Rieccoli, i condannati. Occupano le istituzioni. Vanno a sedersi nel consiglio regionale della Campania. Sono pronti a legiferare per noi. Con un decreto a firma del premier Silvio Berlusconi, si è infatti conclusa la sospensione dalla carica di due eletti alle regionali del marzo 2010, entrambi in forza al centrodestra del Governatore Stefano Caldoro. Si tratta di Roberto Conte, condannato nel 2009 in primo grado a due anni e otto mesi per concorso esterno in associazione camorristica per una storiaccia di voto di scambio alle regionali del 2000 col clan Misso, e di Alberico Gambino, condannato sia in primo grado che in appello per peculato. L’ultima sentenza gli ha inflitto una pena di un anno, cinque mesi e dieci giorni: deve rispondere di una disinvolta gestione della carta di credito del Comune di Pagani (Salerno), di cui Gambino era (ed è) sindaco.
Giovedì la giunta per le elezioni del parlamentino dovrebbe riunirsi per decidere sul reintegro di Conte e Gambino, sospesi in conseguenza di condanne non definitive, come stabilito dal decreto legislativo 267/2000 sull’ordinamento degli enti locali. L’esito è scontato: la giunta e l’Aula non potranno far altro che prendere atto del decreto di Berlusconi. “Una cambiale elettorale” secondo il Pd. Perché il segnale che arriva da Palazzo Chigi è dirompente, e fa riflettere la tempistica del decreto. I termini della sospensione di Conte e Gambino erano scaduti da tempo. Berlusconi poteva agire prima, oppure aspettare il voto delle amministrative, o l’esito di una diffida della consigliera Pdl subentrata a Gambino, Monica Paolino, secondo la quale Gambino era comunque ineleggibile per non essersi dimesso da sindaco di Pagani prima di candidarsi (all’epoca era sospeso anche da quella carica). Invece il premier ha dato il via libera ai due condannati in piena campagna elettorale, infischiandosene delle polemiche sugli inquisiti candidati e sulla longa manus dell’imputato di camorra Nicola Cosentino sulla composizione delle liste azzurre.
Conte, eletto nella lista Alleanza di Popolo, tra i cui sponsor si ricorda l’avvocato-scrittore degli “strategismi sentimentali” Alfonso Luigi Marra, ha strappato nell’ultima tornata 10.460 preferenze. Nonostante la circostanza di essersi candidato da consigliere uscente già sospeso per la condanna pendente. Le sue vicende giudiziarie non hanno impressionato l’elettorato. Esattamente come per Gambino, eletto nella lista Pdl di Salerno col botto di 27.164 preferenze: pochi giorni prima della chiusura delle liste la Corte di Appello aveva confermato la condanna, con uno sconto di appena venti giorni rispetto alla pronuncia di primo grado.
Per entrambi le sentenze non sono definitive. Conte ha fatto ricorso in Appello. Nel frattempo, deve difendersi in un altro processo dove è imputato di corruzione per una vicenda di appalti di manutenzione di impianti antincendio per l’ente regionale. Secondo il pm si sarebbe messo in tasca 160.000 euro e le chiavi di una lussuosa Maserati. Il 19 maggio il Gup deciderà sul rinvio a giudizio. Tra le parti offese, il consiglio regionale nel quale a breve Conte verrà riammesso. Quanto a Gambino, a luglio la Cassazione esaminerà il suo processo. A fine febbraio è stato reintegrato anche nella carica di sindaco. Una legge della Campania gli imporrebbe ora di optare tra il Comune e la Regione. Ha qualche mese di tempo.
Conte e Gambino arrivano alla corte di Caldoro attraverso percorsi politici molto diversi. Conte è un ex dirigente dei Verdi, uno dei pochi in Campania a fare il muso duro contro Alfonso Pecoraro Scanio. Nel 2000 viene eletto in Regione nella lista del Sole che Ride nonostante l’aperta ostilità del suo partito, dal quale infatti esce poco tempo dopo per iniziare a collezionare casacche. Nel 2005 è nella Margherita, viene rieletto con oltre 30.000 preferenze, diventa un fedelissimo di Rutelli. Col quale approda nel Pd. Dopo la condanna, il passaggio nel centro destra attraverso una lista fiancheggiatrice.
Gambino invece è un azzurro che più azzurro non si può. Nel 2007, in Forza Italia, acquista fama nazionale perché diventa il sindaco più votato d’Italia: oltre il 76% di consensi al primo turno. Nel 2009 cumula gli incarichi di sindaco e di assessore provinciale di Salerno nella giunta del Pdl Edmondo Cirielli. Poi gli piomba in testa la tegola della condanna in primo grado. Con annessa sospensione da Comune e Provincia. Ma Cirielli non vuole rinunciare a lui: e lo recupera con un contratto di consulente al Turismo. In pratica, Gambino fa l’assessore ombra. Non può sedere in giunta, ma per un po’ continua a far parte dello staff degli uomini di stretta fiducia dell’ex ufficiale dei Carabinieri. E c’è anche il sostegno di Cirielli, che nel Pdl è entrato in rotta di collisione col ministro salernitano Mara Carfagna, dietro all’exploit di preferenze di Gambino alle ultime regionali.
Sul reintegro della coppia Conte-Gambino, il deputato napoletano del Pd e membro della commissione Antimafia Salvatore Piccolo ci va giù duro: “Mentre l’Istat informa che un terzo dei giovani è senza lavoro e Napoli è sommersa dai rifiuti, la sola preoccupazione del Governo Berlusconi è di rafforzare la traballante maggioranza di Caldoro anche a costo di reintegrare due consiglieri condannati”. “E’ questa la risposta del centrodestra – prosegue Piccolo – alla domanda della gente di avere istituzioni trasparenti e credibili? In realtà, la decisione del Governo Berlusconi scava, rispetto alle persone perbene della Campania, un altro solco profondissimo. Rappresenta l’ennesimo schiaffo a chi spera in un riscatto di Napoli e dell’intera Regione all’insegna della legalità. Il centrodestra, giorno dopo giorno, ha sempre meno credibilità in questo campo. Evidentemente, lo stesso Berlusconi ha preferito pagare in anticipo qualche cambiale elettorale anziché tutelare la dignità dei cittadini e delle istituzioni che li rappresentano. E il Governatore Caldoro? Davanti a questa desolante vicenda tace. Come sempre”.
Poco fa un colpo di scena. Il presidente del consiglio regionale campano Paolo Romano (Pdl), ha annunciato che la Regione Campania si costituirà in giudizo nei processi a Conte in cui l’istituzione campana è parte offesa. “Al di là delle legittime posizioni politiche espresse a riguardo, si tratta di un atto dovuto” spiega Romano ”l’iniziativa, maturata anche da un positivo confronto con il governatore Stefano Caldoro e il capogruppo del Pdl, Fulvio Martusciello è volta a tutelare l’istituzione regionale”. Qualche settimana fa il segretario campano del Pd, Enzo Amendola, in un’intervista a ‘Il Mattino’ chiese a gran voce la costituzione di parte civile del consiglio regionale nei procedimenti a carico di Conte. Ed è di queste ore un durissimo documento dei capigruppo regionali dei partiti di opposizione (Pd, Idv, Pse) col quale si definisce il reintegro dei due consiglieri condannati “la conferma dell’esistenza di una questione morale irrisolta nel centro destra campano, vicenda che si somma a quella dei tanti impresentabili che affollano le liste del Pdl e dei partiti ad esso alleati nei Comuni e nelle Municipalità che vanno al voto”. Nella nota, i capigruppo regionali “considerata l’escalation e la portata di questi fenomeni nel territorio campano” esprimono “fondati timori sul regolare e libero svolgimento di questa tornata elettorale, con le consequenziali ripercussioni sulla tenuta democratica delle nostre istituzioni” e invitano l’opposizione parlamentare ad aprire “un ineludibile e indispensabile confronto” su quel che sta succedendo in Campania.
Giustizia & Impunità
Impresentabili e condannati
a volte ritornano (in Regione)
Si tratta di Roberto Conte e Alberico Gambino. Sospesi per le loro condanne, ora, dopo la firma del Cavaliere, rischiano di rientrare in gioco a sostegno del berlusconiano Caldoro
Rieccoli, i condannati. Occupano le istituzioni. Vanno a sedersi nel consiglio regionale della Campania. Sono pronti a legiferare per noi. Con un decreto a firma del premier Silvio Berlusconi, si è infatti conclusa la sospensione dalla carica di due eletti alle regionali del marzo 2010, entrambi in forza al centrodestra del Governatore Stefano Caldoro. Si tratta di Roberto Conte, condannato nel 2009 in primo grado a due anni e otto mesi per concorso esterno in associazione camorristica per una storiaccia di voto di scambio alle regionali del 2000 col clan Misso, e di Alberico Gambino, condannato sia in primo grado che in appello per peculato. L’ultima sentenza gli ha inflitto una pena di un anno, cinque mesi e dieci giorni: deve rispondere di una disinvolta gestione della carta di credito del Comune di Pagani (Salerno), di cui Gambino era (ed è) sindaco.
Giovedì la giunta per le elezioni del parlamentino dovrebbe riunirsi per decidere sul reintegro di Conte e Gambino, sospesi in conseguenza di condanne non definitive, come stabilito dal decreto legislativo 267/2000 sull’ordinamento degli enti locali. L’esito è scontato: la giunta e l’Aula non potranno far altro che prendere atto del decreto di Berlusconi. “Una cambiale elettorale” secondo il Pd. Perché il segnale che arriva da Palazzo Chigi è dirompente, e fa riflettere la tempistica del decreto. I termini della sospensione di Conte e Gambino erano scaduti da tempo. Berlusconi poteva agire prima, oppure aspettare il voto delle amministrative, o l’esito di una diffida della consigliera Pdl subentrata a Gambino, Monica Paolino, secondo la quale Gambino era comunque ineleggibile per non essersi dimesso da sindaco di Pagani prima di candidarsi (all’epoca era sospeso anche da quella carica). Invece il premier ha dato il via libera ai due condannati in piena campagna elettorale, infischiandosene delle polemiche sugli inquisiti candidati e sulla longa manus dell’imputato di camorra Nicola Cosentino sulla composizione delle liste azzurre.
Conte, eletto nella lista Alleanza di Popolo, tra i cui sponsor si ricorda l’avvocato-scrittore degli “strategismi sentimentali” Alfonso Luigi Marra, ha strappato nell’ultima tornata 10.460 preferenze. Nonostante la circostanza di essersi candidato da consigliere uscente già sospeso per la condanna pendente. Le sue vicende giudiziarie non hanno impressionato l’elettorato. Esattamente come per Gambino, eletto nella lista Pdl di Salerno col botto di 27.164 preferenze: pochi giorni prima della chiusura delle liste la Corte di Appello aveva confermato la condanna, con uno sconto di appena venti giorni rispetto alla pronuncia di primo grado.
Per entrambi le sentenze non sono definitive. Conte ha fatto ricorso in Appello. Nel frattempo, deve difendersi in un altro processo dove è imputato di corruzione per una vicenda di appalti di manutenzione di impianti antincendio per l’ente regionale. Secondo il pm si sarebbe messo in tasca 160.000 euro e le chiavi di una lussuosa Maserati. Il 19 maggio il Gup deciderà sul rinvio a giudizio. Tra le parti offese, il consiglio regionale nel quale a breve Conte verrà riammesso. Quanto a Gambino, a luglio la Cassazione esaminerà il suo processo. A fine febbraio è stato reintegrato anche nella carica di sindaco. Una legge della Campania gli imporrebbe ora di optare tra il Comune e la Regione. Ha qualche mese di tempo.
Conte e Gambino arrivano alla corte di Caldoro attraverso percorsi politici molto diversi. Conte è un ex dirigente dei Verdi, uno dei pochi in Campania a fare il muso duro contro Alfonso Pecoraro Scanio. Nel 2000 viene eletto in Regione nella lista del Sole che Ride nonostante l’aperta ostilità del suo partito, dal quale infatti esce poco tempo dopo per iniziare a collezionare casacche. Nel 2005 è nella Margherita, viene rieletto con oltre 30.000 preferenze, diventa un fedelissimo di Rutelli. Col quale approda nel Pd. Dopo la condanna, il passaggio nel centro destra attraverso una lista fiancheggiatrice.
Gambino invece è un azzurro che più azzurro non si può. Nel 2007, in Forza Italia, acquista fama nazionale perché diventa il sindaco più votato d’Italia: oltre il 76% di consensi al primo turno. Nel 2009 cumula gli incarichi di sindaco e di assessore provinciale di Salerno nella giunta del Pdl Edmondo Cirielli. Poi gli piomba in testa la tegola della condanna in primo grado. Con annessa sospensione da Comune e Provincia. Ma Cirielli non vuole rinunciare a lui: e lo recupera con un contratto di consulente al Turismo. In pratica, Gambino fa l’assessore ombra. Non può sedere in giunta, ma per un po’ continua a far parte dello staff degli uomini di stretta fiducia dell’ex ufficiale dei Carabinieri. E c’è anche il sostegno di Cirielli, che nel Pdl è entrato in rotta di collisione col ministro salernitano Mara Carfagna, dietro all’exploit di preferenze di Gambino alle ultime regionali.
Sul reintegro della coppia Conte-Gambino, il deputato napoletano del Pd e membro della commissione Antimafia Salvatore Piccolo ci va giù duro: “Mentre l’Istat informa che un terzo dei giovani è senza lavoro e Napoli è sommersa dai rifiuti, la sola preoccupazione del Governo Berlusconi è di rafforzare la traballante maggioranza di Caldoro anche a costo di reintegrare due consiglieri condannati”. “E’ questa la risposta del centrodestra – prosegue Piccolo – alla domanda della gente di avere istituzioni trasparenti e credibili? In realtà, la decisione del Governo Berlusconi scava, rispetto alle persone perbene della Campania, un altro solco profondissimo. Rappresenta l’ennesimo schiaffo a chi spera in un riscatto di Napoli e dell’intera Regione all’insegna della legalità. Il centrodestra, giorno dopo giorno, ha sempre meno credibilità in questo campo. Evidentemente, lo stesso Berlusconi ha preferito pagare in anticipo qualche cambiale elettorale anziché tutelare la dignità dei cittadini e delle istituzioni che li rappresentano. E il Governatore Caldoro? Davanti a questa desolante vicenda tace. Come sempre”.
Poco fa un colpo di scena. Il presidente del consiglio regionale campano Paolo Romano (Pdl), ha annunciato che la Regione Campania si costituirà in giudizo nei processi a Conte in cui l’istituzione campana è parte offesa. “Al di là delle legittime posizioni politiche espresse a riguardo, si tratta di un atto dovuto” spiega Romano ”l’iniziativa, maturata anche da un positivo confronto con il governatore Stefano Caldoro e il capogruppo del Pdl, Fulvio Martusciello è volta a tutelare l’istituzione regionale”. Qualche settimana fa il segretario campano del Pd, Enzo Amendola, in un’intervista a ‘Il Mattino’ chiese a gran voce la costituzione di parte civile del consiglio regionale nei procedimenti a carico di Conte. Ed è di queste ore un durissimo documento dei capigruppo regionali dei partiti di opposizione (Pd, Idv, Pse) col quale si definisce il reintegro dei due consiglieri condannati “la conferma dell’esistenza di una questione morale irrisolta nel centro destra campano, vicenda che si somma a quella dei tanti impresentabili che affollano le liste del Pdl e dei partiti ad esso alleati nei Comuni e nelle Municipalità che vanno al voto”. Nella nota, i capigruppo regionali “considerata l’escalation e la portata di questi fenomeni nel territorio campano” esprimono “fondati timori sul regolare e libero svolgimento di questa tornata elettorale, con le consequenziali ripercussioni sulla tenuta democratica delle nostre istituzioni” e invitano l’opposizione parlamentare ad aprire “un ineludibile e indispensabile confronto” su quel che sta succedendo in Campania.
B.COME BASTA!
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Io mi difendo, ma chi difende i miei figli?
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Milano, 12 feb. (Adnkronos) - Il conto in Olanda dove sono stati sequestrati i soldi versati da Massimo Moratti, nell'ambito di una truffa in cui è stato usato il nome del ministro della Difesa Massimo Crosetto, risulta intestato a più persone straniere su cui ora sono in corso gli accertamenti per verificarne l'esistenza e anche per capire eventuali collegamenti con altri soggetti. E' quanto si apprende da fonti investigative.
In particolare, da quanto emerge, sul conto olandese risultano versati i 980mila euro della truffa al presidente di Saras, soldi che il gruppo avrebbe tentato di spostare altrove, ma la tempistica non ha giocato a loro favore e il 'congelamento' del denaro è arrivato prima.
In attesa degli esiti delle rogatorie, si attendono già domani, in procura a Milano si continua a lavorare anche sui numeri telefonici usati per mettere a segno i plurimi tentativi di truffa - ora usando il nome del ministro o del suo staff - nei confronti del gotha dell'imprenditoria e della finanza.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - Sicurezza negli stadi, contrasto alla criminalità e prevenzione dei comportamenti illeciti. Sono le tematiche al centro del tavolo presieduto dai ministri dell’Interno e per lo Sport e i giovani, Matteo Piantedosi e Andrea Abodi che hanno incontrato i presidenti di Figc Gabriele Gravina, Lega serie A, Ezio Simonelli, Lega nazionale professionisti serie B, Paolo Bedin, Lega italiana calcio professionistico, Matteo Marani, Lega nazionale dilettanti, Giancarlo Abete. Presenti anche il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il capo della Polizia, Vittorio Pisani e il presidente dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, Mario Improta.
La riunione è stata l’occasione per proseguire il confronto già avviato su proposte e iniziative da mettere in campo congiuntamente. L’obiettivo rimane quello di tutelare le tifoserie sane e di individuare in maniera chirurgica coloro che vanno allo stadio per attuare comportamenti criminali e violenti, assicurando un ambiente più sicuro e vivibile per tutti gli appassionati. Il tavolo ha anche discusso di azioni concrete per contrastare le scommesse illegali e per arginare il fenomeno della pirateria audiovisiva, sanzionando i fruitori dei contenuti illegali. Prossimo incontro tra un mese. Così una nota congiunta dei ministri dell'Interno e per lo Sport e i giovani.
Londra, 12 feb. (Adnkronos) - Non sarà consentito l'alcol ai Mondiali del 2034 in Arabia Saudita. Lo ha dichiarato l'ambasciatore saudita nel Regno Unito, il principe Khalid bin Bandar Al Saud. I tifosi che assisteranno al torneo non potranno trovare bevande alcoliche negli hotel, nei ristoranti o negli stadi. L'Arabia Saudita è un paese differente dal Qatar, dove l'alcol era disponibile in alcuni posti durante i Mondiali del 2022, e non ci saranno eccezioni per questo torneo. "Al momento, non consentiamo l'alcol", ha detto Al Saud a LBC.
"Ci si può divertire molto senza alcol, non è necessario al 100% e se vuoi bere dopo essere andato via, sei il benvenuto, ma al momento non abbiamo alcol. Un po' come il nostro clima, è un paese secco". L'Arabia Saudita è stata confermata come paese ospitante della Coppa del Mondo a dicembre, nonostante le preoccupazioni sui diritti umani. Alla domanda se i tifosi gay di calcio sarebbero stati al sicuro nel paese, Al Saud ha aggiunto: "Daremo il benvenuto a tutti in Arabia Saudita. Non è un evento saudita, è un evento mondiale. E in larga misura, daremo il benvenuto a chiunque voglia venire".
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - Le attiviste del Referendum Cittadinanza hanno lanciato un appello via social alle artiste e agli artisti che in questi giorni si esibiranno sul palco del Festival di Sanremo: dire Sì all’Italia che riconosce tutte le sue figlie e tutti i suoi figli direttamente dall’Ariston. La cantante Giorgia e Brunori Sas sono stati i primi a rispondere all'appello e, insieme alle attiviste di ActionAid Utibe Joseph e Kejsi Hodo, hanno cantato il celebre brano di Toto Cutugno L'Italiano.
Gli artisti, poi, hanno ricevuto in dono un ciuccio con un nastrino tricolore da portare con sé sul palco, come simbolo di tutti quei figli e figlie d'Italia che non hanno ancora il riconoscimento della cittadinanza. Il referendum cittadinanza ha ricevuto l'ok dalla Corte Costituzionale lo scorso 20 gennaio insieme agli altri 4 quesiti sul lavoro promossi dalla Cgil. Andrà al voto in primavera.
Dopo la bocciatura del quesito sull'Autonomia la sfida del quorum si fa più ardua, ed è per questo che i promotori partono proprio dal più popolare spettacolo televisivo italiano per richiamare l'attenzione del Paese sull'appuntamento referendario. Il referendum cittadinanza è stato promosso da +Europa, Possibile, Dalla Parte Giusta della Storia, ActionAid, Libera, Arci, Italiani senza Cittadinanza, Conngi, insieme a una grande rete di oltre 70 organizzazioni.
Milano, 12 feb. (Adnkronos) - La competenza territoriale si radica a Milano, da qualunque lato si inquadri la questione. Lo sostiene la Cassazione nelle motivazioni sul caso Visibilia che vede indagata, tra gli altri, la ministra del Turismo Daniela Santanchè con l'ipotesi di truffa aggravata all'Inps in relazione alla cassa integrazione nel periodo Covid. Nel provvedimento, che segue la decisione dello scorso 29 gennaio, si rigetta la richiesta della difesa di considerare singole ipotesi di truffa (e non una truffa continuata) e di radicare la competenza a Roma.
Per il collegio della seconda sezione penale presieduta da Anna Petruzzellis - chiamato a rispondere alla questione sollevata dalla giudice delle indagini preliminari di Milano Tiziana Gueli - dato che la procura meneghina ha rilevato che l'ultima erogazione dei contributi è stata pagata a un dipendente in una banca nel Milanese, "deve essere affermata la competenza territoriale del Tribunale di Milano". Nell'indagine, coordinata dai pubblici ministeri Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, risultano coinvolti 13 dipendenti delle due società indagate, Visibilia Concessionaria srl e Visibilia Editore spa, che sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore senza saperlo (e quindi continuando a lavorare) causando un 'danno' di oltre 126 mila euro versati dall'Inps.
"La soluzione - si legge nella decisione della Cassazione - non cambia nel caso in cui si voglia ancorare la competenza territoriale al momento della richiesta della cassa integrazione, posto che dalla documentazione prodotta in atti risulta che la richiesta è stata inviata alla sede Inps di Milano e che sempre la sede Inps di Milano ha autorizzato la cassa integrazione". Infine, a rafforzare la competenza territoriale il fatto che "avendo le società sede a Milano, il delitto di truffa si è comunque consumato a Milano, al momento della acquisizione dell’ingiusto profitto da parte delle società, che si realizza in concomitanza con la percezione dei contributo da parte dei lavoratori". L'udienza preliminare sul caso Visibilia riprenderà come da calendario il 26 marzo prossimo.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - L'aula della Camera ha approvato la proposta di legge recante 'modifiche alla disciplina della Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma'. I voti favorevoli sono stati 140, 84 quelli contrari e 3 gli astenuti.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - "Ho visto Sanremo ieri sera, erano anni che non lo vedevo, ma sono rimasto sveglio fino alle 2 per vedermelo tutto. Mi è piaciuto per la qualità espressa, è una vetrina italiana vera. Come ha detto Jovanotti è un po’ come Natale, capodanno, carnevale". Filippo Ricci, direttore creativo della Stefano Ricci Spa, ha commentato così con l'Adnkronos la prima serata del 75esimo Festival di Sanremo e gli outfit del conduttore Carlo Conti creati dalla maison.
Che emozione è stata vedere Carlo Conti con i vostri abiti in apertura del 75esimo Festival della Canzone italiana?
"Siamo abituati a palcoscenici internazionali, ma è la prima volta che saliamo con rispetto sul palco dell'Ariston, tra l'altro con il conduttore e direttore, e quindi è stata una bella emozione. Ero un po' in apprensione che questo outfit gli tornasse bene addosso in una serata movimentata. E' fatto tutto al 100% in Italia, su misura per Carlo, e c'è stato dietro un lavoro di ricerca, insieme a lui, dei tessuti e della costruzione dei modelli in questi mesi, quindi è stato parte proattiva della ricerca e dello sviluppo degli outfit per queste cinque serate", ha spiegato Filippo Ricci.
Che idea avete avuto nello sviluppo degli outfit? Ne utilizzerà uno a serata?
"L'idea che abbiamo avuto, sin dall'inizio, è stata quella di fare un percorso di sartorialità. Noterete che sono tutti outfit abbastanza rigorosi, anche se la qualità dei tessuti conferisce un senso di morbidezza. L'idea era di dare un concetto di eleganza senza tempo perché Sanremo appartiene alla cultura del Paese. Poi ieri sera abbiamo giocato con il colore, il midnight blu, questo blu notte che è ben diverso dal classico nero, anche se ci saranno degli outfit scuri in seguito. Non conosco la sequenza, visto che la deciderà lui con il proprio staff ogni sera. Sono tutti pronti e a disposizione, con un nostro sarto dedicato dietro le quinte. Carlo ha più scelte, ma credo userà un outfit a serata perché da quello che ho visto ieri, nel movimento veloce tra uno spazio e l'altro credo che voglia mantenere un ritmo serrato per le tempistiche sceniche sue".
Quali emozioni ci sono state durante la prima serata del Festival?
"E' stato bello vedere Papa Francesco e ascoltare il suo messaggio, credo che sia la prima volta nella storia del Festival, quindi anche solo quella è stata un'immagine potente. Poi Jovanotti ha provocato una scarica d’energia positiva, da re dell'entertainment", ha spiegato il direttore creativo della Stefano Ricci Spa.
Carlo Conti era preoccupato di non riuscire a valorizzare la classe e la modernità degli smoking, ci è riuscito?
"Ci è riuscito assolutamente, ha un bel portamento, e gli ho detto 'sei proprio un bel modello'. E' un uomo che sa stare sul palcoscenico e vestire dei capi sartoriali. Quello di ieri non era un capo semplicissimo, è una giacca smoking in velluto blu, tra l'altro quello è un jersey di velluto, quindi più morbido, ma lo vestiva molto bene, con i tre pezzi, e sotto aveva un gilet in lana coordinato con il pantalone mohair. Abbiamo voluto fare proprio il tocco estremo di sartorialità con tutto il bordino in raso che è stato fatto su tutto il revere. L'idea era quella di rispettare un percorso abbastanza classico della sartorialità italiana e fiorentina, perché se si va a vedere la spalla, è una vecchia scuola fiorentina il modo di realizzarla in maniera morbida, quindi la giacca è molto leggera".
Queste sera la seconda serata con nuove sorprese?
"Gli abiti sono smoking oppure giacche da cocktail, quindi ci sarà un'alternanza dove Carlo ha possibilità di scelta anche tra cravatta o papillon. Ci hanno scritto in molti sui social, anche dall’estero a conferma di una vetrina internazionale come Sanremo, proprio per avere questa informazione, ed è molto divertente. La cosa interessante è che ci arrivano messaggi da tutto il mondo, perché è il Festival della canzone italiana, è italianissimo, ma lo guardano in America, lo guardano gli italo-americani, lo guardano in Sud America, lo guardano a Est, e comunque la visibilità internazionale è importante. Questo è un palcoscenico di italianità che richiama la musica italiana in generale ma non solo", ha spiegato Filippo Ricci la cui maison vende in tutto il mondo.
I nostri mercati principali?
"Noi produciamo tutto in Italia, ma in Italia vendiamo poco. Noi vendiamo a clienti in tutto il mondo, con le nostre 82 boutique e in Italia ne abbiamo due a Firenze dove è anche la sede dell'azienda, due a Milano, uno a Porto Cervo. Tra i mercati più importanti gli Stati Uniti, le capitali del continente europeo come Londra e Parigi, al Middle East, Dubai, fino alla Cina. A Carlo Conti abbiamo fornito tutto l'outfit, dalle scarpe, alle camicie, e abbiamo anche fatto diversi capi sportivi per le conferenze stampa e gli altri impegni del Festival. Dalle giacche in maglia sportive con le sneaker più casual e abbiamo lavorato insieme per fargli provare un po' di tessuti anche particolari"ha concluso Filippo Ricci. (di Emanuele Rizzi)