”Resterò a capo della rivoluzione fino alla morte”, ha annunciato il leader libico Muammar Gheddafi in un discorso in tv in cui ha ribadito di non avere alcuna intenzione di farsi da parte. E ha attaccato anche il nostro Paese, prima dicendo che è stata sconfitta sul suolo libico, poi aggiungendo che “tutto il mondo ci guarda con timore, compresa l’Italia”. Infine l’accusa: “Italia e Usa hanno dato razzi Rpg ai ragazzi di Bengasi”.
“Io non lascerò il Paese – ha assicurato il Raìs -. Non sono un presidente e non posso dimettermi. Sono il leader della rivoluzione e lo sarò fino all’eternità, sono un combattente, un mujihid. Io sono un rivoluzionario. Ho portato la vittoria in passato e di questa vittoria si è potuto godere per generazioni”. Ripercorrendo la storia del Paese, Gheddafi ha voluto ricordare di come “anche l’Italia sia stata sconfitta sul suolo libico”. “Tutto il mondo ci guarda con rispetto e con timore grazie a me, compresa l’Italia. Ci siamo fatti rispettare da tutti, quando sono andato in Italia hanno salutato con rispetto il figlio di Omar Mukhtar”. Il colonnello ha poi ricordato di “aver sfidato l’arroganza dell’America e della Gran Bretagna e non ci siamo arresi”.
Il colonnello ha poi attaccato i manifestanti, ”ratti pagati dai servizi segreti stranieri” a ancora “una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù”. Quelli che attaccano le caserme inermi e le nostre famiglie “sono giovani drogati, sono giovani sedicenni che vogliono imitare l’Egitto”. Secondo Gheddafi, “dietro di loro c’è un gruppo di persone malate infiltrate nelle città che pagano questi giovani innocenti per entrare in battaglia. Chi ha progettato questi attacchi ora è in sedi tranquille dopo aver dato loro l’ordine di distruggere”.
“Un picciolo gruppo di terroristi – ha detto il Raìs – non sarà la scusa per far arrivare nel paese gli americani”. Il colonnello ha poi accusato “gli italiani e gli americani di aver dato razzi Rpg ai ragazzi di Bengasi”.
”Non siamo ancora ricorsi alla forza, ma lo faremo”. Questa la minaccia del Raìs a chi protesta. E rivolto ai suoi sostenitori: “Vi invito a uscire domani in strada nel paese per manifestare in favore dei successi da noi ottenuti in questi anni. Uscite dalle vostre case e attaccate i manifestanti”. “Ho il mio fucile – ha aggiunto – e lotterò fino all’ultimo. Io sono l’orgoglio della Libia, l’uomo che ha sempre voluto la prosperità e che ha restituito il petrolio che veniva portato via”.
Gheddafi ha minacciato di sedare le proteste dei “ribelli” con una risposta “simile a Tiananmen” e di “bonificare la Libia casa per casa”. Ha poi aggiunto che non ha nulla in contrario al fatto che il popolo faccia una nuova Costituzione e nuove leggi e ha affermato che domani, se così si desidera, può nascere una “nuova Giamahiria” (repubblica) nel Paese. “I libici sono liberi perché il potere è in mano al popolo”, ha sottolineato.
Il leader libico ha poi affermato di accettare “la proposta di concedere autonomie regionali”. Parlando alla nazione ha detto che la soluzione alla crisi in atto nel paese nordafricano è la formazione di comuni e amministrazioni autonome. Suo figlio, Seifulislam, “si consulterà con magistrati e avvocati” per dare “presto” al popolo “una costituzione e le leggi che chiede”.