Chi pagherà i 1oo mila euro di multa che l’Autorità di garanzia ha inflitto al Tg1 per manifesta faziosità? Non si tratta di una domanda capziosa, perchè il Tg1, o meglio il suo direttore, l’ha cercata, l’ha pretesa quasi fosse una medaglia al merito. L’Autorità, infatti, aveva già ammonito, tra gli altri, proprio quel Tg per una eccessiva presenza, sotto molteplici vesti, del presidente del Consiglio, e per aver oscurato i suoi avversari. Quel cartellino giallo è stato ignorato, anzi l’ex direttore Masi spese parole di elogio per il direttorissimo, e il medesimo Minzolini rivendicò la sua “imparzialità”. La multa, dunque, è stata cercata, bramata, quasi invocata, e finalmente guadagnata sul campo.
A questo punto, perché non completare l’opera e fargliela pagare di tasca sua? La nuova Rai potrebbe accogliere questo desiderio di martirio, questo sacrificio estremo ed invitare il sor Augusto a provvedere personalmente, del resto perchè mai si dovrebbero usare soldi pubblici per una sanzione scientificamente ricercata?
Quanto all’Autorità di garanzia, ci fa piacere che sotto la pressione di decine e decine di esposti, tra i quali quelli di Articolo 21, abbia finalmente deciso qualcosa, ma le sanzioni e i tempi compensativi sono arrivati a pochi giorni dal voto e dopo mesi e medi di violazioni conclamate e clamorose. Speriamo che sia il segnale di una svolta, anche perché lo stesso scempio è già in atto nei confronti dei quesiti referendari oscurati, resi incomprensibili, confinati in orari impossibili.
La stessa Rai non sta onorando gli impegni assunti. L’Autorità di garanzia e la Commissione di vigilanza vorranno far sentire, ora e subito la loro voce, o i tempi compensativi saranno disposti all’ultimo istante, quando il broglio politico e mediatico si saranno già consumati?