Alla fine il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è uscito dalla sua villa ad Arcore per incontrare i sindacati di Polizia che protestavano davanti alla sua residenza contro i tagli del governo al comparto sicurezza. Berlusconi si è impegnato con i rappresentanti dei poliziotti per stanziare le risorse richieste nel prossimo Consiglio dei ministri in programma il 23 marzo.
“Vi prometto gli aumenti”, queste le parole del premier. “Avete il mio impegno, questa cosa la faccio – ha dichiarato il Cav – ma la voglio fare non in modo traumatico, ma con il consenso e quindi al prossimo Consiglio dei ministri presenterò questo progetto che sia io, sia il ministro Maroni, sia il ministro La Russa, siamo assolutamente intenzionati a far passare”. Il governo ha ora il problema di andare a trovare i fondi necessari per gli aumenti nel comparto sicurezza. “Speriamo di avere in settimana un incontro definitivo con il ministro Tremonti – afferma Berlusconi – stiamo cercando i soldi da qualche parte nel bilancio”. Che poi è l’interrogativo che è stato posto dai manifestanti. “So tutto. Lasciatemi qualche giorno di tempo e lo facciamo – e ha concluso – ormai ho un’età avanzata e non ho mai mancato ad una parola. Non volete mica che manchi la parola con le forze dell’ordine che sono quelle che ci devono sostenere più di tutti e che devono collaborare di più con l’esecutivo in questo momento con tutti questi sbarchi”. Non è mancato comunque qualche fischio all’indirizzo del premier. Il Coisp, invece, ha esposto uno striscione con la scritta “Berlusconi dimettiti”.
I sindacati delle sigle Silp ma anche quelli del Corpo Forestale dello Stato e dei Vigili del Fuoco si sono dati appuntamento davanti villa San Martino per protestare contro “il mancato impegno del Governo ad adottare provvedimenti di tutela della specificità del comparto sicurezza e del soccorso pubblico e per ricordare al Presidente del Consiglio che il nostro Paese ha bisogno di provvedimenti che rafforzino e non indeboliscano la Sicurezza e che gli operatori impegnati in questo delicato settore meritano rispetto per il loro difficile e rischioso compito.
“Dall’approvazione della manovra finanziaria, nell’agosto del 2010 – spiegano gli organizzatori della manifestazione in una nota congiunta – il Governo ha assunto, in svariate occasioni e in modo ufficiale e ufficioso, l’impegno ad adottare provvedimenti di tutela della specificità del comparto sicurezza e del soccorso pubblico del nostro Paese, ma ognuno di questi impegni è stato puntualmente disatteso. Agli occhi di questi operatori, che ottengono risultati importanti in condizioni organizzative spesso proibitive, il Governo ha esaurito la sua credibilità. Lo scaricabarile tra i diversi ministeri sulle responsabilità di questo comportamento,e la recente promessa pubblica del Presidente del Consiglio di accogliere al 99,99 per cento le richieste degli operatori, immediatamente smentita al primo consiglio dei ministri, rendono la situazione, mutuando una nota citazione, grave ma non seria”. Giorgio Carta del Psd, il partito degli operatori della sicurezza e della difesa, oltre al problema degli aumenti ne ha evidenziato un altro: “Con il recente decreto Milleproroghe, il Governo ha commesso un atto antidemocratico: ha nuovamente prorogato il mandato dell’attuale Cocer e degli altri organi di rappresentanza militare che stavano per scadere, impedendo la loro rinnovazione con nuove libere elezioni. Un po’ come se l’attuale Parlamento fosse tenuto in carica oltre il limite quinquennale della legislatura annullando le elezioni politiche. Tutto ciò è intollerabile e la dice lunga sulla considerazione dei cittadini in divisa di questo Governo”.