Si rompe il silenzio sulle responsabilità del rapimento e l’uccisione del cooperante italiano Vittorio Arrigoni. Fonti di uno dei gruppi ultra integralisti salafiti della Striscia di Gaza hanno ammesso la responsabilità di una loro cellula “fuori controllo”. Il ministero dell’Interno di Gaza, intanto, ha annunciato l’arresto di “due esecutori” dell’omicidio. E’ quanto si legge sul sito Palestine.info, vicino ad Hamas. Subito dopo l’annuncio della morte di Arrigoni, Hamas aveva annunciato l’arresto di due persone, senza precisare che fossero gli esecutori materiali dell’omicidio.
L’AMMISSIONE DEI SALAFITI – “E’ stata una iniziativa incomprensibile, compiuta da una cellula impazzita, fuori controllo, e che contrasta con l’insegnamento dell’Islam e i nostri interessi”, hanno detto le fonti, confermando che stanno continuando a eseguire controlli e retate a tappeto. Parlando del caso Arrigoni, alcuni esponenti di Hamas (che ha il governo di fatto sulla Striscia) non hanno mancato di richiamarsi nelle ultime ore alla retorica anti-israeliana, accusando gli assassini di “fare il gioco del nemico sionista”. In termini concreti, però, la pista dei gruppi salafiti -che contestano lo stesso Hamas da posizioni ancor più radicali- è stata indicata chiaramente a più riprese dietro il delitto, anche se la linea ufficiale ridimensiona il loro peso a quello di “degenerati” ed “elementi isolati”.