Spassosissimo servizio delle Iene dedicato al 150mo anniversario dell’Unità d’Italia e alla devastata preparazione della politicaglia italica sulla storia del nostro Paese. E’ Sabrina Nobile a porre a un campione esemplare di politici alcune elementari domande, aprendo lo scempio con questo prologo: “Il Governo ha scelto questa data perché il 17 Marzo del 1861 Vittorio Emanuele II assume il titolo di Re d’Italia. Chi meglio dei nostri politici può aiutarci a fare un ripasso dell’intera storia dell’Unità d’italia?”
Alla domanda “Cosa si festeggia il 17 marzo“, Daniela Santanchè (Pdl), sottosegretario del Ministero dell’Attuazione del programma, replica con la consueta eleganza che la contraddistingue: “Cosa deve farmi l’esame? No, guarda gli esami da lei non li faccio. Non sa che è successo nella storia il 17? E allora deve leggere qualche libro di storia”. E, brandendo il temutissimo dito medio, minaccia la Nobile: “Le lascio il mio anello sull’Unità d’Italia“. La vittima incassa il colpo ironicamente: “Magari, così me lo rivendo“.
E’ il turno di Cinzia Dato, ex deputata della Margherita. Afflitta dalla consapevolezza della sua ignoranza in materia, tenta disperatamente di coprire la telecamera, farfugliando un tragico: “No, no, togliete, togliete…“.
Più sicuro e gagliardo Claudio Barbaro (Fli), il quale ammette di non sapere di preciso cosa sia successo il 17 marzo (“la presa di Porta Pia non credo…o forse sì, la presa di Porta Pia“) e di non ricordare il nome del primo Re d’Italia. Sabrina Nobile gli dice che si tratta di Vittorio Emanuele II, ma il deputato fillino resuscita dal tetro oblio e rintuzza la sua intervistatrice: “Vittorio Emanuele II? Non è che è Vittorio Emanuele I?”.
Si parla allora di Regno delle Due Sicile, governate, secondo Barbaro, dai Savoia. Soddisfatto e pago, l’onorevole chiede teneramente alla Nobile: “Quindi non vado in onda perchè ho risposto a parecchie domande?”.
Nunzia De Girolamo (Pdl), invece, afferma con sicumera di sapere bene cosa sia accaduto il 17 marzo, ma preferisce non dirlo (“Me lo ricordo, ma non lo voglio dire”) e invita Sabrina Nobile a porgere la stessa domanda a Maroni. “E’ il ministro degli interni, ‘colui’ che lo sa“, chiosa l’onorevole.
Ma non è finita: secondo Luigi Bobba (Pd), il primo re d’Italia è Umberto I, ma sul 17 marzo rivela un’amnesia completa.
Siamo ancora negli ambienti del Pd: secondo Rosi Bindi, il 17 marzo è il giorno in cui Roma è stata eletta Capitale d’Italia. Ma poi smentisce l’affermazione. Garaniani (Pdl), al contrario, non mostra incertezze e sfoggia fiero tutta la sua saputeria: Roma è stata nominata Capitale d’Italia nel 1870.
Indubbiamente più preparato è il sindaco di Firenze, Matteo Renzi (Pd): “Roma capitale d’Italia divenne nel 1871 perché nel 1870 ci fu Porta Pia”. Risposta esatta. “Il fatto che io abbia detto bene è normale, la cosa sconvolgente è che gli altri abbiano detto male”, afferma Matteo Renzi.
Ricordi foschi, invece, per l’ex deputato Alaimo (Udc): “Non ricordo che è successo il 17 marzo, ma per averlo scelto vuol dire che c’è stato qualcosa d’importante di storico, che va realizzato e che va ricordato“. La Nobile allora gli chiede chi regnava nel Regno di Sardegna (i Savoia). Ancora titubante la replica di Alaimo: “Lei mi fa delle domande storiche che ovviamente io ho dimenticato“.
La iena insiste: “Ma chi poteva essere?“. Attimi di panico per l’ex onorevole: “Nel Regno di Sardegna? Chi poteva essere? Me lo dica lei, così io imparo“.
Anche per Alaimo il primo re d’Italia è Vittorio Emanuele I, il quale, a dire dell’ex deputato, si incontrò a Teano con… “non me lo ricordo”. E Roma quando è diventata Capitale? Sempre più smarrito il povero Alaimo: “Novecento… eeehm… dunque, nel ’46 c’è stata la liberazione, nel ’44-45 c’è stata lalalalà…emhmm…no, no…nnnnon vorrei dire delle cose sballate“.
Su Garibaldi, invece, Alaimo manifesta maggior sicurezza: “Garibaldi è chiamato l’eroe dei due mondi, perchè praticamente erano due mondi diversi che venivano realizzati in un’unica struttura, diciamo, geografica e anche politica. I due mondi erano il nord e il sud d’Italia di allora“. In realtà, quell’appellativo a Garibaldi è motivato dalle sue imprese in America Latina e in Europa.
Secondo Formigoni (Pdl), presidente della Regione Lombardia, il 17 marzo non è successo nulla di particolare, è solo una data scelta per comodità dal governo nazionale.
Dello stesso parere è Cardiello (Pdl), che parla di “scelta condivisa” sulla data di festeggiamento del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia. E, con sorriso sornione, rivela di non sapere il significato del 17 marzo, ma è certo sul fatto che a Teano non ci sia stato nessun incontro. Alla domanda “Quale fu la prima capitale del Regno d’Italia” (Torino, dal 1861 al 1865), Cardiello risponde: “Il Regno delle Due Sicilie…era diverso…? Ehmm…c’è stata dopo…c’è stata nel ’45…nel 1945 la capitale è stata Salerno“.
Garibaldi, invece, è chiamato “eroe dei due mondi” con riferimento al Regno delle Due Sicile e al resto d’Italia. Alla fine della tragica intervista, implora Sabrina Nobile di rimandare l’interrogazione di una settimana, così ha il tempo di prepararsi, come si faceva a scuola. Sic!
Fabio Mussi (Sd), ex ministro dell’Istruzione, confessa di non sapere cosa sia avvenuto il 17 marzo. In realtà, non sa neppure chi sia stato il primo re d’Italia e, alla domanda della Nobile, reagisce polemicamente, scomodando la parola “interrogatorio” e fuggendo a gambe levate.
Tabula rasa anche per i deputati di Iniziativa Responsabile, Pippo Gianni, Vincenzo D’Anna e Vincenzo Taddei. Secondo il primo, “non proprio esattamente il 17 marzo si è insediato il primo Parlamento e il conte Benso di Cavour si è insediato come primo Presidente del Parlamento. E’ stato lui a fare questa operazione, che ci ha portato ad avere questo Paese“. In realtà, Cavour è stato il primo Presidente del Consiglio dell’Italia unita.
L’on. D’Anna non ricorda invece chi sia stato il primo Presidente del Consiglio, ma sulla data dell’unità d’Italia (17 marzo 1861) non ha dubbi: 1860. In questo anno “è avvenuta la liberazione di Roma con Porta Pia e Roma è diventata Capitale d’Italia“. Si tratta di un piccolo errore che abbraccia undici anni: Roma è stata nominata capitale d’Italia nel 1871. Allo scetticismo della Nobile, che chiede al deputato il motivo per cui nel 2011 si festeggiano i 150 anni dell’unità d’Italia, visto che quest’ultima è avvenuta nel 1860, D’Anna replica prontamente con una arzigogolata acrobazia matematica: “Anche se sono 151 anni, credo che il 1860 non si conti, perchè si va dal 1860 in poi, no?“.
Anche per l’on. Taddei l’unità d’Italia fu sancita nel 1860: “ci fu la programmazione della…della…del nostro primo, diciamo….capo dello Stato, che in quella fase era il re Vittorio Emanuele III“.
Gran finale con l’on. Daniele Marantelli (Pd) che, con smorfie teatrali e grottesche, fa finta che sia successo qualcosa. “Chiedo scusa, torno subito”. E fugge disperato dai microfoni di Sabrina Nobile.
Spettacolo amaro e tristanzuolo, ma che sicuramente rinfrancherà il padano salmonide Bossi geiar.