Montecitorio non è più quello di una volta. Dov’è finita l’isola dell’amore in cui ci si poteva scambiare bigliettini galanti tra una legge ad personam e l’altra e dove persino un Italo Bocchino qualunque poteva assaporare le gioie di un presidente del Consiglio?
In questi giorni a Montecitorio è successo di tutto: se non fosse per le fedine penali dei parlamentari sembrerebbero scene di una scuola materna. La Russa ha prima mandato Fini a quel paese e per tutta risposta si è beccato un “fatti curare” rinforzato, secondo alcune testimonianze, da un bel “cocainomane”, poi è stato pesantemente contestato fuori dal palazzo da una folla di cittadini imbizzarriti che gliene ha dette di tutti i colori; erano così arrabbiati che sono arrivati a tirargli le monetine che avevano messo da parte per contestare qualche politico vero.
Un deputato leghista ha rivolto pesanti insulti ad una parlamentare disabile del Pd, insulti che hanno interessato la sua disabilità. Poi ha smesso di offenderla per il Pd e ha iniziato a prenderla in giro per la carrozzella. Alfano ha lanciato verso i banchi dell’Idv il suo tesserino da parlamentare con tanta forza che gli si sono staccati i fili dai gomiti.
E per chiudere in bellezza un deputato del Pdl ha tirato sulla testa di Fini un giornale. A dirla tutta non è detto che sia stato un gesto ostile verso il presidente della Camera, magari era solo la frustrazione per non essere in grado di leggere parole troppo difficili come “cammello” o “pedale
Ad ogni modo, questi episodi sono stati di una gravità tale che persino Napolitano se n’è accorto, tanto da convocare nel suo ufficio i vari capigruppo. Certo, Pertini sarebbe entrato in aula con i bersaglieri e avrebbe appeso La Russa ad un attaccapanni (e non per il bavero della giacca), ma per Napolitano è già un bel passo avanti.
Visto il caos di questi giorni e le conseguenti proteste dei residenti, Berlusconi si recherà nelle prossime ore a Montecitorio promettendo che in 48 ore tutti i parlamentari saranno caricati su navi militari e smistati in vari centri di accoglienza assicurando che nonostante ciò la settimana prossima i numeri della maggioranza aumenteranno: “Martedì saremo almeno 330, ma non prima perché i nuovi libretti degli assegni mi arriveranno solo lunedì”.
Berlusconi ha seguito la bagarre da lontano preferendo un luogo meno caotico, Lampedusa, dove ha comprato una villa al prezzo di due milioni di euro o, per dirla alla sua maniera, al prezzo di un ministro e due sottosegretari. Il premier ha promesso di risolvere i problemi dell’isola in poche ore come ha fatto a Napoli e a L’Aquila: mandando sul posto una troupe del Tg1.
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