“La Lega è succube del Pdl, più realista del re. Un poltronificio che trema per un libro sul bunga bunga. Siamo alla censura fascista”. Marco Marsili, giornalista e direttore del quotidiano online “La Voce d’Italia”, è stato licenziato dall’assessorato allo Sport e Giovani della Regione Lombardia di Monica Rizzi, per avere dato alle stampe “Onorevole Bunga Bunga – Berlusconi, Ruby e le notti a luci rose di Arcore” (Bepress).
La tesi del libro? Nulla che già non sapessimo: la ricostruzione in 480 pagine del legame tra sesso e potere, dalla figlia segreta di Mitterand alla condanna per stupro di Moshe Katsav, corredato dalle intercettazioni del Ruby gate che dipingono, come leggiamo sulla pagina Facebook, “il ritratto di un Berlusconi grottesco, solo, circondato da ruffiani ed escort, gente pronta a tutto pur di sfruttare la sua solitudine”. Marsili pubblica il libro all’inizio di febbraio e il 25 dello stesso mese viene licenziato dopo soli 10 giorni nel ruolo di portavoce. Nessuna motivazione e nessuno, l’assessore Rizzi incluso, che gli spiegasse le ragioni della revoca immediata del contratto. “E’ una forma di ritorsione, di censura a posteriori”, spiega Marsili. “Intervistato da Il Giorno, il capo della segreteria della Rizzi Alessandro Pedrini [figlio di Renato Pedrini, dirigente della Asl in Valcamonica in quota Lega, ndr] ha ammesso che con la pubblicazione del libro sarebbe venuto meno il ‘rapporto di fiducia’ con l’entourage. Pedrini ha detto che se avessi scritto un libro su Bossi avrebbero fatto lo stesso, ma non è vero. Di fatto, questo licenziamento lampo non è dovuto ad alcuna ragione professionale. Hanno violato l’articolo 21 e i miei diritti di lavoratore”.
Il rapporto tra l’autore e Monica Rizzi è iniziato a maggio dell’anno scorso quando “ha iniziato a parlare del federalismo con le mie parole con tutti i discorsi che le ho scritto”, puntualizza Marsili. “I leghisti vogliono difendere i diritti dei popoli padani e sono sudditi del Pdl e di Roma ladrona. ‘Guarda che bravi che siamo, Silvio’, vorrebbero dirgli, e allora colpiscono uno per educarne cento”. Ma l’entourage della Lega, come lo stesso Renzo Bossi che Marsili sentiva decine di volte al giorno “via mail o sms”, non ha letto nulla del libro. Un caso, insomma, di censura al buio. “La telefonata per stralciare il mio contratto è partita da Davide Caparini, deputato del Carroccio e padrino politico della Rizzi, che ha ordinato a Pedrini di procedere. L’assessore ha semplicemente avallato, ma non è stata lei a decidere. Io non l’ho più sentita e anche Renzo Bossi è sparito”. E ora per Marsili è arrivato il momento di sparare anche altre cartucce: “Devono ancora pagarmi da giugno scorso per il sito di Miss Padania a cui ho lavorato. Ma io non ho il problema diei mestieranti della politica, svolgo altre attività. Le mie due lauree sono vere, non come quella della Rizzi”. Infatti l’assessore allo Sport è al centro delle indagini della Procura di Brescia per la laurea in psicologia che compare sul curriculum ma non è, pare, provata dalle carte. “La Lega fa scuola nel campo dei titoli mai presi. Umberto Bossi ha fatto un paio di feste di laurea in Medicina senza averla mai conseguita e il figlio Renzo dice di essere iscritto all’università ma non dice quale”. In campagna elettorale alle scorse regionali, inoltre, la candidatura di Bossi jr. a Brescia al posto della Rizzi aveva destato molti malumori. “Renzo è stato imposto dall’alto e allora tutti a pancia a terra a lavorare per lui. Doveva essere il candidato con più voti in assoluto, altrimenti che figura ci faceva suo padre? Il malumore era tanto che i bresciani militanti cominciarono a cancellare i graffiti di ‘Padania libera’ per la città. Chi lavorava per il partito sul territorio è rimasto disgustato dal suo sorpasso in lista”. E il collegio di Brescia era l’unico dove poteva presentarsi visto che, prosegue Marsili, “Bergamo è di Calderoli, anche se non è un ortodosso bossiano visto che, dopo l’ictus del Senatùr, aspirava alla successione. E Varese non si tocca, lì Maroni è troppo potente”.
E ora che ha perso il suo contratto con la Regione Lombardia cosa farà Marsili? “Da lunedì riprenderò le lezioni all’Università dell’Insubria, dove insegno giornalismo”, conclude. “Come tutti gli anni farò vedere ai miei studenti ‘Quarto potere’, affinché capiscano i legami tra informazione e politica. Non voglio contribuire ad alimentare la cultura dello slogan che si limita a gridare ‘Padania libera, viva Bossi’. A proposito: la Lega ha mai spiegato che differenza c’è tra il federalismo fiscale e quello municipale?”.