A novembre del 2008, in un’intervista al Corriere, Massimo Varazzani aveva dichiarato che la politica deve stare fuori dall’amministrazione delle società pubbliche. Ma sembra proprio che sia la politica a volere lui a tutti i costi dentro alle società pubbliche, chiudendo un occhio su regolamenti e leggi, oltre che apportare modifiche per ritoccare il suo stipendio.
Sulla figura di Massimo Varazzani e sul suo duplice ruolo, commissario straordinario per il rientro del debito del Comune di Roma e anche presidente di Stt holding, partecipata parmigiana anch’essa ricoperta dai debiti e sotto inchiesta, il mistero continua. Non solo le due cariche sarebbero incompatibili tra loro, come prevede la legge Frattini del 2004 in cui si afferma che chi svolge incarichi come commissario straordinario di governo non possa ricoprire incarichi all’interno di enti pubblici. Ma anche la validità della sua nomina romana è in discussione, nonostante continui ad operare senza porsi molti problemi.
Per quanto riguarda l’incompatibilità delle due cariche, i Radicali italiani hanno presentato un esposto all’antitrust, su cui si dovrebbe ricevere una risposta nell’arco di qualche altra settimana. “La prossima settimana invieremo un sollecito per ricevere una risposta”, spiega Mario Staderini, segretario nazionale dei Radicali.
Per quanto riguarda la sua nomina a commissario straordinario per il Comune di Roma, invece, si è già espresso il Tar e il consiglio di Stato. Ma Massimo Varazzani continua a rimanere ancorato alla poltrona: “La nomina al comune di Roma è già stata annullata dal Tar a febbraio 2010 su ricorso dell’ex commissario straordinario Domenico Oriani – prosegue Staderini -. L’avvocatura di Stato ha fatto ricorso, ma il consiglio di Stato ha bocciato la richiesta del governo di sospendere gli effetti della sentenza del Tar. Lui però continua ad esserci, anche se a Roma è tutto bloccato, in attesa di capire che succederà”. Ma lo stipendio, continua ad arrivare. E non si sa nemmeno in che quantità. Al calderone infatti bisogna aggiungere anche che Varazzani riceve uno stipendio non identificato: “Per l’operazione trasparenza sono noti tutti gli stipendi tranne il suo – prosegue Staderini -. A Roma è stato determinato da una norma speciale contenuta nel Milleproroghe, che ha innalzato il potere di spesa per le assunzioni da 200mila euro a 2milioni di euro. Si specifica solamente che il suo stipendio non deve superare la somma dello stipendio di tutti i dipendenti: ovvero 600mila euro. A Parma, invece, nel sito internet del Comune in cui ci sono tutti i dati delle partecipate, si legge lo stipendio di tutti gli amministratori, tranne il suo”.
E l’ufficio stampa afferma che ci deve essere un errore, che lo stipendio sarà reso pubblico al più presto. Una situazione troppo torbida, alla quale i radicali vogliono mettere fine: “Deve scegliere che cosa vuole fare, sempre che non lo obblighi l’antitrust”.
Aldilà della compatibilità legale delle due nomine, comunque, gli impegni sono ingenti: non solo Varazzani si deve occupare di risanare un debito di 12 miliardi di euro per il Comune di Roma, per il rientro del debito del municipio della capitale. Ma si deve occupare anche di Stt, società per la trasformazione del territorio, ovvero partecipata del Comune di Parma che raggruppa sei altre società addette ai lavori di urbanistica. Il tutto con un presidente dimissionario, Andrea Costa, sotto inchiesta per consulenze ingiustificate e la finanza molto attenda ai libri contabili. Si può quindi chiamare Varazzani ‘mister buco’, vista la sua esperienza con il risanamento dei debiti e la sua lunga esperienza come manager pubblico, ricoprendo numerosi incarichi di prestigio anche nel campo bancario. Cinquantanove anni, avvocato parmigiano, è sposato, ha due figlie. Da aprile è commissario straordinario del governo per il piano di rientro di Roma, mentre da novembre 2008 è stato l’amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti spa e, prima ancora, membro dell’organismo di vigilanza di Cassa depositi e prestiti. La sua carriera nasce nel gruppo bancario Imi.
Nel marzo del 2002 viene designato dal Ministro per l’economia e le finanze amministratore unico dell’Enav (Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo). Dal luglio 2003 al gennaio 2005 è amministratore delegato di Ferservizi, società del gruppo Ferrovie dello Stato, per poi tornare a Sanpaolo Imi dal 2005 al 2007, come amministratore delegato di Sanpaolo Imi Fondi chiusi Sgr, presidente e ad di Sanpaolo Imi Investimenti per lo sviluppo Sgr e amministratore delegato di Imi Investimenti spa. E’ stato infine consigliere di amministrazione di Infragruppo e Infracom, importante gruppo operante in ambito informatico (dall’aprile 2005 al settembre 2008), e consigliere di amministrazione in Azimut – Benetti, leader mondiale nella produzione di mega-yacht, dal giugno 2005 al giugno 2008.