Sette volte presidente del consiglio. Più di mezzo secolo da protagonista della vita politica italiana. Tanti soprannomi. E tanti segreti. Ma una certezza: “Andreotti non è stato assolto”. Così recita il sottotitolo de “L’innocenza di Giulio”, il nuovo spettacolo dell’attore-autore Giulio Cavalli, in prima nazionale questa sera al Teatro della Cooperativa di Milano.
Andreotti si è salvato grazie alla prescrizione. Ma la storia, secondo Cavalli, dice che l’ex leader della Dc si è seduto al tavolo della mafia. E questo va spiegato. Anche con il teatro. In uno spettacolo-monologo in cui testimonianze, deposizioni e lettura degli atti giudiziari si alternano per raccontare il processo per mafia che ha coinvolto una delle figure politiche più controverse della politica italiana. Cavalli, a un certo punto, si farà lui stesso Andreotti. E a mani giunte e Bibbia in mano citerà alcune delle dichiarazioni da lui rese nel corso del dibattimento.
Milanese di 36 anni, Cavalli torna sul palco dopo “Linate, 8 ottobre 2001: la strage”, “A cento passi dal Duomo” e “Do ut des”, uno spettacolo del 2008 sui riti mafiosi che gli è costato le minacce dalle cosche e la necessità di vivere sotto scorta. Il suo è un teatro civile che si mischia con l’inchiesta giornalistica e con la politica. E alla politica Cavalli ci si è dedicato in prima persona da quando un anno fa è stato eletto consigliere regionale della Lombardia nella lista dell’Idv. Per lo spettacolo che debutta stasera, Cavalli si è avvalso della collaborazione di Renato Sarti, regista. Mentre le musiche che accompagnano il monologo sono di Stefano “Cisco” Bellotti, ex leader dei Modena City Ramblers. Il testo è stato scritto dall’attore-autore insieme a Carlo Lucarelli e a Giancarlo Caselli. L’attuale procuratore di Torino, che all’epoca istruì il processo contro Andreotti, parteciperà alla prima con un breve intervento dal palco per rinfrescare la memoria del pubblico su come sono andate davvero le cose.
Con la carriera del Belzebù della politica italiana si incrociano vicende che, secondo Cavalli, non sono poi così diverse da quelle di più stretta attualità. E i personaggi di allora sono simili a quelli di oggi. “Come i Salvo, imprenditori rispettati di giorno, mafiosi di notte – spiega l’attore -. O come Michele Sindona, un uomo della finanza che tentò scalate senza avere soldi veri”. In scena stasera poi c’è la storia di quei politici che porgono la guancia alla criminalità organizzata. O che con i criminali stringono patti. Allora come oggi.