Dopo il Pio Albergo Trivulzio, la casa per anziani Redaelli, quindi l’Aler. E così, tra scambi di favori e di case, il cortocircuito è servito. Ecco cosa succede quando un consigliere del Cda dell’Azienda regionale che si occupa delle case popolari in Lombardia vive in un appartamento della fondazione Golgi-Redaelli. Non solo, ma vista la sua carriera da ex dirigente della Baggina milanese può permettersi di parcheggiare il marito della figlia in una casa del Pat in via Santa Marta 15/17. Un gioiellino da 85 metri quadrati nel pieno centro di Milano che il Trivulzio affitta a poco più di 9mila euro l’anno. La vicenda di Pietro Cerullo, appartamento in via Piatti 8 (185metri quadri per 26mila euro l’anno), allarga così lo scenario e promette nuovi scandali. Non a caso la prossima settimana la finiana Barbara Ciabò, presidente della commissione Casa e Demenio sentirà il presidente di Aler, Loris Zafra. “Anche a lui – anticipa la Ciabò – chiederemo di rendere pubbliche le liste delle case”.
Insomma, tra affitti stracciati, immobili svenduti e liste fitte di nomi noti, Milano vive un’atmosfera singolare e già vista. Siamo solo al prologo di uno scandalo che ricorda molto da vicino quello di Tangentopoli. Monetine comprese. Come quelle che venerdì un gruppo di cittadini milanesi ha lanciato contro l’ingresso di palazzo Marino. Cento persone, non molte di più, ma tantissime arance verso il portone e molti cartelli con strampalati sillogismi aristotelici del tipo “Berlusconi uguale Moratti uguale ladri, cacciamoli”. A parte la logica zoppicante, il significato (politico) è chiaro.
In quel momento dentro le stanze del Comune stava andando in scena l’ennesima audizione della commissione. Con relativo sfoglio di lista. All’ordine del giorno il Redaelli. E anche qui le sorprese non sono mancate. Tra i nomi noti è saltato fuori quello della giornalista Natalia Aspesi. Rispetto al Pio Albergo Trivulzio, qui i prezzi sono ben diversi anche perché dal 2000 le unità (in tutto 76, di cui 26 appartamenti) in centro sono assegnate con asta pubblica e aggiudicazione al miglior offerente. Questa la regola. Dopodiché, come capitato, se l’asta va deserta i prezzi si abbassano. La Aspesi, ad esempio, per un appartamento di 228 metri quadrati in via Olmetto paga 45.497 euro. Fra i personaggi famosi figura Michele Battiato (fratello del cantante ed ex consigliere comunale repubblicano). Lui in via Olmetto ha una casa di 124 metri quadri per cui paga 20.359 euro l’anno, iva e spese escluse. Dall’elenco, poi, spuntano i nomi di Fabio Zanchi (ex giornalista di Repubblica ora capo ufficio stampa di Expo) e del giornalista del Corriere Edoardo Segantini.
Tra gli inquilini del Redaelli, come detto, c’è anche Pietro Cerullo, il quale, in curriculum, mette un passaggio nel cda del Pat che nel 2000 fu commissariato dopo la verifica amministrativa ordinata dall’allora sindaco Gabriele Albertini, e un incarico da dirigente al patrimonio durante l’ultima amministrazione Trabucchi. Il nome di Cerullo è decisivo perché aggancia la nuova partita Aler. E qui, in attesa che l’elenco venga reso pubblico, emerge il nome del presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro. Il magistrato vive in una villetta storica di via del Sarto con una superficie totale di 175 metri quadri pagando un canone annuo di 35mila euro. Di più: Aler stessa ha pagato 700mila euro di ristrutturazione. Cifra inizialmente versata da Infrastrutture lombarde e successivamente liquidata da Aler. La holding della Regione, infatti, ha stipulato con l’Agenzia delle case popolari una “convenzione – si legge nel documento della Regione – avente ad oggetto la realizzazione e ottimizzazione di un progetto di valorizzazione del complesso residenziale costituito da otto villette di proprietà Aler”. Tutte distribuite “nel comparto delimitato da via Andrea, via Tiepolo e piazza Ferravilla”. Questo accade il 16 marzo 2009. Sei giorni dopo un’altra convenzione, che comprende anche Regione Lombardia, prevede “la ristrutturazione di tre unità” e assieme l’impegno di Aler a vendere altre case “site sempre nel medesimo comparto”. L’obiettivo, spiega Infrastrutture Lombarde, è quello di destinare questi immobili a “personalità pubbliche anche in vista di Expo 2015”.
In attesa di ulteriori sviluppi, la partita della Baggina milanese si è avviata verso la strada del commissariamento con la nomina, venerdì, di Emilio Triaca, scelto da una lista di 95 nomi. Le sorprese però non finiscono. Affittopoli, infatti, prosegue e squaderna nomi nuovi come quello di Giancarlo Abelli, pezzo da Novanta del Pdl. Il deputato azzurro, ascoltatissimo da Berlusconi, per tre anni (dal 1999 al 2002) ha vissuto in una casa del Trivulzio. Esattamente in via Santa Marta 15/17 con un affitto mensile di 260 euro. Poco più in là, in piazza Mirabello 5, invece, vive Agostino Sacchi (circa 10mila euro l’anno dal 1999), ex dirigente del Pat, mentre suo fratello, Massimo Sacchi, ex responsabile al patrimonio del Pat vive in via Previati 2 con un canone mensile da 692 euro.
Sul tavolo, dunque, gli argomenti diventano molti. Tanto da stuzzicare la procura di Milano che ancora non ha aperto un fascicolo. Il procuratore aggiunto Alfredo Robledo punta l’attenzione soprattutto sulle compravendite del Pio Albergo Trivulzio. Questa resta ancora la questione con più ombre. Ci sono, infatti, appartamenti che il Pat dice di aver “alienato” (cioé venduto) senza però rendere noto il nome dell’acquirente. Staremo a vedere. Anche se il vero atto finale per dare fuoco alle poveri di una Mani Pulite bis è legato agli appalti. Ma qui il tavolo degli invitati si allarga a personaggi inquietanti legati alla criminalità organizzata calabrese e alla politica nazionale.