Il presidente di Generali Cesare Geronzi si è dimesso durante la riunioni separate che hanno preceduto il cda della compagnia. Alcuni consiglieri hanno manifestato la loro intenzione di presentare una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Pronti a firmare la mozione di sfiducia anche Alberto Nagel, ad di Mediobanca (principale azionista con il 14%), e Francesco Saverio Vinci, direttore generale della banca. Di fronte alla discesa in campo della maggioranza dei consiglieri (sembra 10 su 17), Geronzi ne ha tratto le conseguenze e ha deciso il passo indietro. Ci sarebbero state forti pressioni anche per far dimettere il vice presidente Vincent Ballorè. La carica di presidente sarà probabilmente assunta ad interim dal vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone. Dopo le dimissioni di Geronzi, il titolo di Generali in borsa è salito del 4,52%.
Ex banchiere di Capitalia, Geronzi lascia il vertice di Generali a un anno dall’insediamento. Il cda straordinario di oggi è stato convocato proprio per fare il punto sulla governance, dopo due mesi di battaglie tra i consiglieri di amministrazione, dopo l’attacco di Diego Della Valle che ha definito Geronzi e Giovanni Bazoli “arzilli vecchietti” e dopo le dichiarazioni di Vincent Bollorè che ha criticato fortemente l’operazione nei paesi dell’est.
A decidere per la convocazione del cda è stato lo stesso Geronzi, su pressione di otto consiglieri, tra cui Diego Della Valle. Al di fuori degli otto ‘dissidenti’, tra le posizioni più significative all’interno di Generali, oltre a quella di Geronzi, c’è quella del group Ceo Giovanni Perissinotto, che fino a pochi giorni fa era intenzionato a portare al cda la scelta di un esposto Consob sulle dichiarazioni di Bollorè e del consigliere di Mediobanca Tarak Ben Ammar. Bollorè è l’uomo che ha dato il primo vero strappo sulle Generali, sollevando la ‘campagna’ sugli accordi con Ppf, dando battaglia nel consiglio del 16 sui conti e finendo quindi, isolato dal resto del board, per astenersi sul voto sul bilancio. In tutto questo, Mediobanca, azionista di maggioranza relativa, da tempo sposa la linea di favorire scelte che permettano di valorizzare meglio la compagnia. In tutto questo, una posizione decisiva potrebbe averla Caltagirone, difficilmente ascrivibile a qualcuno degli schieramenti in campo, ma sicuramente socio molto attento a tutta la vicenda.
La prima a commentare le dimissioni di Geronzi è stata Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria: “Non me l’aspettavo. In questa situazione la cosa importante è gestire bene e tutelare Generali, l’azienda a maggiore capitalizzazione italiana”.