Illustrazione di Emanuele Fucecchi

La procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, per l’ipotesi di reato di peculato. L’inchiesta è quella sulle spese sostenute con la carta di credito aziendale a lui affidata dalla Rai ed è nata da due esposti: uno dell’Idv e l’altro presentato da un’associazione dei consumatori. Per gli inquirenti, comunque, l’iscrizione è un “atto dovuto”, alla luce di alcuni accertamenti che sono stati svolti, dei documenti acquisiti dagli investigatori della Guardia di finanza e degli atti relativi ad una indagine interna svolta dall’azienda di viale Mazzini. “E’ l’ennesimo attacco” ha commentato Minzolini, che ha ricordato come si tratti di un ‘atto dovuto’. Dalla “strumentalità politica più che evidente”, aggiunge, considerate le imminenti elezioni e che “l’indagine penale prende spunto dall’esposto di un partito politico, quello di Antonio Di Pietro”. Il direttore del Tg1 si dice “più che tranquillo” e precisa di aver “già ridato indietro alla Rai l’intera somma in questione” e aver “avviato nel contempo un’azione legale di rivalsa nei confronti dell’azienda”.

Per rappresentare la Rai, il direttore del Tg1 avrebbe spesso in quindici mesi 68mila euro, quasi il doppio del direttore generale e del presidente. Un eccesso che l’allora direttore Mauro Masi aveva tentato di limitare con una circolare che tagliava le spese del 30 per cento, ma che non ha potuto evitare un’indagine della Corte dei Conti. Il direttore della testata potrebbe essere convocato prossimamente in procura a Roma per fornire la sua versione dei fatti. Secondo la sua versione, Minzolini avrebbe ricevuto dall’azienda un benefit in cambio dell’esclusiva sul suo lavoro giornalistico. “A contratto già firmato il presidente Rai mi chiese di interrompere una collaborazione con il settimanale ‘Panorama’”, ne motiva l’origine il direttore. “Un benefit di cui ho goduto fino a quando, dopo 18 mesi e dopo aver approvato un bilancio – continua – il vertice Rai ha scoperto, per usare un eufemismo, che quel benefit non era compatibile con la politica aziendale”.

Un esempio delle spese sostenute da Minzolini  – e della fattura presentata alla Rai – è un weekend che il direttore del Tg1 ha trascorso, tra agosto e settembre, in provincia di Grosseto. Alle terme di Saturnia Resort, dormendo in una ‘grand suite’ a 550 euro a notte. Una tariffa scontata di un terzo e decisa con l’amministrazione della struttura, raccontavano dall’albergo. Che, il 20 aprile, era stato ospite di un servizio del Tg1.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Caso Ruby, Mora: “Non sono un magnaccia,
ad Arcore l’hanno portata due imprenditori”

next
Articolo Successivo

Via gli impresentabili da Napoli. E i figli?

next