“Dopo le dichiarazioni di Berlusconi, Gheddafi ci riempirà di clandestini”. Non è positivo il giudizio del leader della Lega, Umberto Bossi, sulle dichiarazioni rese dal presidente del Consiglio durante il vertice intergovernativo di questa mattina a Villa Madama con il presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy. Chiuse a fatica le polemiche con il vicino d’oltralpe sulla gestione dei migranti – con la decisione di rivedere il trattato di Schengen per i cittadini tunisini -, si apre così per Berlusconi uno scontro tutto interno alla maggioranza. A non piacere a Bossi è stata soprattutto la decisione del governo italiano – o almeno di una parte – di avere un ruolo attivo nelle operazioni militari in Libia. “Non sono d’accordo sui bombardamenti. – ha detto Bossi – E dobbiamo pensare, oltretutto, che se andiamo a bombardare poi ci toccherebbe pure ricostruire”. A nulla sono servite le spiegazioni di Berlusconi durante il vertice, che ha sottolineato come quelli italiani saranno “inteventi con razzi di estrema precisione su singoli obiettivi militari, dove si possa eslcudere con certezza la possibilità di danni alla popolazione civile”. Una decisione che ha invece trovato completamente d’accordo il presidente Sarkozy, tra i primi a spingere per un forte intervento in Libia. “Ma non è dicendo sempre di sì che si acquisisce peso internazionale – ha continuato Bossi – Ormai siamo diventati una colonia francese”. Se quindi da un lato per Berlusconi il vertice di oggi è stato “un incontro molto positivo”, non la pensano così i suoi alleati. E più freddo è stato anche lo stesso Sarkozy, che ha ammesso: “Tra Italia e Francia ci sono delle tensioni, non ha importanza sapere di chi è la colpa, ma non hanno motivo di esistere”. Un passaggio dell’incontro tra i due leader è stato dedicato anche alla Siria, nuovo fronte caldo di proteste anti-regime. “Siamo molto preoccupati per gli sviluppi e le numerose vittime. – ha dichiarato Berlusconi – Facciamo un appello forte alle autorità di Damasco affinché diano un seguito concreto e immediato alle riforme annunciate”.
Il coinvolgimento in Libia. Durante il vertice, Berlusconi e Sarkozy hanno discusso al telefono con il leader del Comitato nazionale transitorio di Bengasi, Mustafa Jalil, per fare il punto della situazione. Entrambi i leader hanno ribadito ancora una volta la necessità di un appoggio internazionale al Cnt e di un passo indietro di Muammar Gheddafi. Jalil ha ringraziato l’Italia per la decisione di utilizzare i propri veivoli in azioni militari in Libia. Scelta del tutto condivisa anche dal presidente francese che, sin dai primi momenti delle operazioni, aveva richiesto un maggiore coinvolgimento. Una decisione difficile, ha dichiarato Berlusconi, “per il passato coloniale e per i trattati di amicizia siglati con il popolo libico, ma riteniamo che del nostro intervento ci sia bisogno”. Anche perché, ha specificato il premier italiano, era stato richiesto dalla Nato e dagli Stati Uniti. Nessun problema con i vertici della Lega, secondo Berlusconi, nonostante il Carroccio si sia opposto con fermezza. “Ci siamo già sentiti – ha spiegato il premier – e li richiamerò anche tra poco per spiegare la questione”. Ma il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, insiste: “La Lega Nord è contraria alla guerra. Questa è la posizione che porteremo con Umberto Bossi al prossimo Consiglio dei Ministri”. Parole confermate dal leader del Carroccio, che ha aggiunto: ”Le guerre non si fanno e comunque non si annunciano così”. “Gli americani se vogliono bombardare facciano loro – ha concluso Bossi – E dobbiamo pensare, oltretutto, che se andiamo a bombardare poi ci toccherebbe pure ricostruire”. Ma la Lega si baserebbe “su informazioni complete”, secondo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Che domani riferirà insieme al ministro degli Esteri, Franco Frattini, davanti alle commissioni riunite Esteri-Difesa di Camera e Senato.
Dichiarazione congiunta sul tema immigrazione. I due leader hanno firmato una dichiarazione congiunta su Libia e Nord Africa, con la richiesta alla Ue di una maggiore cooperazione – anche sul piano degli investimenti – con i paesi della sponda sud del Mediterraneo. Durante il vertice, inoltre, è stata decisa la nomina di due stretti collaboratori di Berlusconi e Sarkozy, che si occuperanno di “affrontare il tema immigrazione, sviluppando i trattati già esistenti”, ha spiegato il premier italiano. Che ha voluto anche porre fine alle polemiche di questi giorni con la Francia a proposito dei permessi temporanei ai migranti tunisini. “Non hanno diritto all’asilo, è un’immigrazione economica, non dovuta a nessuna guerra”, specificava l’Eliseo. Oggi, Berlusconi ha dato pubblicamente ragione al collega francese, riconoscendo lo sforzo della Francia “superiore cinque volte a quello italiano”. “Nessuna accusa quindi”, ha chiarito. Insieme alla dichiarazione congiunta, i due leader hanno firmato una lettera, indirizzata al presidente dell’Unione europea, Herman Van Rompuy, e al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, con alcune proposte di modifica provvisoria del trattato di Schengen, in situazioni eccezionali, e la richiesta di potenziamento dell’agenzia Frontex, il sistema di pattugliamento europeo delle frontiere esterne. “E’ necessaria la solidarietà di tutti i Paesi della Ue”, ha concluso Berlusconi. Appena ricevuta la lettera, Rompuy ha assicurato che i temi espressi dai due leader verranno trattati nel prossimo vertice Ue del 24 giugno a Bruxelles. Il portavoce della Commissione europea, Olivier Bailly, ha anche commentato nel merito dei contenuti, dichiarando che il testo “globalmente, va nella nostra direzione”. Si tratterebbe quindi di “una buona notizia”.
Lactalis-Parmalat, sì a gruppi italo-francesi. “Crediamo nel futuro dei gruppi europei, l’abbiamo sempre detto”, ha spiegato il presidente francese riguardo al capitolo economico dell’incontro. Che, proprio stamattina, ha visto scendere in campo il gruppo d’oltralpe Lactalis con l’opa lanciata per l’acquisto del gruppo italiano Parmalat. Una proposta “non ostile”, ha spiegato Berlusconi, che pure ha ammesso quanto sia singolare che l’iniziativa sia arrivata proprio questa mattina, data dell’appuntamento tra i due Paesi. La strada che Italia e Francia intendono percorrere, nel caso Lactalis-Parmalat e più in generale, è quella di una co-partecipazione. Per raggiungerla, secondo Sarkozy, è naturale “un periodo di tensione, per mettersi d’accordo”. “Voi avete le piccole e medie imprese, noi i grandi gruppi. – ha continuato il presidente – Non c’è bisogno di farci la guerra”. Massima disponibilità da parte della Francia, invece, ad appoggiare la candidatura di Mario Draghi alla presidenza della Banca centrale europea. Il presidente Sarkozy si è detto “molto felice” di sostenere la figura di Draghi, “perché è una persona di grande qualità, e in più é italiano”.