Quarantottomila euro per una mattina di lavoro, sedicimila a testa. Per farsi fare una fotografia in costume da bagno. Tutto pagato con soldi pubblici, del Comune di Sanremo. Le tre fortunate che si sono intascate l’assegno sono Francesca Cipriani, Florina Marincea e Lisandra Silva Rodriguez, favorite di Lele Mora e frequentatrici delle feste Bunga Bunga del Cavaliere.
A Sanremo gli ingredienti per far tremare il sindaco Maurizio Zoccarato (Pdl, fedelissimo di Scajola) ci sono tutti: in un momento di crisi e di tagli, ecco che la Sanremo Promotion (società del Comune) lancia una campagna pubblicitaria da 100mila euro per risollevare l’immagine della cittadina. E a chi si affida? Proprio alla LM Production, la società di Mora cui partecipa anche Andrea Carboni, figlio di quel Flavio ritenuto dai pm uno dei capi della loggia P3. Al centrodestra del Ponente ligure, dopo decenni di dominio incontrastato, non ne va dritta una. Non passa settimana senza un sindaco inquisito (dieci giorni fa a Imperia), senza dimissioni di un vicesindaco e un assessore (lunedì scorso a Imperia). E se non ci si mette di mezzo la giustizia ci pensano direttamente loro, i politici locali. Proprio come è successo a Sanremo.
Ma andiamo con ordine. Siamo nel giugno 2010, si prepara la stagione balneare e su Sanremo piomba una tegola: si rompe una fogna, una bella fetta di spiaggia viene chiusa alla balneazione. La giunta Zoccarato decide di correre ai ripari: la Sanremo Promotion, controllata dal Comune, lancia una campagna per risollevare l’immagine della Città dei fiori. E qui cominciano i guai. Daniela Cassini, consigliera comunale di opposizione, la racconta così: “La pubblicità è stata affidata senza gara, senza alcun criterio di competenza e a stagione estiva già avanzata a Lele Mora. La Lm production è amministrata dai figli di Mora e risulta essere per metà di una società lussemburghese e per metà di Andrea Carboni, figlio di Flavio”. Ma che cosa hanno fatto Mora e le ragazze per guadagnarsi tanti soldi? Una fotografia con le tre bellezze in costume da bagno e lo slogan: “La pupa e il secchiello”, che ricorda la trasmissione televisiva “La pupa e il secchione”.
I dettagli emergono dalle tre fatture della Lm. La voce “testimonial” prevede il pagamento complessivo di 48mila euro (Iva compresa): è il compenso delle tre ragazze. Poi c’è la voce “publiredazionali” e quella “ufficio stampa, compreso maestranze”: in tutto fanno circa 100mila euro, Iva compresa. La campagna prevedeva la diffusione di circa 1.300 manifesti in Lombardia, Piemonte e Liguria più 10 maxi-poster di sei metri per tre. Infine la foto delle tre Pupe è stata pubblicata su giornali e riviste.
Ma più d’uno a Sanremo storce il naso sui risultati della campagna da 100mila euro firmata da Lele Mora. Daniela Cassini spara a zero: “Per contratto la campagna avrebbe dovuto coprire tutto il territorio nazionale e invece si sono limitati a Piemonte, Lombardia (esclusa Milano!) e Liguria. Anzi, incredibilmente la metà dei mega-poster da sei metri per tre è stata affissa a pochi chilometri da Sanremo, in pratica abbiamo fatto una pubblicità del tutto inutile a casa nostra”.
Ma perché la giunta Zoccarato ha scelto proprio Mora? È vero che Lele a Sanremo ha tanti amici?: “Macché, io l’avrò incontrato un paio di volte nei suoi uffici di Milano. Tutto è nato perché avevamo in mente uno slogan, “la pupa e il secchiello”, così abbiamo ingaggiato Francesca Cipriani della tramissione “la pupa e il secchione”. E Cipriani lavora con Mora. Oggi l’incarico non lo darei più a loro, ma a giugno come facevo a sapere? Lo darei a Morandi, ma se poi domani si scoprisse che mangia i bambini…”. Zoccarato è un omone di centoventi chili, non ha il physique du role, non ce lo vedi a fare il bunga bunga. E però a Sanremo le chiacchiere circolano: il sindaco alle serate di Mora? “Macché, sono uno di basso profilo. Niente Bunga Bunga. Quando uno fa il sindaco deve comportarsi da sindaco”, dice di slancio. Aggiunge: “Se hai un incarico istituzionale devi comportarti con decoro”. Ma la strada si fa scivolosa, Zoccarato all’improvviso si interrompe.
A Sanremo in molti raccontano che Mora sta mettendo radici profonde: “Se non ci si fossero messe di mezzo Ruby e l’inchiesta sulla prostituzione, a Mora sarebbe potuta finire anche la promozione del Casino e del Festival. E qui altro che centomila euro, sarebbe stato un contratto a sei zeri”, è convinta Cassini. Aggiuge: “Mora è sbarcato a Sanremo in forze, basta vedere la massiccia presenza di personaggi del suo gruppo nelle commissioni del Festival”.
Ma il punto che sta scatenando le polemiche e la rabbia dei sanremesi è soprattutto un altro: le fatture della campagna pubblicitaria sono state pagate da Sanremo Promotion che ora ne chiede la liquidazione al Comune, come già finanziato dalla Giunta con la delibera 291 del 29 giugno 2010. Insomma, le casse pubbliche pagano le ragazze di Arcore. A Sanremo c’è chi racconta: “Sono venute qui una mattina, sono andate sulla spiaggia. E clic, clic… due fotografie. Totale 16mila euro a testa, pagati dal Comune per una manciata di ore di lavoro”. E Cassini conclude: “Il Comune ha tagliato i posti negli asili nido, le risorse per le scuole e le associazioni di volontariato. Per non dire dei fondi alla cultura. E poi spende 48mila euro per le ragazze Bunga Bunga…”.