Sul ‘caso Lassini‘ in serata interviene anche il premier con un’assoluzione politica. Ufficialmente, infatti, i manifesti che accomunano i pm ai brigatisti vanno condannati e il responsabile, Roberto Lassini, deve dimettersi. Ma, in privato, Silvio Berlusconi non nasconde con alcuni interlocutori che l’iniziativa è politicamente giusta, perché va al nocciolo della questione, e cioé ci sono magistrati e, in particolare, pubblici ministeri, che fanno della giustizia un uso improprio, sono politicizzati e hanno come unico scopo quello di fare fuori il premier stesso.

Berlusconi pare inoltre riconoscersi anche personalmente in una vicenda giudiziaria come quella di Lassini. Riferiscono fonti parlamentari del Pdl che il premier non avrebbe accolto positivamente l’affissione dei manifesti sui muri di Milano, proprio a ridosso di un voto considerato delicato e che potrebbe assumere una valenza nazionale. Ma, nei suoi ragionamenti, il capo del Governo avrebbe condiviso il senso di quei manifesti, ossia la denuncia di procure che non risparmiano colpi al governo e al presidente del Consiglio, e che sono pronte a ricorrere all’arma giudiziaria pur di raggiungere il loro obiettivo.

Del resto, viene fatto osservare dalle stesse fonti, è stato lo stesso premier, una decina di giorni fa, in una riunione, a denunciare il “brigatismo giudiziario” messo in atto nei suoi confronti da parte di una certa magistratura. Non parole pronunciate pubblicamente, ma mai nemmeno smentite. Frutto di un ragionamento non nuovo da parte del premier: l’azione di certi magistrati è politica, mira a far cadere il governo, sovvertendo così la volontà popolare. Vogliono solo infangarmi e delegittimarmi, è il ragionamento più volte espresso dal Cavaliere in pubblico e in privato. E quei manifesti di Milano, dunque, vanno al nocciolo di quella che Berlusconi considera la vera questione: per questo devo difendermi – e’ il refrain – non posso lasciare il Paese in mano ai comunisti e a certi pm.

Smentisce il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. Il portavoce del premier fa sapere in una nota che “il presidente Berlusconi non ha commentato oggi la vicenda dei manifesti di Milano e tantomeno ha pronunciato il commento che gli viene attribuito”.

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