Peccato che “Silvio forever” il film di Roberto Faenza, sceneggiato da Rizzo e Stella, ma scritto al 90% dal protagonista, sia già nelle sale da venerdì scorso e non abbia potuto includere lo show del grande ritorno al palazzo di giustizia di Milano, a ben otto anni dalle indimenticabili “dichiarazioni spontanee” al processo Sme.
La rentrée giudiziaria merita da sola un bel sequel di questa rigorosa e documentatissima biografia-autobiografia non autorizzata di cui comunque la Rai ha ritenuto opportuno censurare il trailer, naturalmente per prevenire il rischio di molto improbabili, se non impossibili querele.
Prima di presentarsi davanti ai magistrati del processo Mediatrade, in cui è imputato insieme a Piersilvio e Fedele Confalonieri di frode fiscale e appropriazione indebita, reati che dal suo punto di vista di “più perseguitato della storia” e comparati a quelli di corruzione di testimone, concussione e prostituzione minorile, devono essere poco più di una contravvenzione per divieto di sosta, ha fatto una capatina a casa sua a Mattino 5 per rinfrescare gli orrori del comunismo sempre in agguato e delle toghe rosse che vogliono eliminarlo.
Davanti a palazzo di giustizia erano già schierati i fan sotto l’organizzazione vigile della Santanché inneggiante alla “forza della verità” e del coordinatore lombardo Marco Mantovani, il mobilitatore massimo, che si è limitato a un commento tra il lapidario e l’involontariamente criptico: “sta svolgendo la sua funzione di imputato a riprova dello stato della democrazia in questo paese”. Nelle quasi due ore trascorse all’interno sembra che si sia equamente distribuito tra strette di mano al pm Fabio De Pasquale, magistrato già all’indice come “famigerato” ed appartenente ad una “associazione a delinquere”; battute a una giovane avvocatessa che “forse vuole essere invitata al bunga bunga”; barzelletta piccante sul compagno di bunga bunga Emilio Fede nonché procacciatore di maggiorenni e minorenni, rinviato a giudizio insieme alla Minetti e Lele Mora per favoreggiamento e induzione alla prostituzione minorile e non.
Fuori intanto si sono radunati quasi duecento sostenitori, più o meno spontanei, mentre sul lato opposto ci sono quelli che impropriamente vengono definiti “antiberlusconiani” ma che sarebbe più corretto chiamare cittadini che difendono i principi della Costituzione e pretendono semplicemente che “il più perseguitato di tutti i tempi” si faccia processare, almeno una volta.
Tra le file dei fan e soprattutto delle fan in età, quelle che avevamo già visto inneggiare pochi giorni fa all’impavido Ghedini circola la convinzione che “l’Italia non è uno stato libero, è uno stato di polizia”. Ma gli attestati di fiducia non conoscono limiti: c’è chi dice con slancio “Io guardo il suo sorriso, la sua forza” e aggiunge “tutti hanno gli scheletri negli armadi” e chi rivendica “Io sono qui per difendere il mio voto… l’idea che questi pagliacci lo mettano sotto accusa mi indigna..”. All’uscita non poteva mancare un sintetico ma incisivo predellino accanto al gazebo con sfondo la tana del nemico per rassicurare i suoi che “tutto è andato bene”, per garantire che “la riforma della giustizia andrà avanti”, e per spiegare che per quanto riguarda Mediatrade, di cui ovviamente lui non si è mai occupato è tutto molto semplice: “bisogna adeguarsi alle leggi del mercato”. Assicurata la presenza a Mediatrade anche per i prossimi lunedì, mentre per Ruby la questione è molto diversa e i suoi legali non escludono, e dunque danno per scontato, che per il 6 aprile ricorrerà al legittimo impedimento.
Nel frattempo in Parlamento si lavora alacremente al processo breve con emendamenti che le opposizioni giudicano peggiorativi rispetto al ddl originale e alla responsabilità punitiva per i magistrati. I garanti dell’“operazione giustizia” sono sempre i mitici “responsabili” che lo scorso 23 marzo prima di prendere posto nella giunta per le autorizzazioni, che doveva deliberare sul conflitto di attribuzione per il processo Ruby, hanno aspettato di avere incassato il ministero dell’agricoltura per il loro “incensurato” Saverio Romano. E d’altronde il loro capogruppo Sardelli non si indigna nemmeno tanto se li si definisce un po’ famelici e in cambio di un numero imprecisato di vice ministri che pretende senza giri di parole non si fa minimamente scrupolo, nel giorno del predellino al palazzo di giustizia, di lanciare uno slogan che offusca anche le tifose di Silvio: “E’ ora che la magistratura tiri via le unghie dal paese”.
Daniela Gaudenzi
Esperta di giustizia, blogger
Giustizia & Impunità - 29 Marzo 2011
Berlusconi show forever
Peccato che “Silvio forever” il film di Roberto Faenza, sceneggiato da Rizzo e Stella, ma scritto al 90% dal protagonista, sia già nelle sale da venerdì scorso e non abbia potuto includere lo show del grande ritorno al palazzo di giustizia di Milano, a ben otto anni dalle indimenticabili “dichiarazioni spontanee” al processo Sme.
La rentrée giudiziaria merita da sola un bel sequel di questa rigorosa e documentatissima biografia-autobiografia non autorizzata di cui comunque la Rai ha ritenuto opportuno censurare il trailer, naturalmente per prevenire il rischio di molto improbabili, se non impossibili querele.
Prima di presentarsi davanti ai magistrati del processo Mediatrade, in cui è imputato insieme a Piersilvio e Fedele Confalonieri di frode fiscale e appropriazione indebita, reati che dal suo punto di vista di “più perseguitato della storia” e comparati a quelli di corruzione di testimone, concussione e prostituzione minorile, devono essere poco più di una contravvenzione per divieto di sosta, ha fatto una capatina a casa sua a Mattino 5 per rinfrescare gli orrori del comunismo sempre in agguato e delle toghe rosse che vogliono eliminarlo.
Davanti a palazzo di giustizia erano già schierati i fan sotto l’organizzazione vigile della Santanché inneggiante alla “forza della verità” e del coordinatore lombardo Marco Mantovani, il mobilitatore massimo, che si è limitato a un commento tra il lapidario e l’involontariamente criptico: “sta svolgendo la sua funzione di imputato a riprova dello stato della democrazia in questo paese”. Nelle quasi due ore trascorse all’interno sembra che si sia equamente distribuito tra strette di mano al pm Fabio De Pasquale, magistrato già all’indice come “famigerato” ed appartenente ad una “associazione a delinquere”; battute a una giovane avvocatessa che “forse vuole essere invitata al bunga bunga”; barzelletta piccante sul compagno di bunga bunga Emilio Fede nonché procacciatore di maggiorenni e minorenni, rinviato a giudizio insieme alla Minetti e Lele Mora per favoreggiamento e induzione alla prostituzione minorile e non.
Fuori intanto si sono radunati quasi duecento sostenitori, più o meno spontanei, mentre sul lato opposto ci sono quelli che impropriamente vengono definiti “antiberlusconiani” ma che sarebbe più corretto chiamare cittadini che difendono i principi della Costituzione e pretendono semplicemente che “il più perseguitato di tutti i tempi” si faccia processare, almeno una volta.
Tra le file dei fan e soprattutto delle fan in età, quelle che avevamo già visto inneggiare pochi giorni fa all’impavido Ghedini circola la convinzione che “l’Italia non è uno stato libero, è uno stato di polizia”. Ma gli attestati di fiducia non conoscono limiti: c’è chi dice con slancio “Io guardo il suo sorriso, la sua forza” e aggiunge “tutti hanno gli scheletri negli armadi” e chi rivendica “Io sono qui per difendere il mio voto… l’idea che questi pagliacci lo mettano sotto accusa mi indigna..”. All’uscita non poteva mancare un sintetico ma incisivo predellino accanto al gazebo con sfondo la tana del nemico per rassicurare i suoi che “tutto è andato bene”, per garantire che “la riforma della giustizia andrà avanti”, e per spiegare che per quanto riguarda Mediatrade, di cui ovviamente lui non si è mai occupato è tutto molto semplice: “bisogna adeguarsi alle leggi del mercato”. Assicurata la presenza a Mediatrade anche per i prossimi lunedì, mentre per Ruby la questione è molto diversa e i suoi legali non escludono, e dunque danno per scontato, che per il 6 aprile ricorrerà al legittimo impedimento.
Nel frattempo in Parlamento si lavora alacremente al processo breve con emendamenti che le opposizioni giudicano peggiorativi rispetto al ddl originale e alla responsabilità punitiva per i magistrati. I garanti dell’“operazione giustizia” sono sempre i mitici “responsabili” che lo scorso 23 marzo prima di prendere posto nella giunta per le autorizzazioni, che doveva deliberare sul conflitto di attribuzione per il processo Ruby, hanno aspettato di avere incassato il ministero dell’agricoltura per il loro “incensurato” Saverio Romano. E d’altronde il loro capogruppo Sardelli non si indigna nemmeno tanto se li si definisce un po’ famelici e in cambio di un numero imprecisato di vice ministri che pretende senza giri di parole non si fa minimamente scrupolo, nel giorno del predellino al palazzo di giustizia, di lanciare uno slogan che offusca anche le tifose di Silvio: “E’ ora che la magistratura tiri via le unghie dal paese”.
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Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Le parole di Meloni sull’Ucraina sono state nette e chiare in un contesto molto difficile. Le va riconosciuto". Così il segretario di Azione, Carlo Calenda, da Odessa.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Amiamo le nostre nazioni. Vogliamo confini sicuri. Preserviamo aziende e cittadini dalla follia della sinistra verde. Difendiamo la famiglia e la vita. Lottiamo contro il wokeismo. Proteggiamo il nostro sacro diritto alla fede e alla libertà di parola. E siamo dalla parte del buon senso. Quindi, in definitiva, la nostra lotta è dura. Ma la scelta è semplice. Ci arrenderemo al declino o combatteremo per invertirlo?". Lo ha detto Giorgia Meloni al Cpac.
"Lasceremo che la nostra civiltà svanisca? O ci alzeremo e la difenderemo? Lasceremo ai nostri figli un mondo più debole o più forte? Vorremo che le nuove generazioni si vergognino delle loro radici? O recupereremo la consapevolezza e l'orgoglio di chi siamo e glielo insegneremo? Ho fatto la mia scelta molto tempo fa e combatto ogni giorno per onorarla. E so che non sono solo in questa battaglia, che siete tutti al mio fianco, che siamo tutti uniti. E credetemi, questo fa tutta la differenza", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Quando la libertà è a rischio, l'unica cosa che puoi fare è metterla nelle mani più sagge. Ecco perché i conservatori continuano a crescere e stanno diventando sempre più influenti nella politica europea. Ed ecco perché la sinistra è nervosa. E con la vittoria di Trump, la loro irritazione si è trasformata in isteria". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
"Non solo perché i conservatori stanno vincendo, ma perché ora i conservatori stanno collaborando a livello globale. Quando Bill Clinton e Tony Blair crearono una rete liberale di sinistra globale negli anni '90, furono definiti statisti. Oggi, quando Trump, Meloni, Milei o forse Modi parlano, vengono definiti una minaccia per la democrazia. Questo è il doppio standard della sinistra, ma ci siamo abituati. E la buona notizia è che le persone non credono più alle loro bugie".
"Nonostante tutto il fango che ci gettano addosso. I cittadini continuano a votarci semplicemente perché le persone non sono ingenue come le considera l'ultimo. Votano per noi perché difendiamo la libertà", ha ribadito.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La sinistra radicale vuole cancellare la nostra storia, minare la nostra identità, dividerci per nazionalità, per genere, per ideologia. Ma non saremo divisi perché siamo forti solo quando siamo insieme. E se l'Occidente non può esistere senza l'America, o meglio le Americhe, pensando ai tanti patrioti che lottano per la libertà in America Centrale e Meridionale, allora non può esistere nemmeno senza l'Europa". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Il Cpac ha capito prima di molti altri che la battaglia politica e culturale per i valori conservatori non è solo una battaglia americana, è una battaglia occidentale. Perché, amici miei, credo ancora nell'Occidente non solo come spazio geografico, ma come civiltà. Una civiltà nata dalla fusione di filosofia greca, diritto romano e valori cristiani. Una civiltà costruita e difesa nei secoli attraverso il genio, l'energia e i sacrifici di molti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla conferenza dei conservatori a Washington.
"La mia domanda per voi è: questa civiltà può ancora difendere i principi e i valori che la definiscono? Può ancora essere orgogliosa di sé stessa e consapevole del suo ruolo? Penso di sì. Quindi dobbiamo dirlo forte e chiaro a coloro che attaccano l'Occidente dall'esterno e a coloro che lo sabotano dall'interno con il virus della cultura della cancellazione e dell'ideologia woke. Dobbiamo dire loro che non ci vergogneremo mai di chi siamo", ha scandito.
"Affermiamo la nostra identità. Affermiamo la nostra identità e lavoriamo per rafforzarla. Perché senza un'identità radicata, non possiamo essere di nuovo grandi", ha concluso la Meloni.
(Adnkronos) - "Il nostro governo - ha detto Meloni - sta lavorando instancabilmente per ripristinare il legittimo posto dell'Italia sulla scena internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e rivendicando il nostro ruolo di leader globale".
"Puntiamo a costruire un'Italia che stupisca ancora una volta il mondo. Lasciate che ve lo dica, lo stiamo dimostrando. La macchina della propaganda mainstream prevedeva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, cancellandola dalla mappa del mondo, allontanando gli investitori e sopprimendo le libertà fondamentali. Si sbagliavano", ha rivendicato ancora la premier.
"La loro narrazione era falsa. La realtà è che l'Italia sta prosperando. L'occupazione è a livelli record, la nostra economia sta crescendo, la nostra politica fiscale è tornata in carreggiata e il flusso di immigrazione illegale è diminuito del 60% nell'ultimo anno. E, cosa più importante, stiamo espandendo la libertà in ogni aspetto della vita degli italiani", ha concluso.