Rinviato a giudizio Salvatore Ligresti insieme ad altri sei imputati. Questa la decisione a Firenze del gup Anna Favi al termine dell’udienza preliminare sull’inchiesta per corruzione relativa alla trasformazione urbanistica dei terreni di Castello, a Firenze, di proprietà di Fondiaria Sai. Con Ligresti saranno processati anche gli ex assessori comunali di Firenze Gianni Biagi e Graziano Cioni più dirigenti di Fondiaria e professionisti. In tutto andranno a giudizio sette persone e tre società. Oltre alla corruzione, a vario titolo sono anche contestati i reati di concussione per Biagi e abuso d’ufficio.
Gli altri imputati del processo saranno i dirigenti di Fondiaria-Sai Fausto Rapisarda e Gualtiero Giombini, che per l’accusa sono i ‘privati corruttori’, per conto di Salvatore Ligresti, nei confronti degli ex assessori Biagi (urbanistica) e Cioni (sicurezza sociale), oltre all’architetto Marco Casamonti. Le società rinviate a giudizio sono la stessa Fondiaria-Sai più le società di progettazione Archea ed Europrogetti.
In base a una convenzione urbanistica del 2005 tra il Comune di Firenze e Castello, l’area di Castello dovrebbe contenere 80 ettari di parco pubblico, edifici pubblici per Regione Toscana e Provincia ma anche molte palazzine residenziali e commerciali. In questo ambito, ipotizza l’accusa, il gruppo di Fondiaria-Sai avrebbe ottenuto ‘ingiusti profitti’ in cambio di ‘utilità corruttive’ riconosciute agli ex assessori. Tra queste incarichi procurati da Biagi a Casamonti, ‘suggerito’ dall’ex assessore all’urbanistica a Ligresti per la realizzazione di progetti in quei terreni.
”Rimango ottimista, continuo a credere nella giustizia. Mi girano solo le scatole per i tempi lunghi, ma la giustizia in Italia funziona e sono sicuro che sarò assolto”, ha commentato Cioni. “Sono anche sicuro che vivrò maledettamente male questo tempo lungo”, ha detto anche l’ex assessore che ha assistito di persona all’udienza preliminare.
L’avvocato Pier Matteo Lucibello, difensore dell’ex assessore comunale di Firenze Gianni Biagi, ha accusato il gup di “essersi spaventato di fronte alla mole del fascicolo”, preferendo quindi “passare il testimone ai colleghi del dibattimento nonostante che dagli stessi atti di indagine e dalle indagini difensive eseguite dagli avvocati di Biagi e Casamonti sia emersa l’assoluta inesistenza di fatti di corruzione e di concussione”. Il processo si aprirà il 6 giugno 2011.