Un treno di container carichi di combustibile nucleare esaurito è partito la scorsa notte da Saluggia (piccolo paese del Vercellese noto per ospitare, presso il sito Avogadro, l’85% delle scorie radioattive italiane) per raggiungere la centrale di riprocessamento de La Hague, in Francia. Il convoglio, con a bordo tredici tonnellate di scorie altamente radioattive, è stato bloccato alle 5 di mattina da un gruppo di manifestanti nei pressi delle stazioni di Condove – Chiusa di San Michele e di Bussoleno. Lì, secondo alcune testimonianze, la situazione è divenuta tesa al punto da indurre cariche delle forze dell’ordine. Il presidio, dicono i manifestanti, “non intendeva bloccare il treno, ma richiamare l’attenzione sul passaggio delle scorie radioattive per il Piemonte in zone densamente popolate come la Valle di Susa”. In ogni caso, al termine dei tafferugli, con lanci di copertoni e scontri con la polizia, le forze dell’ordine hanno arrestato due persone e altre 29 sono state denunciate.
Il treno era partito intorno alle 2 di notte da Vercelli per Torino. Da lì si è diretto verso Collegno, preceduto di circa 10 minuti da un altro treno “apripista”, per raggiungere il terminal ferroviario di Valognes (Manche), in Francia. Un lungo percorso, quello delle scorie del vecchio nucleare italiano, che dal Piemonte alla Manche passa attraverso numerosi dipartimenti: zone densamente popolate come la région parisienne, la zona più popolosa d’Oltralpe. Le scorie italiane percorreranno anche la Rer (Rete espressa regionale), il servizio ferroviario urbano e suburbano dell’area metropolitana di Parigi, frequentata da centinaia di migliaia di persone. Una volta attraversato l’hinterland parigino, saranno caricate su camion e raggiungeranno l’impianto di Areva di La Hague per essere “trattate”. Dopo di che, in data ancora ignota, ripartiranno per l’Italia, paese responsabile della loro produzione nel quale, però, non esistono impianti definitivi per il loro stoccaggio.
Gli attivisti, in attesa vicino alla frontiera italo-francese, erano in gran parte membri dei comitati No Tav. “L’obiettivo è non lasciar passare in silenzio questo ennesimo trasporto di materiale pericolosissimo senza opportune misure di sicurezza”, avevano scritto in un comunicato: “Ricordiamo che il protocollo di legge prevede che la popolazione venga avvisata per tempo e venga predisposto un piano di sicurezza”.
I manifestanti hanno voluto “richiamare l’attenzione su un problema, il nucleare, per nulla risolto”. Eredità del vecchio reattore della Garigliano, centrale nucleare da 150 MW chiusa definitivamente nel 1982, ben 5 anni prima del referendum che mise fine all’avventura nucleare italiana, queste 13 tonnellate di combustibile nucleare irraggiato hanno messo in apprensione le popolazioni locali. Un fantasma atomico, quello delle scorie di Garigliano, che attraversa l’Europa alla ricerca di soluzioni.
Una storia lunga, quella del trattamento delle scorie italiane su suolo francese, che ha portato anche l’Autorité de sureté nucléaire francese (Asn), già il 18 novembre 2007, ad esprimere dubbi e riserve sulla legalità del loro trasporto: “In occasione del primo trasporto di combustibili usati italiani verso l’impianto di La Hague in vista del loro trattamento, l’Asn ricorda pubblicamente le sue riserve sull’accordo intergovernativo che inquadra questa operazione”. Inoltre “considera che i tempi in questo accordo, che prevedono la ricezione dei combustibili tra il 2007 e il 2015 e il ritorno in Italia dei rifiuti prodotti dal ritrattamento tra il 2020 e il 2025, non siano tecnicamente giustificati”.
Forti critiche sono state espresse anche dalla associazione Sortir du nucléaire: “Questo trasporto di scorie radioattive è insensato: espone [ai pericoli] le popolazioni, solo per fare funzionare l’impianto Areva a La Hague. Mentre il governo italiano vuole rilanciare il nucleare, contro la volontà della maggioranza della popolazione che ha voluto abbandonare il nucleare grazie al referendum del 1987, le autorità italiane mandano questi rifiuti estremamente radioattivi lontano dal loro territorio, sperando così ritardare e mascherare il problema dell’impossibile gestione delle scorie nucleari”.
Ambiente & Veleni
Bloccato per ore in val di Susa il treno radioattivo
Un treno di container carichi di combustibile nucleare esaurito è partito la scorsa notte da Saluggia (piccolo paese del Vercellese noto per ospitare, presso il sito Avogadro, l’85% delle scorie radioattive italiane) per raggiungere la centrale di riprocessamento de La Hague, in Francia. Il convoglio, con a bordo tredici tonnellate di scorie altamente radioattive, è stato bloccato alle 5 di mattina da un gruppo di manifestanti nei pressi delle stazioni di Condove – Chiusa di San Michele e di Bussoleno. Lì, secondo alcune testimonianze, la situazione è divenuta tesa al punto da indurre cariche delle forze dell’ordine. Il presidio, dicono i manifestanti, “non intendeva bloccare il treno, ma richiamare l’attenzione sul passaggio delle scorie radioattive per il Piemonte in zone densamente popolate come la Valle di Susa”. In ogni caso, al termine dei tafferugli, con lanci di copertoni e scontri con la polizia, le forze dell’ordine hanno arrestato due persone e altre 29 sono state denunciate.
Il treno era partito intorno alle 2 di notte da Vercelli per Torino. Da lì si è diretto verso Collegno, preceduto di circa 10 minuti da un altro treno “apripista”, per raggiungere il terminal ferroviario di Valognes (Manche), in Francia. Un lungo percorso, quello delle scorie del vecchio nucleare italiano, che dal Piemonte alla Manche passa attraverso numerosi dipartimenti: zone densamente popolate come la région parisienne, la zona più popolosa d’Oltralpe. Le scorie italiane percorreranno anche la Rer (Rete espressa regionale), il servizio ferroviario urbano e suburbano dell’area metropolitana di Parigi, frequentata da centinaia di migliaia di persone. Una volta attraversato l’hinterland parigino, saranno caricate su camion e raggiungeranno l’impianto di Areva di La Hague per essere “trattate”. Dopo di che, in data ancora ignota, ripartiranno per l’Italia, paese responsabile della loro produzione nel quale, però, non esistono impianti definitivi per il loro stoccaggio.
Gli attivisti, in attesa vicino alla frontiera italo-francese, erano in gran parte membri dei comitati No Tav. “L’obiettivo è non lasciar passare in silenzio questo ennesimo trasporto di materiale pericolosissimo senza opportune misure di sicurezza”, avevano scritto in un comunicato: “Ricordiamo che il protocollo di legge prevede che la popolazione venga avvisata per tempo e venga predisposto un piano di sicurezza”.
I manifestanti hanno voluto “richiamare l’attenzione su un problema, il nucleare, per nulla risolto”. Eredità del vecchio reattore della Garigliano, centrale nucleare da 150 MW chiusa definitivamente nel 1982, ben 5 anni prima del referendum che mise fine all’avventura nucleare italiana, queste 13 tonnellate di combustibile nucleare irraggiato hanno messo in apprensione le popolazioni locali. Un fantasma atomico, quello delle scorie di Garigliano, che attraversa l’Europa alla ricerca di soluzioni.
Una storia lunga, quella del trattamento delle scorie italiane su suolo francese, che ha portato anche l’Autorité de sureté nucléaire francese (Asn), già il 18 novembre 2007, ad esprimere dubbi e riserve sulla legalità del loro trasporto: “In occasione del primo trasporto di combustibili usati italiani verso l’impianto di La Hague in vista del loro trattamento, l’Asn ricorda pubblicamente le sue riserve sull’accordo intergovernativo che inquadra questa operazione”. Inoltre “considera che i tempi in questo accordo, che prevedono la ricezione dei combustibili tra il 2007 e il 2015 e il ritorno in Italia dei rifiuti prodotti dal ritrattamento tra il 2020 e il 2025, non siano tecnicamente giustificati”.
Forti critiche sono state espresse anche dalla associazione Sortir du nucléaire: “Questo trasporto di scorie radioattive è insensato: espone [ai pericoli] le popolazioni, solo per fare funzionare l’impianto Areva a La Hague. Mentre il governo italiano vuole rilanciare il nucleare, contro la volontà della maggioranza della popolazione che ha voluto abbandonare il nucleare grazie al referendum del 1987, le autorità italiane mandano questi rifiuti estremamente radioattivi lontano dal loro territorio, sperando così ritardare e mascherare il problema dell’impossibile gestione delle scorie nucleari”.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.