Venerdì di guerra in Libia dove l’esercito ha lanciato una controffensiva in Cirenaica, bombardando Brega, la vicina Ras Lanuf e Ajdabiya. E in Tripolitania, dove la tv di Stato ha annunciato di aver riconquistato Zawiya, città a soli 40 km da Tripoli di enorme importanza strategica perché sede della più importante raffineria del Paese nordafricano. Diverse decine sono le persone rimaste uccise negli scontri di oggi.
Almeno 17 persone hanno perso la vita stasera nell’attacco sferrato dalle forze fedeli a Gheddafi contro un deposito di armi a Rajma, sobborgo alla periferia di Bengasi, seconda città della Libia ed epicentro dell’insurrezione contro il regime: lo ha riferito l’emittente televisiva satellitare al-Jazeera. Secondo testimoni oculari una potentissima esplosione ha fatto saltare in aria un’auto-pompa dei vigili del fuoco, e raso al suolo diverse abitazioni adiacenti.
L’offensiva delle forze fedeli a Gheddafi ha portato alla riconquista di Zawiya. L’esercito ha attaccato i manifestanti, causando secondo la tv Al Jazeera 50 morti e 200 feriti. Le forze lealiste hanno aperto il fuoco alla periferia della città, su una folla di alcune migliaia di persone.
Secondo la tv satellitare al-Arabiya, a Ras Lanuf, città petrolifera nel golfo della Sirte, le brigate fedeli al colonnello hanno ucciso 20 miliziani della tribù degli al-Najuf perché si sono rifiutati di reprimere con la forza i rivoltosi. Che secondo fonti dei ribelli, oggi hanno conquistato l’aeroporto e il resto della città. Ma il viceministro degli Esteri libico, Khaled Kaim, ha smentito, affermando che il governo ha ancora il controllo di Ras Lanuf.
Scontri si sono registrati anche nelle capitale Tripoli. A fine mattinata in piazza Algeria sono stati uditi degli spari all’uscita dalla preghiera del venerdì dalla moschea. Dopo gli spari un denso fumo nero si è alzato dagli edifici dietro la moschea. Gli spari sono avvenuti durante una grande manifestazione pro Gheddafi. La piazza è presidiata da polizia e da agenti dei corpi speciali della sicurezza. Al termine della preghiera alcune centinaia di persone si sono invece riunite per manifestare contro Gheddafi nel quartiere “simbolo” di Tajoura. Le forze di sicurezza stanno disperdendo i manifestanti con i gas lacrimogeni.
Intanto l’Interpol ha spiccato un mandato di cattura internazionale per Gheddafi e per 15 dei suoi collaboratori più stretti. Mentre la comunità internazionale è alla ricerca di una strategia comune. Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha accolto con favore il forte monito lanciato ieri dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ed ha sottolineato che gli “Usa in nessun caso sono disposti a usare la forza senza un mandato e un coinvolgimento internazionale”. Il Presidente della Repubblica è intervenuto sulla questione libica durante il Consiglio per i Diritti umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite riunito oggi a Ginevra.
Napolitano si è detto fortemente preoccupato per quanto sta accadendo, annunciando che la crisi libica “sarà il punto di partenza” della riunione del Consiglio supremo di difesa che si terrà mercoledì al Quirinale. “Non entro nel merito delle opzioni” al vaglio delle istituzioni internazionali, ha spiegato il capo dello Stato ricordando come “la situazione si sia complicata per l’atteggiamento di sfida di Gheddafi”. Questi “insiste su azioni odiose come i bombardamenti aerei, e questa è una provocazione per tutti i protagonisti della comunità internazionale che hanno detto basta con queste azioni”. In Libia “gli sviluppi, allo stato delle cose, sono imprevedibili“. L’Italia da parte sua dà “piena disponibilità per ogni tipo di misura” venga adottata dalla comunità internazionale e ha “identità di posizioni con le istituzioni internazionali”.
Ma la “risposta” del Rais al monito di Obama non lascia presagire sviluppo positivi. Gheddafi ha deciso di proseguire e intensificare i bombardamenti. Stamani un aereo militare libico ha lanciato due razzi contro una base militare in mano ai ribelli ad Ajdabijah, nella Libia orientale, ma ha mancato l’obiettivo. Lo hanno riferito alla Reuters gli stessi ribelli.”Eravamo seduti qui, abbiamo sentito il jet, poi l’esplosione e la terra tremare”, ha riferito Hassan Faraj, guardiano delle munizioni alla base di Haniyeh. Secondo Faraj i missili “sono caduti fuori dalle mura”.
Un’altra guardia volontaria, Aziz Saleh, ha detto che sono stati sparati due razzi, che sono finiti appena fuori dai muri di cinta della base. L’aviazione filo-Gheddafi aveva già attaccato la base di Ajdabiyah all’inizio di questa settimana, colpendo fuori e dentro il complesso, ma senza distruggere nulla di rilevante. La base comprende 35 bunker. Secondo quanto visto dal corrispondente della Reuters all’inizio della settimana, uno di questi bunker contiene circa 10.000 tonnellate di munizioni. Un ufficiale delle forze armate passato con i ribelli aveva detto che i piloti avevano sbagliato obiettivo volontariamente, per non uccidere altri libici.
Le brigate fedeli a Muammar Gheddafi si preparano anche ad una nuova offensiva contro le città libiche in mano ai ribelli. Secondo quanto riferisce la tv satellitare al-Arabiya, l’aviazione libica sta bombardando Misurata in Tripolitania e Ajdabiya in Cirenaica, mentre le truppe di terra hanno occupato alcuni terminal di petrolio ad Ajdabiya e si sono avvicinati di nuovo a Brega in attesa di iniziare l’offensiva di terra. Fonti dell’opposizione da Bengasi assicurano di aver inviato circa 10mila volontari ad Ajdabiya e a Brega e di essere pronti a respingere questa nuova offensiva militare.
Intanto sono in corso violenti combattimenti nella cittadina libica di Ras Lanuf, ad ovest di Ajdabiya, tra le brigate fedeli a Muammar Gheddafi e i ribelli libici della Cirenaica. Secondo quanto riferisce la tv satellitare al-Jazeera, dopo aver conquistato la città di al-Uqaylah, ad ovest di Brega, i ribelli si sono spinti fino a Ras Lanuf, che è un importante porto che si affaccia nel golfo della Sirte dove sono presenti diversi terminal petroliferi. La tv qatariota conferma inoltre che in queste ore si combatte anche nella periferia di al-Zawiyah, in Tripolitania, dove le truppe leali a Gheddafi hanno ucciso due rivoltosi e ne hanno ferito venti.
Intanto due unità della marina statunitense,la portaerei USS Kearsage e la nave anfibia d’assalto USS Ponce sono arrivate stamane alla base di Souda Bay sull’isola di Creta nel quadro del riposizionamento della flotta americana in relazione alla crisi libica. 400 marines si trovano da mercoledi alla base americana per imbarcarsi sulle due unità. La Kearsage sarebbe l’ammiraglia per una eventuale operazione navale americana in Libia.
Ieri il premier Giorgio Papandreou ha presieduto un vertice con i ministri degli esteri, Dimitri Droutsas, e della difesa, Evangelos Venizelos, sulla situazione in Libia ed è stato informato sulle capacità della base Nato di Souda. Venizelos in dichiarazioni riportate dalla stampa è parso tuttavia escludere che un’operazione militare possa partire da Souda Bay, che ospita basi greche, una Nato e una americana. In Mediterraneo, secondo fonti non confermate, sarebbero attese nei prossimi giorni anche altre unità da guerra americane.
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Libia: 50 morti a Zawiya, ora in mano al Raìs
Mandato di cattura Interpol per Gheddafi
Il leader libico non molla e lancia una controffensiva in diverse città. Diverse decine le vittime tra i ribelli. Almeno 17 persone sono rimaste uccise nell'esplosione di un deposito di armi a Bengasi
Almeno 17 persone hanno perso la vita stasera nell’attacco sferrato dalle forze fedeli a Gheddafi contro un deposito di armi a Rajma, sobborgo alla periferia di Bengasi, seconda città della Libia ed epicentro dell’insurrezione contro il regime: lo ha riferito l’emittente televisiva satellitare al-Jazeera. Secondo testimoni oculari una potentissima esplosione ha fatto saltare in aria un’auto-pompa dei vigili del fuoco, e raso al suolo diverse abitazioni adiacenti.
L’offensiva delle forze fedeli a Gheddafi ha portato alla riconquista di Zawiya. L’esercito ha attaccato i manifestanti, causando secondo la tv Al Jazeera 50 morti e 200 feriti. Le forze lealiste hanno aperto il fuoco alla periferia della città, su una folla di alcune migliaia di persone.
Secondo la tv satellitare al-Arabiya, a Ras Lanuf, città petrolifera nel golfo della Sirte, le brigate fedeli al colonnello hanno ucciso 20 miliziani della tribù degli al-Najuf perché si sono rifiutati di reprimere con la forza i rivoltosi. Che secondo fonti dei ribelli, oggi hanno conquistato l’aeroporto e il resto della città. Ma il viceministro degli Esteri libico, Khaled Kaim, ha smentito, affermando che il governo ha ancora il controllo di Ras Lanuf.
Scontri si sono registrati anche nelle capitale Tripoli. A fine mattinata in piazza Algeria sono stati uditi degli spari all’uscita dalla preghiera del venerdì dalla moschea. Dopo gli spari un denso fumo nero si è alzato dagli edifici dietro la moschea. Gli spari sono avvenuti durante una grande manifestazione pro Gheddafi. La piazza è presidiata da polizia e da agenti dei corpi speciali della sicurezza. Al termine della preghiera alcune centinaia di persone si sono invece riunite per manifestare contro Gheddafi nel quartiere “simbolo” di Tajoura. Le forze di sicurezza stanno disperdendo i manifestanti con i gas lacrimogeni.
Intanto l’Interpol ha spiccato un mandato di cattura internazionale per Gheddafi e per 15 dei suoi collaboratori più stretti. Mentre la comunità internazionale è alla ricerca di una strategia comune. Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha accolto con favore il forte monito lanciato ieri dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ed ha sottolineato che gli “Usa in nessun caso sono disposti a usare la forza senza un mandato e un coinvolgimento internazionale”. Il Presidente della Repubblica è intervenuto sulla questione libica durante il Consiglio per i Diritti umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite riunito oggi a Ginevra.
Napolitano si è detto fortemente preoccupato per quanto sta accadendo, annunciando che la crisi libica “sarà il punto di partenza” della riunione del Consiglio supremo di difesa che si terrà mercoledì al Quirinale. “Non entro nel merito delle opzioni” al vaglio delle istituzioni internazionali, ha spiegato il capo dello Stato ricordando come “la situazione si sia complicata per l’atteggiamento di sfida di Gheddafi”. Questi “insiste su azioni odiose come i bombardamenti aerei, e questa è una provocazione per tutti i protagonisti della comunità internazionale che hanno detto basta con queste azioni”. In Libia “gli sviluppi, allo stato delle cose, sono imprevedibili“. L’Italia da parte sua dà “piena disponibilità per ogni tipo di misura” venga adottata dalla comunità internazionale e ha “identità di posizioni con le istituzioni internazionali”.
Ma la “risposta” del Rais al monito di Obama non lascia presagire sviluppo positivi. Gheddafi ha deciso di proseguire e intensificare i bombardamenti. Stamani un aereo militare libico ha lanciato due razzi contro una base militare in mano ai ribelli ad Ajdabijah, nella Libia orientale, ma ha mancato l’obiettivo. Lo hanno riferito alla Reuters gli stessi ribelli.”Eravamo seduti qui, abbiamo sentito il jet, poi l’esplosione e la terra tremare”, ha riferito Hassan Faraj, guardiano delle munizioni alla base di Haniyeh. Secondo Faraj i missili “sono caduti fuori dalle mura”.
Un’altra guardia volontaria, Aziz Saleh, ha detto che sono stati sparati due razzi, che sono finiti appena fuori dai muri di cinta della base. L’aviazione filo-Gheddafi aveva già attaccato la base di Ajdabiyah all’inizio di questa settimana, colpendo fuori e dentro il complesso, ma senza distruggere nulla di rilevante. La base comprende 35 bunker. Secondo quanto visto dal corrispondente della Reuters all’inizio della settimana, uno di questi bunker contiene circa 10.000 tonnellate di munizioni. Un ufficiale delle forze armate passato con i ribelli aveva detto che i piloti avevano sbagliato obiettivo volontariamente, per non uccidere altri libici.
Le brigate fedeli a Muammar Gheddafi si preparano anche ad una nuova offensiva contro le città libiche in mano ai ribelli. Secondo quanto riferisce la tv satellitare al-Arabiya, l’aviazione libica sta bombardando Misurata in Tripolitania e Ajdabiya in Cirenaica, mentre le truppe di terra hanno occupato alcuni terminal di petrolio ad Ajdabiya e si sono avvicinati di nuovo a Brega in attesa di iniziare l’offensiva di terra. Fonti dell’opposizione da Bengasi assicurano di aver inviato circa 10mila volontari ad Ajdabiya e a Brega e di essere pronti a respingere questa nuova offensiva militare.
Intanto sono in corso violenti combattimenti nella cittadina libica di Ras Lanuf, ad ovest di Ajdabiya, tra le brigate fedeli a Muammar Gheddafi e i ribelli libici della Cirenaica. Secondo quanto riferisce la tv satellitare al-Jazeera, dopo aver conquistato la città di al-Uqaylah, ad ovest di Brega, i ribelli si sono spinti fino a Ras Lanuf, che è un importante porto che si affaccia nel golfo della Sirte dove sono presenti diversi terminal petroliferi. La tv qatariota conferma inoltre che in queste ore si combatte anche nella periferia di al-Zawiyah, in Tripolitania, dove le truppe leali a Gheddafi hanno ucciso due rivoltosi e ne hanno ferito venti.
Intanto due unità della marina statunitense,la portaerei USS Kearsage e la nave anfibia d’assalto USS Ponce sono arrivate stamane alla base di Souda Bay sull’isola di Creta nel quadro del riposizionamento della flotta americana in relazione alla crisi libica. 400 marines si trovano da mercoledi alla base americana per imbarcarsi sulle due unità. La Kearsage sarebbe l’ammiraglia per una eventuale operazione navale americana in Libia.
Ieri il premier Giorgio Papandreou ha presieduto un vertice con i ministri degli esteri, Dimitri Droutsas, e della difesa, Evangelos Venizelos, sulla situazione in Libia ed è stato informato sulle capacità della base Nato di Souda. Venizelos in dichiarazioni riportate dalla stampa è parso tuttavia escludere che un’operazione militare possa partire da Souda Bay, che ospita basi greche, una Nato e una americana. In Mediterraneo, secondo fonti non confermate, sarebbero attese nei prossimi giorni anche altre unità da guerra americane.
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Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.