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Dalla tragedia delle Br alla farsa di Berlusconi

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Sembrano così lontani gli anni Settanta! Le Br: una sigla d’altri tempi. Un’astrazione. Un insulto sanguinoso. Via le Br dalle Procure. Il braccio armato dell’agonizzante Berlusconi, mena colpi a casaccio. Gli tornano addosso come boomerang. Ma non importa. Si ritratta, si minimizza.

Il presidente della Repubblica sbotta. Lui, che finchè può tace, questa volta parla. Stigmatizza, rimette in asse quest’ennesimo scivolamento verso il basso. L’odio, la capacità di fomentarlo. La fissazione paranoide che continua a snidare comunisti, a segnalare ombre di rosso. Come se fosse il “rosso” il problema. E non una classe dirigente che continua, con insistenza, a delinquere.

Io me li ricordo, gli anni Settanta. C’ero. C’ero quando i brigatisti arrestati minacciavano avvocati e magistrati. “Siamo prigionieri politici”. “Non riconosciamo la giustizia borghese”. O del capitalismo. O del Sistema. Non accettavano di essere giudicati. Minacciavano di morte tutti. Avvocati, magistrati, i giurati della giuria popolare. I giurati mandavano falsi certificati medici, rifiutavano di comparire in aula, si scansavano. Magistrati, avvocati, cittadini, certe volte resistevano, talvolta rinunciavano. Se resistevano rischiavano la vita. Molti sono stati uccisi. Avevano figli, mogli, affetti. Avevano una vita da vivere.

I Brigatisti erano assassini. Ci ho messo un bel po’ di anni a capirlo. All’inizio, quando ero molto giovane, mi limitavo a disapprovarli. Non ero d’accordo sui metodi. Mai stata violenta, io. Ma condividevo il fine: cambiare la società, smontare una classe politica. La Democrazia cristiana, ma anche l’opposizione comunista, rea di bilanciare e forse far sopravvivere l’odiato sistema.

Gli anni Settanta sono stati anni di tragedia. Questo secondo decennio del nuovo millennio sta sprofondando nella commedia.  Una farsa fiacca ma penosa. L’ex ministro della Giustizia Castelli ha detto, nella trasmissione di Lucia Annunziata: “La Cassazione può dire anche ‘cassate’”. Il povero magistrato Spataro lo guardava smarrito. Ho spento la televisione.

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