale per adattarlo alle sue personali esigenze (nei giorni scorsi dei deputati hanno parlato di una proposta di legge per abbassare il limite della maggiore età a sedici anni: se il Presidente del Consiglio la settimana prossima deciderà di farsi bello con una bambina di nove anni, invitandola a cena a casa sua e trattenendovela per la notte, avremo bimbi maggiorenni alle scuole elementari).
Ma dovrebbe apparire ovvio a tutti che il codice penale costituisce una sorta di minimo etico assoluto e non uno standard di condotta accettabile e sufficiente a dar vita a una società decente.
Un popolo che vivesse ai limiti del codice penale (e noi viviamo ampiamente al di sotto di quel limite), un popolo che ritenesse socialmente, moralmente e politicamente accettabile tutto ciò che non è reato sarebbe un popolo di bruti votati all’autodistruzione. E a una cosa del genere noi italiani siamo davvero molto ma molto vicini.
Per fare un esempio fra i mille possibili, affidereste la vostra bimba di otto anni a una maestra che assume cocaina, ma solo per uso personale (dunque, senza commettere reati), che si prostituisce (la prostituzione in sé non è reato), che commette ripetuti abusi d’ufficio, ma non a fini patrimoniali (alcuni anni fa i nostri deputati, di tutti i colori politici, hanno concordemente depenalizzato l’abuso d’ufficio per fini non patrimoniali), che si fa comprare case da un milione di euro a sua insaputa, che si assenta abitualmente dal posto di lavoro, che rende dichiarazioni alla stampa violentemente offensive della polizia e di altre istituzioni, che fa sesso con minorenni e si giustifica dicendo che non sapeva che lo erano?
Non affidereste a lei la vostra bimba, perché per essere una brava maestra o anche solo una maestra decente non basta non commettere reati.
E questo vale per tutto. Per essere un marito decente, un giudice decente, un avvocato decente, un calciatore decente, un Presidente del Consiglio decente, qualunque cosa decente non basta non commettere reati.
Quando un popolo arriva a un punto in cui i titolari di cariche pubbliche importantissime possono mantenere condotte assolutamente vergognose, non solo senza vergognarsene, ma addirittura difendendole e vantandosene, sostenendo che tanto non costituiscono reato, nel mentre approfittano del loro potere per cambiare la legge in modo da depenalizzare le loro condotte criminali, quel popolo è perduto.
Ed è bassa propaganda anche il continuo riferimento alla presunzione di non colpevolezza.
La presunzione di non colpevolezza fa sì che nessuno possa subire le conseguenze di una condanna fin quando essa non è contenuta in una sentenza definitiva, ma non comporta sotto alcun profilo che taluno possa continuare a mantenere cariche e incarichi dei quali non risulta degno e per i quali non risulta idoneo fino a che non giunga una sentenza definitiva.
Per tornare all’esempio di prima, si immagini che una maestra uccida la propria figlia tagliandole la gola e, sorpresa con il coltello il mano, si difenda dicendo di avere agito “senza rendersene conto”, “a sua insaputa”.
La presunzione di non colpevolezza farà sì che non dichiareremo la maestra colpevole fino a una sentenza definitiva.
Ma la domanda è: nell’attesa dei tre gradi di giudizio, ai quali la maestra ha sacrosanto diritto, noi continueremo ad affidarle i nostri bambini? Oppure, come lei ha diritto ai suoi gradi di giudizio, noi abbiamo diritto a una maestra non solo formalmente incensurata, ma anche concretamente degna e adeguata?
(Continua)
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P.S. – Alcuni lettori hanno commentato il mio precedente scritto su “L’inevitabile punizione della storia” ritenendo il mio approccio alle cose “pessimista”. In un prossimo scritto proverò a convincervi che non è così.
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Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Tutto quello che ha a che fare con le emergenze vere di cittadini, famiglie, imprese passa in secondo piano nell’agenda del governo Meloni. Così è stato ed è per le liste d’attesa e per il diritto alla salute negato a milioni di concittadini, così è per il caro-bollette che da troppi mesi penalizza le aziende italiane e mette in ginocchio le fasce sociali più disagiate". Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria del Partito Democratico.
"Oggi la segretaria del Pd Elly Schlein ha presentato proposte molto chiare e concrete, che raccolgono peraltro l’interesse di imprenditori e associazioni degli utenti. Il Cdm sul problema del caro energia pare invece che slitti a venerdì. La presidente Meloni ne approfitti per raccogliere le nostre proposte sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas e sull’Acquirente unico".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - La lotta alle mafie andrebbe portata avanti "in maniera trasversale. Ma non stiamo vedendo disponibilità all'ascolto e al lavoro comune da parte di questa destra". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno. "Noi continueremo a fare da pungolo costante, il messaggio che deve arrivare chiaro alle nuove generazioni è che la mafia è un male, e un freno al nostro Paese. Il Pd oggi più che mai è intenzionato a portare avanti questo lavoro con determinazione, mano nella mano con le realtà che affrontano il problema ogni giorno e ne sanno certamente più di noi".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Nel contrasto alle mafie "il ruolo delle forze dell'ordine e della magistratura è fondamentale. Noi riconosciamo e sosteniamo il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine. Vanno sostenute le forze dell'ordine, come la magistratura, che invece vediamo attaccata tutti i giorni da chi governa". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno.